Il Fatto Quotidiano

Le quote fuffa dei vice

- • Fornario

Caro direttore, la leghista Borgonzoni, che incredibil­mente non legge un libro da tre anni, torna sottosegre­taria alla Cultura di Franceschi­ni, che incredibil­mente non scrive un libro da tre anni. Quella che si candidava alla guida dell’emilia-romagna “confinante con Trentino e Umbria” (la Lega non era per la difesa dei confini?). Sottosegre­tario all’istruzione è il leghista Rossano Sasso, che credeva di citare Dante e invece era Topolino . Ci è andata bene, poteva essere una citazione di Giavazzi. È noto per aver organizzat­o una ronda contro il “Bastardo clandestin­o” accusato – da Sasso – di stupro e risultato estraneo ai fatti (ma il forcaiolo giustizial­ista è Bonafede). C’è poi l’avvocato di Berlusconi, autore dell’emendament­o salva-ex Cavaliere poiché Ruby, marocchina, era nipote dimubarak, egiziano (dice Borgonzoni che Egitto e Marocco confinano).

Sono esponenti delle “Quote-fuffa” inaugurate da Draghi per attirare le poche critiche al governo e lasciare lavorare indisturba­ti gli altri. Draghi dà in pasto all’opinione pubblica gli strafalcio­ni di Borgonzoni per distrarci dai trascorsi del ministro dello Sviluppo economico Giorgetti, prima nel Msi e poi – in quota Lega e saggio di Napolitano – relatore del Pareggio di bilancio in Costituzio­ne (“Si è battuto più di tutti per farlo approvare!”, lo elogia Monti). “Quote-fuffa” per distrarci dai conflitti di interessi del ministro alla Transizion­e ecologica Roberto Cingolani, frequentat­ore della Leopolda e manager di Leonardo, prima industria bellica italiana, che dirotta milioni di fondi al laboratori­o diretto prima da lui e poi dalla moglie (forse Grillo, che lo ha indicato, intendeva ministro della trans-azione ecologica). “Q u ot e - f uff a ” per distrarci dai conflitti d’interessi di Colao all’innovazion­e tecnologic­a e la transizion­e digitale, 10 anni alla guida di Vodafone e ora consiglier­e di amministra­zione del colosso del 5G Verizon. Per distrarci, principalm­ente, dai trascorsi dello stesso Draghi che, nel discorso di insediamen­to copia un articolo dell’ultraliber­ista Giavazzi e poi lo assume come consulente (deve essere una mossa per far emergere il lavoro nero). Giavazzi che a sua volta citava Draghi che citava Giavazzi sui presunti benefici dell’austerity. Abbiamo capito chi è che tramanda la ricetta delle penne alla vodka con la panna indigesta dagli anni 80. I giornali ricordano il Draghi allievo di Caffè e quello del Wha

tever it takes, ma dimentican­o il Draghi della Goldman Sachs, quello che a bordo del Panfilo Britannia ha spiegato agli investitor­i privati stranieri come accaparrar­si i gioielli italiani, quello che ha chiuso i bancomat alla Grecia e che, insieme all’attuale ministro dell’economia e delle Finanze, Daniele Franco, ha scritto la lettera con cui la Bce ha imposto all’italia le riforme lacrime e sangue attuate da Monti e proseguite con Renzi in ossequio alle raccomanda­zioni di Giavazzi.

Dalle colonne del Corriere , l’attuale consiglier­e economico di Palazzo Chigi chiede e ottiene infatti il “Contratto a tutele crescenti di Ichino e Blanchard” con la fine dell’articolo 18 e il taglio del cuneo fiscale. Nello stesso articolo auspicatag­li alla spesa, l’ abolizione dell’università gratuita (gratuita?! Ma dove?) e della Cig. Per quello Draghi ha assoldato Cottarelli, altro grande fan del Jobs Act, che nel 2015 ha definito “possibili tagli alla spesa sanitaria trai 3 e i 5 miliardi” e ha scritto I dieci comandamen­ti dell’econo

mia italiana con l’ultraliber­ista Alessandro De Nicola, che oggi si rammarica per la sentenza che impone le assunzioni dei rider e plaude al contratto firmato dalla sola Ugl per legalizzar­e il cottimo. Dall’ugl, non a caso, arriva il viceminist­ro all’economia Durigon. Per spolpare quel che resta dei lavoratori all’ombra delle “quote-fuffa”.

LIBERISMO LE QUOTE FUFFA SERVONO A DISTRARCI DAI PROBLEMI REALI: LAVORO E POVERTÀ

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