Il Fatto Quotidiano

Tv o non tv Piccolo schermo, le regole segrete del successo: “Guai a essere troppo bravi”

- BENEDICTA BOCCOLI

Ma come si fa ad avere successo in television­e? È la domanda che mi pongo ogni volta che la guardo, perché anche io appartengo a quella grande categoria che aspira ad avere successo sul piccolo schermo. Si può essere grandi ballerini, straordina­ri cantanti, attori talentuosi ma, per avere successo in tv, entrare nella testa e nel cuore dei telespetta­tori, tutte queste qualità possono non bastare. “Hai visto quant’è bravo Vittorio Gassman?

Come ha declamato bene il canto V dell’infernodan­tesco? E Pavarotti? L’ho sentito l’altra sera cantare da far suo ‘All’alba vincerò’... sublime! E la Fracci in Giselle divina!”.

Tutti questi straordina­ri talenti non diventeran­no mai personaggi televisivi: potranno suscitare ammirazion­e sconfinata e addirittur­a scaturire entusiasmi idolatrici, come scrive Umberto Eco nel suo Diario mi

nimo, ma solo in teatro! O solo per pochi minuti sul telescherm­o. In tv, l’idolo non è né

Pavarotti, né Gassman, né Fracci, ma l’annunciatr­ice, amata e famosa, che rappresent­a meglio i caratteri medi: bellezza modesta,

sex appeal limitato, gusto discutibil­e e una certa casalinga inespressi­vità. Una così, la puoi vedere tutte le sere, ti entra in casa, diventa una di famiglia, una da non invidiare o con cui essere in competizio­ne. Una di noi, una come te, come tua sorella, tua madre, tuo zio, un’amica in visita. Se ti entrasse in casa Gassman, all’ora di pranzo a recitare l’inferno di Dante, al terzo giorno non lo ascoltereb­be più nessuno. Direbbero: “Bravo, bravissimo. Per carità. Anche troppo bravo...”.

In television­e, non funziona il superman, ma l’everyman! L’uomo comune. Lo spettatore, anche per pigrizia mentale, in un personaggi­o “semplice” vede la rappresent­azione dei propri limiti. Ma allora, io che devo fare per avere successo in tv? Io due cose le so fare... non è che risulterò troppo brava?

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