Mussolini, abusi e omertà: la legge del coach di football
Maurizio Vismara è un allenatore con le palle, un tempo “nonno” in caserma, nostalgico del Ventennio, uno squadrista, estimatore di Mussolini al quale tenta di assomigliare con una lucida pelata. “Con un moschetto e un ‘me ne frego’ dentro al cuor” come diceva Corrado Guzzanti quando interpretava Barbagli in Fasci
sti sumarte. E Vismara, come Barbagli, è una grottesca macchietta. Un armamentario completo per questo tecnico di football americano molto in auge nonostante la risaputa devianza, un personaggio che frequenta università e campi di gara con la stessa disinvoltura, un soggetto inquietante dalla sessualità malata. Molesta un’alunna quando insegna in una scuola media, si masturba in treno davanti a una ragazzina, incappa in squalifiche per comportamenti antisportivi. Il profilo giusto per fare il coach.
AEROPORTO di Malpensa, 13 novembre 2011: un gruppo di ragazzini è in partenza per Cagliari. Solita trafila e consueto chiasso. Routine di ogni trasferta sportiva. Ma sarà una giornata da ricordare per quello che accade in un angolo dell’aeroporto, riparato da telecamere. Un ragazzino di 16 anni viene picchiato, denudato e penetrato con le dita dal suo allenatore, che si serve di un preservativo fornito da un altro ragazzo, Filippo Turrin, lo stesso che immobilizza la vittima. Insieme a Walter Petronaci si dà da fare per assecondare il maestro. Alcuni compagni di squadra riprendono le violenze, pubblicano un video sui social, poco dopo lo rimuovono. Poi si può intraprendere il viaggio, come se nulla fosse accaduto. La squadra è la Seamen Milano under 18: alle 17, quello stesso giorno, affrontano nella High School Leaguei Crusaders a Cagliari e vincono 64 a 0. Il ragazzo violato prima di partire è regolarmente in campo. Nel settembre del 2011, ad Asiago, lo stesso allenatore è alla testa di un gruppo di under 18 per impartire lezioni di football e di vita durante un campeggio. Con la complicità di 13 atleti della squadra under 21, sottopone almeno otto minori a una sorta di “rito di iniziazione”. Le vittime, bendate, vengono accompagnate dai compagni più grandi dal mister, che abusa di loro. I ragazzi vengono fatti spogliare, in alcuni casi penetrati.
Maurizio Franco Vismara, originario di Corato e trapiantato a Bellusco, in provincia di Monza e Brianza, oggi ha 62 anni. Un coach di rango, popolare e vincente, nel football americano da trent’anni, benemerito fondatore di una squadra di ragazze.
Il 2 dicembre 2011, l’allenatore viene arrestato per violenza sessuale di gruppo. “Riteniamo ci possano essere altri fatti non d en u nc i ati ”, dichiara il capo della Squadra mobile, Alessandro Giuliano, figlio di
Boris Giuliano, assassinato dalla mafia a Palermo nel 1979. Per Vismara le manette scattano in seguito alla vicenda di Malpensa. Il presidente della Seamenmilano, Marco Mutti, dichiara: “Atteggiamenti rudi, ma siamo basiti.
Ha i titoli per allenare la Nazionale, chi poteva aspettarsi una cosa del genere?”. Tutti. Vismara non faceva mistero dei suoi metodi brutali né delle sue devianze. Al contrario, se ne vantava. “Ci faceva vincere”, dice il presidente dei Seamen Mutti “e i ragazzi lo osannavano. Conoscevo quell’aspetto del suo carattere e l’avevo ammonito dicendogli che alla prossima che avrebbe combinato sarebbe stato allontanato”. Mutti era anche al corrente del processo per violenza su minore che aveva in corso: “Mi assicurò che era tutta una montatura”. “Appena appresa la notizia da un altro allenatore, sono subito intervenuto, contattando la questura. L’allenatore è stato licenziato... Dieci ragazzi, di cui otto maggiorenni, hanno lasciato la squadra perché in disaccordo con la mia decisione. Questo per far capire quanto ogni allenatore sia carismatico per i ragazzi”. Come afferma lo stesso Mutti ai giudici, “il football americano non è uno sport per ballerine”.
IL 16 GENNAIO 2014, Maurizio Vismara è stato condannato a tre anni di reclusione. Il capo d’imputazione viene modificato da violenza sessuale di gruppo a violenza sessuale su minore. Il 7 marzo 2017, Vismara patteggerà un anno di pena per i fatti di Asiago. Avrebbe dovuto rispondere di violenza privata e violenza sessuale. Il 3 luglio 2014, la Fidaf radia Vismara. La Seamen viene condannata al pagamento di una multa di 10.000 euro. Valeria e Alessandro, i due figli di Vismara, non abbandoneranno mai il padre. Sono presenti, insieme ad altri ragazzi della Seamen, alla lettura della sentenza. Entrambi giocano a football. Quelli che lui definisce i suoi “unni” gli restano vicino anche nell’aula del tribunale, fanno il tifo per lui con cartelli e magliette. Nausicaa Dell’orto, amica di Valeria, allenata da Vismara nel 2011 quando faceva parte delle Vichinghe, compagine femminile della Seamen e prima squadra di football americano femminile in Italia, il 23 luglio 2014 lancia un appello affinché sia concessa una seconda chance a quello che considera un padre adottivo e un maestro: “Non è affatto il mostro che descrivono i giornali”. Non è il mostro che descrivono i giornali: è molto peggio. Il guaio è non capirlo.
Spirito di gruppo Nonnismo, riti violenti: per anni Maurizio Vismara ha agito indisturbato Il n. 1 della squadra: “Il nostro non è un mondo di ballerine”