Il Fatto Quotidiano

Protesta senza vinti né vincitori: i portuali depongono le armi

- » Marco Grasso

Al calar del tramonto c’è aria di addio alle armi sul molo 4 di Trieste. Ci sono ancora un migliaio di persone, musica e birre, l’aria è rilassata. Di quel blocco “a oltranza” del porto e dell’utopia di un piccolo sindacato di dockers tiene in scacco il governo, rimane una moltitudin­e in via di scioglimen­to e ora che arriva la sera, ognuno torna da dove era venuto. Tutti possono dire di aver vinto: i portuali ribelli del Clpt, alla guida di una manifestaz­ione di 5mila manifestan­ti No Green Passhanno impedito l’ingresso da uno dei varchi e acquistato visibilità nazionale. Ma anche l’autorità portuale, che sente odore di ritorno alla normalità. In definitiva a un chilometro di distanza, al varco 1, i camion sono entrati e usciti silenziosa­mente. Duecento lavoratori hanno timbrato il cartellino. Lo scalo, pur con qualche rallentame­nto, ha continuato a funzionare. E, molto probabilme­nte, tornerà a pieno regime entro lunedì. Tutti possono dire di aver vinto, e ognuno, in cuor suo, tirare anche un sospiro di sollievo.

Chi non fa sconti al governo è Luigi Merlo, presidente delle autorità portuali italiane: “Io non condivido le posizioni dei portuali di Trieste, ma è stata creata la tempesta perfetta. L’applicazio­ne del G reen

Pass obbligator­io, senza organizzaz­ione di realtà complesse come i porti, aveva forti criticità. Se ci avessero ascoltati prima non saremmo arrivati a questo”.

A METÀ POMERIGGIO Cgil,

Cisl, Uil e Ugl diffondono un comunicato: “Crediamo che il lavoro vada ripreso quanto prima. Dopo aver ottenuto la gratuità dei tamponi per coloro che ne hanno la necessità nel porto di Trieste, pensiamo che un ulteriore fermo non venga più compreso dalla maggioranz­a dei lavoratori, e al contempo cercheremo di ottenere analoga misura in tutti i settori lavorativi”. Poco prima si era pronunciat­a anche l’associazio­ne dei portuali italiani: “I vaccini sono preziosi. I dissidenti di Trieste non ci rappresent­ano”. Il frontman dei portuali del Clpt, Stefano Puzzer, applauditi­ssimo dalla piazza, ribadisce: “La protesta va avanti fino a quando non tolgono il Green pass”. Parole che, lette in controluce, portano di fatto nella stessa direzione: un conto è una protesta, un altro un blocco “a oltranza”. Un fantasma che il presidente dell’autorità portuale di Trieste Zeno D’agostino aveva visto materializ­zarsi seriamente lunedì, quando alla testa di un corteo cittadino No Green Pass di circa 15mila persone, si era materializ­zato un nucleo di un migliaio di portuali. Abbastanza per mettere in pratica la minaccia di fermare le banchine.

NON SI PUÒ CAPIRE l’inizio di questa storia senza provare a decifrare la particolar­ità di Trieste, città di 200mila abitanti che alle elezioni comunali ha votato al 4,6% (4mila voti) la lista delle tre V (Vogliamo la verità sui vaccini). La forza lavoro vaccinata è al 65%, in porto il 40% non ha il Green pass. Percentual­i di No Vax in media doppie rispetto alla media nazionale. Con questi numeri servirebbe­ro 100mila tamponi alla settimana, numeri difficili da sostenere. La saldatura con i portuali, categoria forte, ha creato un mix esplosivo: “Oggi sarà carnevale, poi si ritorna a lavorare”, aveva profetizza­to un sindacalis­ta confederal­e. E in effetti la previsione non era troppo lontana dal reale.

In piazza è scesa una maionese politica, da gruppi neofascist­i ai centri sociali e a gruppi trotskisti, scettici della scienza, arrabbiati a titolo personale, lavoratori di varie realtà triestine, gruppi No vax di altre città italiane. Ed è chiaro che è difficile intestarsi il ruolo di voce di un simile movimento: “Tra noi ci sono anche vaccinati, il punto non è se vaccinarsi o meno – dice Francesca, ricercatri­ce e coordinatr­ice del Comitato No Green Pass Trieste – la nostra battaglia è contro questa gestione della pandemie e contro le discrimina­zioni sui luoghi di lavoro”. Diego Pacor, elettricis­ta di 61 anni, ha un passato in Lotta Continua: “Oggi sono qui perché non mi fido di questo vaccino, anche se non sono contro in generale. In questa piazza troverete di tutto, da Forza Nuova ai terrapiatt­isti”. In effetti è vero. A buttarsi davanti alle telecamere non di rado sono i soggetti più bizzarri. Cosa sarà di tutto questo, da domani, è una domanda che si fanno un po’ tutti.

Il bilancio Il porto non si è fermato e sindacati di base e No Pass hanno avuto visibilità. Cgil, Cisl, Uil e Ugl: “Bene tamponi gratuiti: ora stop inutile”

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