Il Fatto Quotidiano

L’ITALIA È UN CARRO DI TESPI: COMICI DI PROVINCIA, SALTIMBANC­HI E BRUNETTA

- DANIELE LUTTAZZI

E per la serie “Bis dat qui cito dat”, la posta della settimana.

Caro Daniele, Zingaretti ha annunciato le sue dimissioni da capo del Pd. (Enza Dalmasso, Torino). Peccato. Per me era l’estraneo perfetto. Che è più di quanto possa dire di Barbara D’urso, che amo in segreto dai tempi dell’antico Egitto, periodo in cui ero l’aspide di Cleopatra, e lei Mosè.

Draghi ha riportato al governo Brunetta. Un suo ritratto, scritto anni fa per L’espresso da Marco Lillo, cominciava così: “La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchi­ato tra i cespugli del giardino dell’università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscen­do i molluschi a bagnomaria”. Perché non riesco a togliermi questa immagi

ne dalla testa? (Tiziano Favaro, Venezia). Perché hai visto Il Signore degli Anelli, e quell’articolo, con la sua costellazi­one di immagini silvane (cespugli, giardino, lumache), evoca nel tuo inconscio la similitudi­ne fra Brunetta e Bilbo Baggins, l’hobbit gioviale che quando si avvicinava all’anello del potere diventava AAARRRGHHH­H! Brunetta, da ministro, diventava spesso AAARRRGHHH­H! Non riusciva a tratteners­i dallo schernire le categorie sociali più disparate con un sorriso malvagio, e quando era ospite nei talk-show sbranava i conduttori (Fazio, Floris, la Bignardi, la Gruber) apostrofan­doli con raffacci che investivan­o tutto il passato. Lo spettatore ne ricavava una segreta e inorridita stupefazio­ne, un intimo allarme, finché a un certo punto era costretto a portare il braccio sugli occhi, in modo da non vedere. Non voglio criticarlo a tutti i costi, sono convinto che col vestito giusto sarebbe un’ottima bambinaia svizzera, ma in un’intervista ci tenne a far sapere che, da ministro, le donne erano attratte irresistib­ilmente dall’elettrocal­amita dei suoi fascini innumerevo­li. Insolenza, teatralità, tenorismo, civetteria: Brunetta concentra in sé tutti i difetti del dilettante in scena. Perfetto per quel carro di Tespi, di comici provincial­i e saltimbanc­hi, da commedia dell’arte, che è l’italia. Quello che combinerà nei mesi a venire suscita in me un interesse febbricita­nte perché non dimentico il fuori onda di Tremonti, la volta che Brunetta si mise a illustrare alla stampa i correttivi alla spesa del pubblico impiego: shorturl.at/jxb56. A parte che le lumache devono essere spurgate per giorni, non servite “la sera stessa”, sennò dai da mangiare la merda.

Gli scozzesi, sotto il kilt, indossano le mutande? (Serenella Angeletti, Macerata). Anni fa posi la stessa domanda a Sean Connery, di cui ero la controfigu­ra sul set di Entrapment (baciavo Catherine Zeta Jones al posto suo nei PPP). Il birbone mi rispose: “Se indossi le mutande, non è un kilt, è una gonna”. Quindi, quando Sean Connery ritirò il suo titolo di Sir con addosso un kilt, stava a palle nude davanti alla regina d’inghilterr­a. Il filmato è qui: shorturl.at/ccfhi. Nota il sorriso sornione di Sean Connery: non è più enigmatico, ora che conosci il piccante retroscena.

Che frase usi per attaccar bottone con una bella ragazza? (Pietro Di Lecce, Matera). Il mio trucco è cominciare da metà conversazi­one. Mi avvicino e le dico: “È quello che penso anch’io”. Da qui in poi, è tutta discesa.

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