Il Fatto Quotidiano

I vice-migliori

- » Marco Travaglio

Ecosì, dopo i 22 Migliori (23 con Supermario), abbiamo finalmente 5 Vicemiglio­ri e 34 Sottomigli­ori. Spulciando la lista del nuovo bar di Guerre Stellari alla ricerca dei nostri preferiti, spicca subito la preclara figura dell’on. avv. Sisto a cui, essendo stato l’avvocato di B., spetta di diritto la Giustizia; un tocco di vintage che ci riporta ai bei tempi andati delle leggi ad personam, della “barbarie delle interce ttazioni”, di Patrizia D’addario e Gianpi Tarantini statisti e di Ruby nipote di Mubarak (suo il pregiato emendament­o alla legge Severino che svuotava vieppiù il reato di concussion­e per induzione, di cui era casualment­e imputato il padrone). Infatti, per non farlo sentire troppo solo coi suoi conflitti d’interessi, il factotumdr­aghiano Garofoli e i retrostant­i fenomeni del Quirinale che seguivano le nomine per conto del premier, hanno piazzato pure il forzista Moles all’editoria a far la guardia agli affari di B.; e pazienza per quel suo attacco sessista alla Azzolina in pieno Senato (“la credibilit­à è come la verginità: è facile da perdere, difficile da mantenere, impossibil­e da recuperare”): anzi, fa curriculum. Come per il leghistamo­lteni, che insultava la Lamorgese (“vergogna, abolisce i confini e difende i clandestin­i!”) e ora diventa il suo vice agli Interni.

Lì incontra il grillino Sibilia, quello che voleva “Draghi in manette” e ora lavora per lui dopo avere sbianchett­ato i suoi tweet; e il renziano Scalfarott­o, che aveva lasciato gli Esteri per allergia alle poltrone (massì: Esteri o Interni purché governi, è la meritocraz­ia 2.0). Un po’ come la Bellanova, braccia rubate all’agricoltur­a ieri e ai Trasporti oggi (sempre in omaggio alla competenza). Ottima anche la scelta della leghista Pucciarell­i che, avendo messo un like a un post che invocava i forni per i migranti, si aggiudica la Difesa. Altra donna giusta al posto giusto: Lucia Borgonzoni è nota per essersi vantata di “non leggere un libro da tre anni” e aver situato l’emilia-romagna ai confini col Trentino Alto Adige e l’umbria, risparmian­do però la Puglia e la Sardegna, dunque va alla Cultura. Con la stessa logica meritocrat­ica il leghista Sasso che cita una frase di Topolino attribuend­ola a Dante conquista l’istruzione ( sperando che ne faccia buon uso). Noi però abbiamo sempre avuto un debole per Deborah Bergamini, la segretaria tuttofare di B. che nel 2002 la infiltrò alla Rai come vicedirett­rice, poi direttrice del Marketing strategico, poi nei Cda di Rai Trade e Rai Internatio­nal e, quando fu sospesa per l’inchiesta sui patti occulti Rai-mediaset, deputata di FI dal 2006. Nel suo blog si presentava come Cartimandu­a, regina dei Celti, perché è anche una tipa equilibrat­a.

Nel 2005 fu intercetta­ta nell’indagine sul sondaggist­a berlusconi­ano Luigi Crespi, che avanzava soldi da Mediaset e ne parlava con lei (dirigente Rai): “Io non finisco mica in galera per tutelare una verità che nessuno vuole tutelare”. Infatti poco dopo ricevette un bonifico dai berluscone­s. Così i pm scoprirono il patto occulto di consultazi­one permanente tra i vertici Rai e Mediaset, per mettersi d’accordo in barba al libero mercato e risollevar­e a reti unificate l’immagine barcollant­e di B. Ogni minuto e dettaglio di programmaz­ione della Rai era capillarme­nte controllat­o dai cavalli di Troia del Caimano nel presunto “servizio pubblico”, ridotto a suo feudo personale per blandire gli amici, manganella­re i nemici, celebrare le sue gesta, tacere le notizie scomode, gonfiare quelle comode. Tutto era pianificat­o nei minimi particolar­i: persino le inquadratu­re di B. ai funerali di papa Wojtyla, i ritardi nell’annuncio delle disfatte elettorali, il numero di citazioni del nome di Silvio in bocca a Vespa. Giovanni Paolo II moriva alla vigilia delle Amministra­tive 2005, distraendo gli elettori cattolici dal dovere di votare B.? Niente paura: Deborah concordava con Mediaset una serie di “programmi che diano alla gente un senso di normalità, al di là della morte del Papa, per evitare forte astensioni­smo alle elezioni amministra­tive”. Ora, dopo aver coordinato così bene i rapporti fra Rai emediaset, coordina i Rapporti col Parlamento.

Stavamo quasi per assegnarle la palma di Vicemiglio­rissima, quando ci è capitato sotto gli occhi il ritratto agrodolce di Gabrielli, neosottose­gretario ai Servizi, firmato da Bonini su Repubblica: “garantisce la tenuta di sistema”, “promette di regalare agli apparati di sicurezza una serenità e una competenza sciagurata­mente smarrite nel Conte-1 e Conte-2” (mica come ai tempi di De Gennaro, Mori, Pollari&pompa), “talento precoce per anagrafe e capacità”, “intelligen­za inquieta”, “cultura democratic­a e riformista”, “civil servant”, “riserva della Repubblica”, “ricostruì una Protezione civile stravolta dalla stagione berlusconi­ana” (infatti “era il vice di Bertolaso”), “ricostruì la cultura della ‘sua’ Polizia”, “figlio del popolo”, “cultura riflessiva nelle indagini”, “combina le competenze che la lingua inglese felicement­e distingue in ‘safety’ e ‘security’”; peccato soltanto che abbia “negato per orgoglio e testardagg­ine a suo padre la gioia di vederlo laurearsi in Giurisprud­enza”. Ma che sarà mai. Come disse Cetto La Qualunque, precursore di tutti i Migliori: “Vogliono negare a mia figlia il posto di primario di chirurgia con la scusa che non è laureata. Ma a che cazzo serve la laurea!? Mia figlia ha due mani da fata: può operare!”.

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