Il Fatto Quotidiano

Niente “confindust­riali” al Mite

DIETROFRON­T CINGOLANI CI RIPENSA: AL LEGISLATIV­O NON TORNANO QUELLI DI GALLETTI

- MA. PA.

Dietrofron­t al ministero della Transizion­e ecologica dopo l’articolo del Fatto della scorsa settimana: all’ufficio legislativ­o non torneranno i dirigenti dell’epoca di Gian Luca Galletti, i cui nomi erano già dati per certi da tutta la tecnostrut­tura. Ieri il ministro Roberto Cingolani ha scritto al presidente del Consiglio di Stato, l’ex ministro Filippo Patroni Griffi, per chiedere il distacco del giudice Claudio Contessa, presidente di sezione, per ricoprire proprio il ruolo di capo del legislativ­o. Classe 1969, napoletano, Contessa ha già diversa esperienza come tecnico di governo, specie col centrodest­ra: dal 2000 al 2013 è stato consiglier­e dei ministri delle Politiche comunitari­e e dello Sviluppo economico, esperto del legislativ­o di Palazzo Chigi, vice capo di gabinetto al Lavoro.

Cadono dunque, dopo l’arrivo del capo di gabinetto Roberto Cerreto (già al ministero e a Palazzo Chigi con Maria Elena Boschi), le nomine di altri due giuristi in arrivo dalla stagione del governo Renzi: nonostante fossero dati per certi, né Marcello Cecchetti némarco Ravazzolo dovrebbero tornare al legislativ­o del ministero. Il capo dell’ufficio avrebbe dovuto essere il primo: accademico a Sassari, è un tecnico toscano di solida appartenen­za all’area dem, già assistente di studio di De Siervo e nominato in una commission­e di studio dall’allora sindaco di Firenze Renzi; Ravazzolo, invece, che fece già scalpore durante la stagione Galletti, è addirittur­a responsabi­le Ambiente di Confindust­ria.

S’interrompe dunque, chissà se definitiva­mente, l’operazione con cui Cingolani – o meglio i suoi “consiglier­i” – volevano cancellare la stagione del generale Sergio Costa, ministro in quota 5 Stelle, tornando all’asse tto pre-2018 (i bei tempi degli incenerito­ri opere strategich­e, delle trivelle libere, eccetera). Ora, vanno completate le ultime caselle, proprio a partire dal vice di Contessa al legislativ­o.

Nel frattempo, non è finita la battaglia sulle competenze di quello che oggi in sigla si chiama “Mite”. Ottenute – come annunciato damario Draghi fin da subito – le competenze (e tutte peraltro) sull’energia dal ministero dello Sviluppo, oggi ha due battaglie da vincere: la prima è per avere dallo Sviluppo, oltre alle competenze e relativi fondi, anche tutto il personale che se ne occupa (alcuni dirigenti hanno fatto sapere di non volersi spostare); la seconda, più complicata, è invece col ministero delle Infrastrut­ture oggi guidato da Enrico Giovannini sulle competenze riguardo alla “mobilità sostenibil­e” (vale parecchi miliardi di investimen­ti nei prossimi anni e ancor più in futuro).

I nodi del contendere sono due: il trasporto pubblico locale, che sempre più dovrà essere “green”, e il montaggio e gestione della rete di centraline per la ricarica delle auto elettriche sulla rete autostrada­le.

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Roberto Cingolani
ANSA Alla guida Roberto Cingolani

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