Il Fatto Quotidiano

I 4 dell’ave Mario

- Marco Travaglio

Sei giorni fa titolavamo: “Perché è caduto Conte?”. Ora, alla luce delle prime scelte di Draghi, possiam o cancellare il punto interrogat­ivo. Conte non è caduto per la blocca-prescrizio­ne ( confermata dal governo Draghi). Non per i Dpcm (li fa anche Draghi). Non per le chiusure anti-covid (elogiate, ribadite e inasprite da Draghi). Non per i vertici serali (li fa pure Draghi, ieri per la mega-rissa sui sottosegre­tari). Non per ministri e collaborat­ori incapaci (quasi tutti confermati da Draghi, con l’aggiunta di Brunetta, Gelmini, Carfagna, Garavaglia, Stefani&c. per aumentare il tasso di competenza). Non per il Mes (non lo prende neanche Draghi). Non per il Reddito di cittadinan­za (non lo cancella neanche Draghi). Non per il ponte sullo Stretto (non ne parla neppure Draghi). Non per Arcuri (finora se lo tiene anche Draghi). Non perché accentrava la gover

nance del Recovery in soli tre ministeri (Draghi l’accentra in uno: il Mef del fido Franco). E qui finiscono i pretesti ripetuti per due mesi dall’innominabi­le e dai suoi pappagalli per giustifica­re la crisi: erano tutte balle.

Le vere ragioni del ribaltone sono altre: mettere le mani dei soliti noti sui miliardi del Recoverye dirottarli verso Confindust­ria&c. Per chi nutrisse ancora dubbi, basta leggere i nomi dei ministri Franco, Cingolani, Colao, Giorgetti e ( a pag. 2-3) dei sottostant­i boiardi e retrostant­i lobbisti, su su fino al neoconsigl­iere economico Francesco Giavazzi: un turboliber­ista che predica da sempre contro l’impresa pubblica e a favore di quella privata (ma con soldi pubblici) e che neppure i giornaloni riuscirann­o a spacciare per “liberalsoc­ialista”, “keynesiano” e “allievo di Caffè” (che non smette più di rivoltarsi nella tomba, tanto nessuno sa dove sia). Mentre i partiti giocano agli adulti nel cortile dell’asilo coi loro ministri e sottosegre­tari superflui, Draghi e i Quattro dell’ave Mario si occupano delle cose serie. Cioè della scelta meno tecnica e più politica del mondo: a chi destinare i miliardi del Reco

very. Ricordate il mantra del Piano “scritto coi piedi” da Conte e Gualtieri e “migliorato” in extre

mis dal provvidenz­iale intervento renziano? Ora Repubblica­titola: “Pulizia sul Recovery Plan. Il governo taglia subito 14 miliardi di progetti... senza copertura finanziari­a. Sfoltite le iniziative in eccesso previste dal Conte2, si torna a quota 209,5 miliardi”. Già: ma le “iniziative in eccesso” sono quelle chieste dal Rignanese nel celebre Piano Ciao e aggiunte da Gualtieri per tacitarlo. Quindi era meglio il Piano Conte prima della cura Iv: quello “scritto coi piedi”, senza i famosi “migliorame­nti” renziani che ora Draghi deve “ripulire”. Ma questo i repubblich­ini si scordano di scriverlo. Vergogniam­oci per loro.

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