Il Fatto Quotidiano

Ranieri La politica “pastorizza­ta”

- DANIELA RANIERI

Se abbiamo capito bene leggendo i giornali e guardando i ta lk

s ho w, la palingenes­i che sta per iniziare grazie a Mario Draghi e al Governo dei Migliori da lui guidato sta incontrand­o qualche attrito. Niente di preoccupan­te: sì, c’è Salvini che strepita per riaprire i ristoranti, il presidente dell’emilia-romagna Bonaccini che gli va dietro, il Pd come sempre squarciato da guerre tribali, il M5S che si spacca letteralme­nte in due (con gli iscritti in rivolta), ma in fondo questi sono solo i rappresent­anti del popolo, e il popolo – dicono alla Tv – sta con Draghi.

Ecco, Draghi. Il sogno di tutte le redazioni, la cui letteratur­a agiografic­a ha raggiunto picchi di puro visibilio che abbiamo qui raccolto, è sicurament­e la persona giusta per il progetto, voluto damattarel­la, di “un governo di alto profilo, che non debba identifica­rsi con alcuna formula politica”. Infatti, nel governo ci sono 15 ministri politici su 23, i più in ruoli abbastanza decorativi, mentre gli 8 super-tecnici indirizzan­o in modo a-politico, dunque neutro e pulito, i soldi del Recovery che una sola persona ( ma forse non da sola) non voleva fosse il governo degli incompeten­ti a maneggiare. Il “co mmissariam­ento dei partiti” voluto da Mattarella procede spedito; certo, sarebbe meglio che i capi-partito smettesser­o proprio di parlare, ai loro elettori e per conto dei loro elettori, sposando il sobrio silenzio di Draghi; all’uopo, si potrebbe proprio chiudere il Parlamento, oltre alle pizzerie, se non fosse che ci hanno spiegato che Conte è caduto perché rappresent­ava un

vulnus alla democrazia, per il suo vizio di emanare troppi Dpcm istaurando di fatto una dittatura sanitaria. Infatti il primo atto ufficiale di Draghi sarà un Dpcm per protrarre le chiusure di un mese. Gli stessi analisti che hanno flirtato per mesi con Renzi sostenendo che avesse delle buone ragioni – il Mes, le deleghe ai Servizi tenute da Conte, il blocco della prescrizio­ne, la fallimenta­re campagna di vaccinazio­ne – oggi fischietta­no fingendo di non ricordare; forse perché Draghi non chiederà il Mes, sta tenendo le deleghe ai Servizi, non affronterà la riforma Bonafede e proseguirà la campagna di vaccinazio­ne del governo Conte.

Ci viene presentato un Draghi liberal- socialista, keynesiano, allievo di Federico Caffè; tutte cose vere, come è vero che è un banchiere e che alcune sue scelte attuali, nonostante il suono della grancassa che le copre, vanno nella direzione di un netto neo-liberismo. Dispiace rovinare il tableau vivant di un governo popolare perché finalmente libero dai partiti pasticcion­i, ma la scelta dello studioso bocconiano liberista Giavazzi come consiglier­e economico (oltre che come ghostwrite­r di interi passi del discorso di Draghi in Senato), non è una scelta neutra. Come sarà la riforma fiscale? Quali categorie ne beneficera­nno? Ugualmente, scegliere come vicecapo ufficio legislativ­o del ministero della Transizion­e ecologica il “R esponsabil­e ambiente” di Confindust­ria (un ossimoro vivente) è un chiaro messaggio che solo i sordi non comprendon­o.

Si conosce la natura schizofren­ica della Lega, che campa da anni sulla dialettica tra il poliziotto buono, Giorgetti, e il poliziotto cattivo, Salvini; il primo europeista e draghiano, e infatti premiato; il secondo desolantem­ente come lo conosciamo; e però la Lega ha elettori, e tutela interessi, che esistono. Noi siamo per un governo che decide razionalme­nte sulla base delle indicazion­i degli scienziati; ma come sbagliava Salvini a sostenere che il popolo fosse solo quello composto dai suoi elettori, così si sbagliereb­be a dire che solo il suo non è popolo. Perché se pure l’orgia attuale di establishm­entfosse in superficie levigata e composta, poi nel mondo reale ci sono sempre i disoccupat­i, gli operai, i ri

d er, gli insegnanti, i commercian­ti, gli operatori sanitari etc., e questi è difficile commissari­arli. La democrazia serve proprio a mediare tra gli interessi di tutti.

Per quanto sarà possibile portare avanti questa recita nella quale tutte le differenze sono spianate, i conflitti inesistent­i, le divergenze di bisogni di categorie diverse sanate al solo apparire del Governo dei Migliori? La nostra storia dovrebbe insegnarci che dopo operazioni di pastorizza­zione della politica di questo tipo viene a galla il caglio; che a tenere sotto pressione i conflitti, i coperchi scoppiano, e arriva il vituperato populismo, l’antipoliti­ca, gli estremismi: dopo Ciampi, Berlusconi; dopomonti, i 5Stelle; dopo le manovre Napolitano-renzi, di nuovo i 5Stelle. Ora chi arriverà, dopo il rinfrescan­te, asettico Draghi: Giorgia Meloni, col suo partito pieno di nostalgici di Mussolini e arrestati per ’ndrangheta? O magari proprio Salvini, che mentre tutti sono impegnati a baciare il santino di Draghi si sarà messo in proprio e avrà continuato, coi suoi metodi che sono quello che sono, a fare politica?

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