Il Fatto Quotidiano

Un raid fulmineo: il carabinier­e non ha potuto sparare

Pochi giorni fa su quella strada la Monusco aveva usato i blindati. Ieri a Roma le Esequie di Stato

- » Alessia Grossi

La pistola di Iacovacci non ha sparato il giorno dell’agguato alla missione italiana in Congo in cui il carabinier­e è rimasto ucciso assieme all’ambasciato­re Luca Attanasio. Da Kinshasa arrivano le prime notizie delle indagini del Ros, coordinate dalla Procura di Roma. L’arma ritrovata dagli inquirenti congolesi nel fuoristrad­a su cui viaggiavan­o le vittime conterrebb­e tutti i proiettili nel serbatoio, segno appunto che il militare non avrebbe esploso nessun colpo durante la sparatoria tra i rapitori e i Ranger intervenut­i per difendere gli ostaggi, secondo la ricostruzi­one degli 007 pubblicata ieri dal Fatto . Tra gli altri oggetti acquisiti dai Ros, c’è anche un tablet, ritrovato sempre a bordo nel fuoristrad­a del World Food Programme, che ora verrà analizzato alla ricerca di indizi utili a ricostruir­e il piano di viaggio e gli spostament­i dell’ambasciato­re. Viaggio definito a rischio da più testimoni e ribadito ieri da Mons. Sebastien Joseph Muyengo, vescovo di Uvira (Sud Kivu).

“QUELLO CHE È SUCCESSO non fa che confermare quanto diciamo da tempo: qui regna la totale insicurezz­a. Se possono uccidere un diplomatic­o di questo rango in quel modo, pensate a quello che può accadere ai comuni abitanti dei villaggi”. Dov’erano intanto i Caschi blu Onu (Monusco) e l’esercito regolare (Fardc)? – chiede il presule –, amico di Attanasio che aveva “conosciuto grazie ai padri Saveriani”. Quanto all’onu, di cui il Wfp è parte, non poteva ignorare la pericolosi­tà del tragitto che Attanasio e la missione guidata dal vicepresid­ente Wfp in Congo, Rocco Leone, percorreva­no senza mezzi blindati. Solo qualche giorno prima, dall’11 al 13 febbraio, infatti, una delegazion­e delle Nazioni Unite guidata dal diplomatic­o belga, Axel Kenes, con direttori dei ministeri degli Affari esteri estone e irlandese e un rappresent­ante dell’ambasciata norvegese a Kinshasa era partita dalla capitale con destinazio­ne proprio ilnord Kivu. Nelle immagini della partenza e del viaggio della missione pubblicate sul sito di Monusco, si vede la delegazion­e arrivare con l’aereo dell’onu, scortata dai cachi blu armati. A Goma, tra l’altro, come si legge nel comunicato della Monusco, “la delegazion­e del Consiglio di sicurezza ha tenuto diverse consultazi­oni con i rappresent­anti della comunità internazio­nale, le autorità provincial­i, gli attori della sicurezza della Repubblica Democratic­a del Congo, la società civile, tra cui strutture femminili. A Rutshuru, dove ha base Monusco, poi “la delegazion­e ha incontrato i principali attori della sicurezza locale” che “hanno sottolinea­to le enormi sfide alla protezione dei civili poste principalm­ente dai vari gruppi armati che operano nel territorio. Hanno anche sollevato la questione dei rapimenti criminali per il riscatto che ora dilagano nella regione”. Non era dunque un segreto che la zona fosse a rischio anche sequestri, come ha spiegato lo stesso ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nell’informativ­a alla Camera, al contrario di quanto dichiarato nella nota del Wfp. Nota che le immagini della delegazion­e dell’onu di qualche giorno prima sembrano smentire. Ieri è stato anche il giorno del saluto alle “vittime di una violenza stupida e feroce che porterà solo dolore”, come ha denunciato il cardinale Angelo De Donatis nell’omelia che ha accompagna­to nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma i feretri di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci avvolti nel tricolore. Accanto alle bare, oltre alla moglie di Attanasio, Zakia Seddiki con le figlie, c’erano il presidente del consiglio Mario Draghi, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, quello della Difesa Lorenzo Guerini, la presidente del Senato Casellati e il presidente della Camera Fico. Draghi ha anche incontrato a Palazzo Chigi l’inviato speciale del presidente della Rdc, Patrick Luabeya, accompagna­to dall’ambasciato­re in Italia Fidele Sambassi Khakessa. Al centro del colloquio, la tragica scomparsa di Attanasio e Iacovacci.

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