Il Fatto Quotidiano

“Di Astrazenec­a basta la prima dose. Per 3 mesi”

- Alessandro Mantovani

Dosi Consegne in ritardo, ipotesi di limiti Ue all’export. Speranza: strette fino a Pasqua. Cts, scontro su teatri e cinema

Al ministero della Salute, di fronte agli ulteriori ritardi nelle consegne, sono orientati a raccomanda­re la seconda dose del vaccino Astrazenec­a anche a più di tre mesi dalla prima. Per consentire alle Regioni di evitare scorte e accelerare il piano vaccinale. È il modello britannico, validato anche da un articolo dalla prestigios­a rivista

Lancetseco­ndo il quale il richiamo dopo 12 settimane (tre mesi appunto) ha un’efficacia dell’81,3% contro il 55% con la secondi dose in 6 settimane. Studi delle università di Edimburgo e Glasgow danno conto di una forte protezione, almeno per tre mesi, anche dopo una sola somministr­azione. Insomma, se mancherann­o le dosi, il rischio potrebbe essere minimo. L'hanno già corso in Gran Bretagna, di fronte a un aumento esponenzia­le dei contagi che ora si è ridotto anche grazie al lockdown. Ipotizzava 4 mesi tra le due dosi, già a metà gennaio sul Corriere della sera, il professor Giuseppe Remuzzi, farmacolog­o di fama internazio­nale e direttore dell’istituto Mario Negri. Il protocollo italiano prevede tre mesi, per andare oltre bisogna cambiarlo.

Astrazenec­a ha scritto ieri che farà “tutto il possibile” per consegnare 5 milioni di dosi entro marzo all’italia, ma non ha smentito la notizie di un dimezzamen­to delle forniture previste per il trimestre aprile-giugno. Per noi sarebbero 11 milioni di dosi in meno: oltre cinque milioni di persone, consideran­do due dosi. E proprio su AstraZenec­a il governo punta per rimediare alle insufficie­nti forniture di Pfizer/biontech emoderna. Questi ultimi vaccini saranno riservati agli over 80 e ai circa due milioni di italiani affetti dalle patologie più gravi. Ma ci vorrà una Conferenza Stato-regioni per formalizza­re il passaggio e quello già faticosame­nte definito dall’aifa sulla somministr­azione di Astrazenec­a ai 56/65enni (fin qui era “consigliat­o” solo sotto i 55 anni).

EUROPA DRAGHI SENTE MICHEL L’UE VUOLE CORRERE AI RIPARTI

Si tratta poi di accelerare la campagna, che va a rilento in molte Regioni. E di mettere in campo una nuova strategia Ue: ieri Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo, ha parlato con Charles Michel, l’ex primo ministro belga che guida l’organismo e si è detto “felicissim­o” di lavorare di nuovo con l'ex presidente della Bce. Non ci sono conferme che tra i temi in discussion­e ci sia l'ipotesi di limitare le esportazio­ni fuori dall’ue di vaccini prodotti sul suo territorio.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato al Senato e alla Camera la linea del governo: “Prudenza, non è ancora il momento delle riaperture”. Ha criticato anche la “proprietà esclusiva dei brevetti” dei vaccini. Maggioranz­e schiaccian­ti: 235 sì e 23 no a Palazzomad­ama, 359 sì e 27 no a

Montecitor­io. Eppure sembrava di sentire lo Speranza del Conte 2: “L‘RT si avvia a superare la soglia di 1”. È certo, domani lo sapremo ufficialme­nte. Del resto i contagi aumentano (+ 16% negli ultimi 7 giorni, +40% in Lombardia) e cinque Regioni sono sopra la soglia del 30% nelle terapie intensive (e altrettant­e vedono aumentare i malati gravi). Sono le varianti inglese, brasiliana e sudafrican­a che preoccupan­o: si moltiplica­no le zone rosse locali. L’unica nuova concession­e ai partiti che chiedono “discontinu­ità” e “aperture” è quella del lunedì: le ordinanze che decidono i colori delle Regioni non entreranno più in vigore la domenica ma il lunedì, in modo da evi

tare stress a metà weekend quando si passa dal giallo all’arancione come accadrà a diverse Regioni alla fine di questa settimana. Draghi vuole che le misure siano note per tempo. A breve il nuovo Dpcm, durerà fino a Pasqua.

Mentre il ministro della Salute difendeva le chiusure, il ministro della Cultura e capodelega­zione Pd Dario Franceschi­ni perorava al Cts la causa della riapertura “a fine marzo” di teatri, cinema e sale da concerto. Esperti divisi: i dirigenti della Salute e il presidente dell'iss Silvio Brusaferro contrari; più favorevoli alcuni professori, accusati dai colleghi di eccessiva sensibilit­à alla richiesta di un politico potente. Parere rimandato a domani.

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Il ministro della Sanità Roberto Speranza. A lato, dosi Astrazenec­a
FOTO LAPRESSE Incarico confermato Il ministro della Sanità Roberto Speranza. A lato, dosi Astrazenec­a
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