Il Fatto Quotidiano

Conte cerca sponde nei 5S Espulsioni, guai per Crimi

- » Luca De Carolis

L’avvocato che ha voglia di provarci fa già la conta degli amici, consulta big e veterani, raccoglie e scambia idee. Ma se ha davvero intenzione di caricarsi sulla spalle i Cinque Stelle Giuseppe Conte dovrà sbrigarsi. Perché ogni giorno che passa il Movimento si sfalda sempre di più, sfiancato da guerre tribali, assediato perfino dai tribunali che ora rischiano di cancellare le espulsioni e vorrebbero nominare un curatore speciale per il M5S, prima che arrivi l’avvocato Conte. Chissà come e quando il Movimento potrà uscire da un inferno di carte bollate. E dire che Conte si starebbe convincend­o. Tra martedì e ieri ha chiamato diversi 5Stelle di peso, per capire quanta voglia abbiano di riaverlo, come capo “o segretario politico”, come sussurra qualcuno. Di certo come nuovo vertice al posto della segreteria ancora da eleggere.

UN LEADER che dovrebbe ricostruir­e quasi tutto, dalla rotta alle norme interne, slegando il M5S dalla piattaform­a Rousseau, quella di Davide Casaleggio, e aprendolo alla società civile. Anche perché l’altra opzione, quella del federatore dei giallorosa, si sta spegnendo con la crisi da congresso già deflagrata nel Pd. Tanto che il segretario dem Nicola Zingaretti non avrebbe neppure provato a offrirgli di correre nel collegio di Siena per la Camera. Così resta il M5S, che però ora assomiglia a un incubo. Le nomine dei sottosegre­tari hanno provocato l’ira di alcuni esclusi eccellenti e porteranno ad altri giorni da lunghi coltelli. Ma la rogna principale arriva da Cagliari dove il tribunale civile, su ricorso della consiglier­e sarda

Carla Cuccu (espulsa) ha stabilito che “il M5S in questo momento è privo di un legale rappre senta nte”. Ergo , il reggente Vito Crimi non sarebbe più legittimat­o a guidare il Movimento, visto che il 17 febbraio è stata votata la modifica dello Statuto con l’introduzio­ne al posto del capo politico di un organo collegiale, che però non è stato ancora eletto. Tradotto, da quel giorno il M5S sarebbe “privo di un legale rappresent­ante”, tanto che il tribunale ha previsto la nomina di un curatore speciale. Mentre gli atti compiuti da Crimi, inclusa la “d e nu n c i a ” dei parlamenta­ri e di altri eletti ai probiviri e ai capigruppo perché aprissero le procedure di espulsione, sarebbero nulli. Proprio come la cacciata dai gruppi parlamenta­ri degli eletti che hanno votato contro il governo Draghi.

A confermarl­o è proprio uno dei tre probiviri, Raffaella Andreola: “La sentenza va nella direzione da me paventata e cioè che vi siano effettivi dubbi di legittimit­à delle azioni di espulsione dai gruppi parlamenta­ri poste in essere dai capigruppo di Camera e Senato su indicazion­e dell’ex capo politico e, a questo punto, anche ex rappresent­ante legale del M5S”. Un macigno per Crimi, che aveva assicurato di essere ancora in carica, facendo leva anche su un parere scritto del Garante, cioè di Beppe Grillo “(“Sei nel pieno delle tue funzioni”). Sogghigner­à invece Casaleggio, che il 17 febbraio sul blog aveva fatto definire come “conclusa la reggenza di Crimi”. E di certo crescono le speranze di alcuni degli eletti espulsi, che ieri si sono riuniti con un avvocato.

IL LEGALE, Daniele Granara, ha consigliat­o ai senatori di rivolgersi alla presidente del Senato Casellati ed eventualme­nte alla Consulta. “Dieci parlamenta­ri sono pronti a fare ricorso, ma dai probiviri non è ancora arrivato nulla” sostiene l’avvocato. Ma alcuni frondisti vogliono aspettare, “anche perché diversi colleghi si sono mossi per cercare una mediazione”. Ovvero, per provare a recuperare veterani come Barbara Lezzi o Nicola Morra. Un altro nodo che sarà arrivato alle orecchie di Conte: volenteros­o, ma non sordo.

IL “CAPO” DECADUTO E LE CACCIATE A RISCHIO

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