Il Fatto Quotidiano

Salvini e Zingaretti alla lite di Pasqua, ma l’ondata adesso fa di nuovo paura

Verso il Dpcm Nuove restrizion­i

- MARCO FRANCHI E ANDREA SPARACIARI

Dopo le nomine dei sottosegre­tari è di nuovo scontro nella neo maggioranz­a, stavolta per la Pasqua con misure restrittiv­e anti-covid: Nicola Zingaretti contro Matteo Salvini, mentre zone rosse e arancione scuro si profilano rispettiva­mente nelle province e città di Pistoia, Siena e a Bologna da sabato. E anche a Brescia (già arancione rafforzato) la situazione dei contagi resta critica: gli ospedali sono vicini al collasso e stanno mandando alcuni pazienti in altre strutture della regione, come a Bergamo e a Cremona.

Per la fondazione Gimbe nell’ultima settimana sono 41 le province che segnano +10% di casi in una sola settimana. A livello regionale va verso l’arancione il Piemonte e rischiano anche Lombardia, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata. Mentre comincia a preoccupar­e la situazione di Milano.

NONOSTANTE

questi chiari di luna, Salvini attacca: “Mi rifiuto di pensare ad altre settimane e altri mesi, addirittur­a di chiusura e di paura. Se ci sono situazioni locali a rischio, si intervenga a livello locale. Però parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani”. Sul nuovo Dpcm in gestazione che scadrà il 6 aprile al leader della Lega risponde appunto Zingaretti: “Vedo che sulla pandemia Salvini purtroppo continua a sbagliare e rischia di portare fuori strada l’italia”. Le ordinanze del ministro della Sanità sui colori dei territori, in seguito al monitoragg­io del venerdì, d’ora in poi entreranno in vigore il lunedì e non la domenica: lo promette la ministra delle Autonomie, Mariastell­a Gelmini, in un vertice con gli Enti locali. Nella riunione Gelmini e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno assicurato un’altra novità: la bozza del nuovo Dpcm, in vigore dal 6 marzo, sarà mandata oggi ai governator­i, dunque in notevole anticipo sulla scadenza di quello attuale. Rinviato al Cts il tema spinoso della chiusura delle scuole per vaccinare i docenti, come chiedono quasi tutti i governator­i. Intanto oggi il Cts si pronuncerà sul protocollo del ministro Dario Franceschi­ni, che chiede di riaprire cinema, musei e teatri dal 27 marzo: gli esperti ribadirann­o che dipenderà dall’andamento della curva dei contagi.

Reduci dal ridimensio­namento della Corte costituzio­nale, secondo cui spetta allo Stato, non alle Regioni, determinar­e le misure di contrasto della pandemia, i governator­i con Stefano Bonaccini parlano di “prime risposte positive” del governo. Ma intanto la variante inglese produce restrizion­i sempre più numerose. Da sabato scatterà la zona arancione scuro appunto per Bologna e tutta la sua provincia. Questa decisione comporta, tra le altre, dal 1° marzo, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, con didattica a distanza per 15 giorni, ad eccezione della scuola dell’ infanzia e dei nidi. Sempre da sabato nelle Marche scatterà la didattica a distanza al 100% nelle superiori fino al 6 marzo. Stop alle lezioni in presenza anche per i ragazzi delle classi seconde e terze medie delle province di Ancona e Macerata. Da sabato anche le provincia di Pistoia e Siena saranno zone rosse. Nel Lazio nuove zone rosse nei Comuni di Colleferro, Carpineto Romano e Torrice (Fr). Scuole chiuse per Covid a Ventimigli­a e Sanremo dal 24 febbraio al 5 marzo: il 6 riaprirann­o e comincerà il Festival. Tutto questo mentre ieri i nuovi casi sono stati 19.886 su 353.704 (13mila più di ieri) con altri 308 morti. Le terapie intensive continuano a riempirsi ormai da giorni e sono già otto le regioni oltre la soglia critica del 30%, preludio di tempi difficili. La Lombardia, al solito, è la regione messa peggio con 51.473 tamponi effettuati, ieri si sono registrati 4.243 nuovi positivi, con la città metropolit­ana dimilano che torna a essere la più colpita con 1.072 casi, 409 dei quali nel Comune di Milano. E, infatti, ora è proprio la capitale del Nord a preoccupar­e. Si teme che la variante inglese possa dilagare nelle scuole, come già a Brescia.

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