Grillo striglia Crimi: “Porta subito la lista” Ma cresce la fronda dei pentiti di Draghi
Ancora una volta, è arrivato lui, Beppe Grillo a rimettere in riga i “ragazzi” che ancora non hanno capito che hanno detto sì a Mario Draghi. Ed è un sì che non prevede d ik ta t, non ammette veti, non contempla rivendicazioni: “Vito, porta quella lista”. Così, da Genova è arrivata la telefonata che ha sbloccato la trattativa sui sottosegretari. Perché, invano, l’ex reggente e i capigruppo avevano tentato di avviare una interlocuzione con il presidente del Consiglio, che invece ha lasciato tutta la partita nelle mani del sottosegretario alla Presidenza, Roberto Garofoli, con cui certo non scorre buon sangue. E infatti da lui, i grillini, non avevano ottenuto le garanzie che chiedevano, ovvero tener fuori dall’editoria e dalla Giustizia berlusconiani doc come quelli appena nominati. Ma pure non piazzare come sottosegretario un ex ministro (è il caso del leghista Centinaio all’agricoltura, che sarà la croce di Stefano Patuanelli).
Per questo, oltre che per la complicata composizione delle correnti, la lista non arrivava. Solo che non avevano tenuto conto del filo diretto che lega Grillo al nuovo premier: Draghi lo ha chiamato e Grillo non ha perso tempo, intimando a Crimi di consegnare l’elenco dei desiderata 5 Stelle.
Come noto, non è finita benissimo. E a parte la riconferma dei dimaiani di stretta osservanza (Castelli, Cancelleri, Sibilia, Di Stefano, la new entry Floridia), la valutazione complessiva sui nuovi sottosegretari non accontenta praticamente nessuno. E la sensazione che questo governo finirà per “mortificare” il Movimento è ormai diffusa anche tra chi al governo ci sta. “È stata una trattativa fatta a perdere”, ammettono. E qualcuno ragiona pure su quale “incidente” possa segnare la fine anticipata di quello che si preannuncia un mezzo supplizio. Certo non è la linea tracciata ieri da Luigi Di Maio nell’intervista a Repubblicain cui colloca definitivamente il Movimento tra le forze “moderate e liberali”. Una cornice che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto rafforzare il nascituro ruolo di Giuseppe Conte (anche l’ex premier, ricordano, fece riferimento alle forze “liberali” nel discorso al Senato in cui tentò la conquista dei Responsabili). Sta di fatto che l’intervista ieri ha fatto infuriare i gruppi parlamentari, già provati dalla rissa sui sottosegretari. “Si è spiegato male”, dicono gli ultimi benevoli. Per rasserenare gli animi, si parla di un vertice in programma nella villa al mare di Grillo, a Marina di Bibbona, forse già questa domenica. Bisogna decidere sulla nuova lea
dership , sul futuro dei Cinque Stelle, sul rapporto con Casaleggio (“Rousseau si è rivelato una zavorra”, ha detto ieri un altro dimaiano, Sergio Battelli). E bisogna fare in fretta, “prima che Beppe si eclissi un’altra volta – immaginano – e ci lasci da soli in mezzo ai guai”.
PAURE “BEPPE SPARIRÀ, RIMARREMO SOLI NEI GUAI”