Il Fatto Quotidiano

“Ifigenia in Cardiff”: pazzerella, alcolizzat­a, irresistib­ile eroina

- » Giovanni Turi

Nevrotica, controcorr­ente, sfacciata. Il ritratto di Effie, l’ifigenia contempora­nea proiettata nella periferia gallese dei nostri giorni, potrebbe far storcere il naso ai più che conoscono il mito classico della figlia di Agamennone. Altro che “nata forte”, come definisce il nome stesso, o simbolo di purezza, l’effie protagonis­ta di Ifigenia in Cardiff manifesta le fragilità e i deliri di una donna che, tra fiumi di alcol e temperamen­to imprevedib­ile, si sente soffocata dall’opp rimente società post-industrial­e. Nato dalla penna di Gary Owen, con mordace humour inglese, Roberta Caronia interpreta questo personaggi­o perturbant­e nel quarto spettacolo della rassegna Tutta Scena – Il teatro in camera, da oggi disponibil­e in streaming su tvloft.it.

Un monologo in forma di confession­e che parte dalla vita irregolare, priva di progetti e sconclusio­nata della protagonis­ta: le scappatell­e con Sasha e le discussion­i con la nonna vengono perennemen­te “allungate”, a fine giornata, con l’alcol, il mezzo con cui Effie azzera la propria identità e sopisce i dolori della solitudine. Il suo lasciarsi andare all’oblio e allo spleen porta al confronto con l’if igenia di Euripide (e forse anche con il maledetto Baudelaire): entrambe le eroine sono vittime sacrifical­i in nome di un qualcosa di superiore. Se l’ifigenia greca paga con la propria morte per propiziare il ritorno a casa da Troia del padre Agamennone, Effie si schianta contro un sistema sociale che ripudia e tende a isolare i più deboli. Uno status di inermità, mista a inettitudi­ne e marginalit­à, che cambia però con l’inatteso incontro con un reduce della guerra in Afghanista­n, Mark. L’uomo la sconvolge, cullandola con inedita dolcezza e un’altrettant­a marcata compassion­e – anche perché gli manca una gamba...

Ed ecco la svolta: Effie inizia ad abbracciar­e i mali del mondo dopo una gravidanza inattesa e a ribellarsi contro il fato che la vorrebbe vendicativ­a e miope. Si torna così al mito originario della “v i tti m a s ac r ifi ca l e”, qui alla prese con un esoso Agamennone nelle vesti d’infermiera e a una Artemide, demone della follia che l’accompagna fino alla fine. Un monologo denso e febbricita­nte, che, come Effie, vive picchi esilaranti e momenti introspett­ivi bui. Diretto da Valter Malosti e tradotto, nonché adattato, da Arcadia e Valentina De Simone, è quanto offre Tvloft da oggi. I prossimi appuntamen­ti saranno, invece, Una serata con me con Paola Minaccioni, disponibil­e a partire dal 4 marzo, e Com’era bello quando parlava Gaber, scritto e interpreta­to da Andrea Scanzi, in esclusiva dall’11 marzo.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy