Protesta senza vinti né vincitori: i portuali depongono le armi
Al calar del tramonto c’è aria di addio alle armi sul molo 4 di Trieste. Ci sono ancora un migliaio di persone, musica e birre, l’aria è rilassata. Di quel blocco “a oltranza” del porto e dell’utopia di un piccolo sindacato di dockers tiene in scacco il governo, rimane una moltitudine in via di scioglimento e ora che arriva la sera, ognuno torna da dove era venuto. Tutti possono dire di aver vinto: i portuali ribelli del Clpt, alla guida di una manifestazione di 5mila manifestanti No Green Passhanno impedito l’ingresso da uno dei varchi e acquistato visibilità nazionale. Ma anche l’autorità portuale, che sente odore di ritorno alla normalità. In definitiva a un chilometro di distanza, al varco 1, i camion sono entrati e usciti silenziosamente. Duecento lavoratori hanno timbrato il cartellino. Lo scalo, pur con qualche rallentamento, ha continuato a funzionare. E, molto probabilmente, tornerà a pieno regime entro lunedì. Tutti possono dire di aver vinto, e ognuno, in cuor suo, tirare anche un sospiro di sollievo.
Chi non fa sconti al governo è Luigi Merlo, presidente delle autorità portuali italiane: “Io non condivido le posizioni dei portuali di Trieste, ma è stata creata la tempesta perfetta. L’applicazione del G reen
Pass obbligatorio, senza organizzazione di realtà complesse come i porti, aveva forti criticità. Se ci avessero ascoltati prima non saremmo arrivati a questo”.
A METÀ POMERIGGIO Cgil,
Cisl, Uil e Ugl diffondono un comunicato: “Crediamo che il lavoro vada ripreso quanto prima. Dopo aver ottenuto la gratuità dei tamponi per coloro che ne hanno la necessità nel porto di Trieste, pensiamo che un ulteriore fermo non venga più compreso dalla maggioranza dei lavoratori, e al contempo cercheremo di ottenere analoga misura in tutti i settori lavorativi”. Poco prima si era pronunciata anche l’associazione dei portuali italiani: “I vaccini sono preziosi. I dissidenti di Trieste non ci rappresentano”. Il frontman dei portuali del Clpt, Stefano Puzzer, applauditissimo dalla piazza, ribadisce: “La protesta va avanti fino a quando non tolgono il Green pass”. Parole che, lette in controluce, portano di fatto nella stessa direzione: un conto è una protesta, un altro un blocco “a oltranza”. Un fantasma che il presidente dell’autorità portuale di Trieste Zeno D’agostino aveva visto materializzarsi seriamente lunedì, quando alla testa di un corteo cittadino No Green Pass di circa 15mila persone, si era materializzato un nucleo di un migliaio di portuali. Abbastanza per mettere in pratica la minaccia di fermare le banchine.
NON SI PUÒ CAPIRE l’inizio di questa storia senza provare a decifrare la particolarità di Trieste, città di 200mila abitanti che alle elezioni comunali ha votato al 4,6% (4mila voti) la lista delle tre V (Vogliamo la verità sui vaccini). La forza lavoro vaccinata è al 65%, in porto il 40% non ha il Green pass. Percentuali di No Vax in media doppie rispetto alla media nazionale. Con questi numeri servirebbero 100mila tamponi alla settimana, numeri difficili da sostenere. La saldatura con i portuali, categoria forte, ha creato un mix esplosivo: “Oggi sarà carnevale, poi si ritorna a lavorare”, aveva profetizzato un sindacalista confederale. E in effetti la previsione non era troppo lontana dal reale.
In piazza è scesa una maionese politica, da gruppi neofascisti ai centri sociali e a gruppi trotskisti, scettici della scienza, arrabbiati a titolo personale, lavoratori di varie realtà triestine, gruppi No vax di altre città italiane. Ed è chiaro che è difficile intestarsi il ruolo di voce di un simile movimento: “Tra noi ci sono anche vaccinati, il punto non è se vaccinarsi o meno – dice Francesca, ricercatrice e coordinatrice del Comitato No Green Pass Trieste – la nostra battaglia è contro questa gestione della pandemie e contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro”. Diego Pacor, elettricista di 61 anni, ha un passato in Lotta Continua: “Oggi sono qui perché non mi fido di questo vaccino, anche se non sono contro in generale. In questa piazza troverete di tutto, da Forza Nuova ai terrapiattisti”. In effetti è vero. A buttarsi davanti alle telecamere non di rado sono i soggetti più bizzarri. Cosa sarà di tutto questo, da domani, è una domanda che si fanno un po’ tutti.
Il bilancio Il porto non si è fermato e sindacati di base e No Pass hanno avuto visibilità. Cgil, Cisl, Uil e Ugl: “Bene tamponi gratuiti: ora stop inutile”