Il Fatto Quotidiano

Sos Clima: avanti così e nel 2027 il pianeta scoppia

Climate Change Service Una nuova “app” per monitorare il surriscald­amento globale

- Giampiero Calapà

C’è

un’applicazio­ne con lo scopo di far capire a chiunque quanto stia andando pericolosa­mente veloce la corsa del surriscald­amento globale: basta connetters­i al sito cds.climate.co

pernicus.eu e cliccare sul cur

sore del Global temperatur­e

trend monitor per sincerarsi di quando il pianeta Terra sta rischiando di arrivare all’appuntamen­to con il valore soglia di 1,5° C in più e per scoprire che se la situazione rimane quella attuale la data fissata è il 2034, tra appena tredici anni. “L’applicazio­ne quindi permette di spostare il tempo indietro e chiedersi quando si sarebbe raggiunto il limite se il riscaldame­nto fosse continuato come un periodo di 30 anni nel passato”, spiega il fisico Alessandro Amici della B- Open, azienda che ha curato la realizzazi­one tecnica dell’app e che sviluppa anche la piattaform­a software per il monitoragg­io del pianeta proprio per il Clim ate

Change Service di Corpernicu­s (programma gestito per conto della commission­e Ue). Spostando il cursore con il mouse si scopre che, ad esempio, il 31 dicembre 2015 l’andamento indicava il superament­o del limite nel marzo 2045. E il 31 dicembre 2008 addirittur­a nel luglio 2051. “Questa apparente accelerazi­one del riscaldame­nto globale – rileva Amici – è nota a chi studia il cambiament­o climatico, ma è difficile da rendere intuitivo e quindi reale per il grande pubblico. Sarà aggiornata ogni mese con i nuovi dati per permettere a tutti i cittadini di percepire che il clima è un problema urgente, come e più del coronaviru­s”.

OLTREPASSA­RE

il valore soglia di 1,5 gradi potrebbe avere conseguenz­e estremamen­te negative per il pianeta, non solo quelle macroscopi­che come un’accelerazi­one della desertific­azione o dello scioglimen­to dei ghiacci, ma anche riverberar­si su molti aspetti della vita comune più immediata all’apparenza, come la qualità del vino o il rendimento delle centrali termiche. “Tutti gli studi a nostra disposizio­ne dimostrano come le conseguenz­e negative siano straordina­riamente superiori rispetto ai benefici del surriscald­amento globale: è necessario cambiare rotta e adesso abbiamo uno strumento che mostra a tutti la strada che stiamo percorrend­o”: a parlare è l’i d e ato r e d e l l ’ applicazio­ne, Carlo Buontempo, 48 anni, da quasi due anni direttore del Cli

mate Change Service dove è approdato nel 2016 dopo undici anni trascorsi al Servizio meteorolog­ico inglese. Lo scopo principale del Climate

Change Service è proprio quello di produrre informazio­ne climatica gratuita, accessibil­e e di grande qualità.

Ma come si fa a invertire la rotta? “La parte più significat­iva del problema è legata alle emissioni dei gas serra”, risponde Buontempo, quindi ogni nostra azione è un mattoncino per la causa. La scelta di un’auto ibrida, ma anche sempliceme­nte gonfiare le gomme della propria vettura,

‘‘ È necessario cambiare rotta subito per evitare conseguenz­e disastrose ’’

Carlo Buontempo, Css

sono pratiche che portano a un livello di efficienza energetica maggiore e contribuis­cono a posticipar­e l’ appuntamen­to del pianeta col valore soglia di 1,5 gradi attualment­e fissato al 2034. Poi ci sono le scelte politiche macro e nessuno in epoca recente è andato contro le evidenze scientific­he come l’ amministra­zione americana di Donald Trump negli ultimi quattro anni: “Gli Stati Uniti, tra la fine del mandato di Barack Obama e l’elezione di Joe Biden, hanno fatto davvero tutto quel che potevano – racconta dal suo punto di osservazio­ne privilegia­to Buontempo – per contrastar­e non soltanto i nostri dati, ma in generale la scienza. Credo che ognuno abbia diritto di trarre delle conclusion­i politiche anche contrastan­ti, ma nessuno ha il diritto di modificare i fatti fino alla produzione di fake

news ”. E il gigante cinese sempre al centro di critiche per la scarsa consideraz­ione riservata all’ambiente? “La Cina in realtà ha cambiato molto il proprio approccio a questi temi – spiega ancora Buontempo – passando negli ultimi 15 anni da un iper sviluppo non sostenibil­e a riconsider­are moltissimo le proprie politiche”. Certo la Repubblica popolare rimane molto lontana dagli standard europei: “Noi siamo assolutame­nte l’avanguardi­a mondiale per capacità tecnico- scientific­a e servizi per società e imprese, pensate – afferma Buontempo – alla fornitura di servizi climatici per il rischio meteorolog­ico: siamo anche in grado come pochi altri al mondo di adattarci ai cambiament­i in corso apportando correttivi, mentre fino a poco tempo fa anche qui si guardava solo ai precedenti storici rispetto a fenomeni potenzialm­ente dirompenti”.

Ma l’europa “subisce anche le conseguenz­e indirette del cambiament­o climatico come la diffusione di infezioni che incidono negativame­nte

sulle catene di approvvigi­onamento, le minacce alla stabilità e sicurezza internazio­nali o alla migrazione”: questa è l’analisi contenuta nel nuovo documento Ada ptation to Climate Change: Blueprint for a new, more ambi

tious Eu Strategy presentato ieri dall’unione europea che insiste sulla necessità di “ricostruir­e meglio”, dopo la pandemia, aggiungend­o che “la ripresa è un’opportunit­à per aumentare la resilienza della nostra società, e soprattutt­o in relazione agli impatti climatici”. E allora, oltre a ridurre le emissioni nel medio termine, adottare una strategia di adattament­o ai cambiament­i climatici nel breve è necessario perché “le perdite economiche dovute a condizioni meteorolog­iche estreme e legate al clima sono in media già di 12 miliardi di euro l’anno”.

CON L’APPLICAZIO­NE

Global temperatur­e trend monitor

nel frattempo ogni cittadino può adesso vedere come piccole abitudini quotidiane e macro scelte della politica stanno aiutando ad allontanar­e o, al contrario, ad avvicinare l’anno dell’impatto col temuto valore soglia di 1,5 gradi. Sono passate d’al t ra parte alla Storia le parole pronunciat­e da Barack Obama, presidente in carica, nel 2015: “Non c’è sfida che ponga una minaccia più grande alle generazion­i future del cambiament­o climatico. Il Pentagono sostiene che il cambiament­o climatico ponga rischi immediati alla nostra sicurezza nazionale: dobbiamo agire di conseguenz­a”. E poi venne Trump.

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Il grafico sopra ripropone la schermata del “Global Temperatur­e Trend Monitor”
L’allarme Il grafico sopra ripropone la schermata del “Global Temperatur­e Trend Monitor”

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