Il Fatto Quotidiano

Padellaro Oh no, tornano i Dpcm!

- » Antonio Padellaro

Il mio manuale personaliz­zato di rieducazio­ne “Cancella il Conte che è in te” si fonda (anzi si fondava) su due capitoli fondamenta­li. Il titolo del primo è un imperativo categorico: Basta con i Dpcm! Impone lo studio mnemonico della dottrina di cui siamo debitori al professore Sabino Cassese che sul tema si è più volte espresso con parole severe ma giuste. “Prima o poi anche la Corte costituzio­nale boccerà le misure anti-covid del governo Conte, allora si riconoscer­à che i Dpcm e i decreti sono illegali. Mancavano strumenti adatti? Lo strumento c’è ed è il decreto legge”(intervista a La Verità del 4.1.2021). Secondo il giudice emerito della Consulta, i limiti costituzio­nali previsti per interventi straordina­ri come il famigerato Dpcm non sono stati superati con la pandemia da Covid-19. Leggiamo avidamente che “la Costituzio­ne ne detta tre: straordina­rietà, necessità e urgenza. Prenda la seconda ondata della pandemia: era straordina­ria? Non era stata prevista? Non si potevano, quindi, apprestare per tempo gli strumenti per fronteggia­rla?”. Parole sacrosante, alle quali dal giorno della meritata cacciata di Conte ho cercato di uniformarm­i, convinto che, generosame­nte, il professor Cassese aveva preferito non calcare la mano: la necessità di contrastar­e il cosiddetto Covid non era stata forse ampiamente sopravvalu­tata?

Si può immaginare dunque il mio sgomento alla notizia che il governo Draghi – sigh, il governo Draghi – ha approvato un nuovo Dpcm valido fino al 6 aprile, inclusa Pasqua. Mi sono sentito come lo sciamano Jake Angeli spedito da Donald Trump all’assalto di Capitol Hill e poi indegnamen­te mollato. Tradimento! Non riuscivo a raccapezza­rmi finché non è comparsa la figura del ministro Speranza, lascito del passato regime e sicurament­e parte attiva nella losca congiura del Dpcm riesumato. Senza arrossire, egli ha spiegato che per contrastar­e le varianti del virus occorre fare in fretta e il Dpcm resta “lo strumento più immediato”. Un grido erompe dal mio foro interiore: perché il professor Cassese tace! Calma, non dubitare, probabilme­nte l’e me r it o già invoca sollecite pronunce contro il mostro giuridico mentre batte pancia a terra i tribunali della Repubblica. Spero a questo punto che non si rinneghi il secondo caposaldo del nuovo Rinascimen­to di Palazzo Chigi: basta riunioni con il favore delle tenebre! “Penso che alle 11 di sera ci sia poca gente lucida”, ha detto un altro saggio, Franco Bernabè. Vero, e spesso ci scappa anche il ruttino.

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