La Dia: “Le mafie proliferano grazie al Covid”
Unwelfare mafioso più rapido ed efficace di quello dello Stato. È il quadro che emerge dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, che analizza come le mafie abbiano modellato i loro affari adattandosi al meglio alla pandemia mondiale del Covid-19. A partire dalla ’ ndrangheta, leader nei grandi traffici di droga e proiettata con forza nel Nord Italia, in Europa e in America, è riuscita a “intercettare le opportunità nei cambiamenti socioeconomici” mostrando “una grande duttilità e capacità di rimodulare il proprio paniere degli investimenti per massimizzare i suoi profitti”. Così si è infiltrata nel nuovo business della “fornitura di medicinali e attrezzature mediche”.
Per “accrescere il consenso”, vista la paralisi dell’economia, la camorra è stata in grado di fornire un “welfare porta a porta”. “Piuttosto che imporre le estorsioni – si legge nella relazione – i camorristi preferiscono entrare in società con gli imprenditori, costretti a diventare l’immagine pulita dell’attività economica”. I clan hanno avuto “un’espansione commerciale” rivolta “a rami societari collegati all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 attraverso l’acquisizione di lavori di sanificazione dei locali”.
Anche Cosa Nostra è riuscita a “muovere il denaro più velocemente rispetto ai circuiti creditizi legali”, ponendosi in “alternativa allo Stato nel sussidio e sostentamento alle imprese e f am i gl i e”, fungendo da “a mmortizzatore sociale”. La Dia registra nel primo semestre 2020 “un aumento del 30% di operazioni sospette”, nonostante l’economia italiana abbia subito “un rallentamento di circa il 10% del Pil”.
Le mafie agiscono “s ottotraccia”, e nonostante diminuiscano le “attività criminali di primo livello”, tra cui traffico di droga, estorsioni, ricettazione e rapine; aumentano i casi di riciclaggio al Centro-nord, mentre al Sud si segnalano “casi di scambio elettorale politico-mafioso e di corruzione”.