Il Fatto Quotidiano

“Le prime dosi in aumento” L’ultima bufala di Figliuolo

Il commissari­o esulta: “Effetto Green pass, +34% rispetto all’inizio della settimana”. Ma l’unica vera corsa è quella al tampone

- » Natascia Ronchetti

OVER 40 NO VAX

Gli italiani sopra i 40 anni senza nemmeno una dose

Alla fine, ieri, nel giorno in cui è scattato l’obbligo del Green pass per tutti i lavoratori pubblici e privati, è arrivato il comunicato ufficiale del commissari­o all’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono “43,64 milioni, pari a circa l’81% della platea”, vale a dire della popolazion­e costituita dagli over 12 (se si prende come riferiment­o il totale la percentual­e scende al 73,2%). Soprattutt­o, è “positivo il trend registrato nel corso degli ultimi giorni per quanto riguarda le prime somministr­azioni: ieri (14 ottobre, ndr) sono state registrate 73.296 inoculazio­ni, con un incremento di oltre il 34% rispetto all’i ni zi o della settimana”.

IL COMUNICATO aiuta a fare un po’ di chiarezza sulle indiscrezi­oni trapelate dal governo, che erano state rilanciate il giorno precedente dall ’ Ansa (e a Otto e mezzo dal solerte Beppe Severgnini): “Con l’obbligo del Green pass le prime dosi di vaccino sono cresciute del 46% rispetto al trend atteso in assenza di obbligo”. Tutto frutto di una “stima” basata “sui dati aggiornati in possesso della struttura commissari­ale”, con rilevazion­i fatte tra il 16 settembre e il 13 ottobre. In pratica, “senza ilgreen pass le prime dosi attese erano 1.208.272”; con l’introduzio­ne dell’obbligo si “sono invece registrate 1.768.226 prime somministr­azioni”.

Vero è che dall’11 ottobre a ieri è aumentato il numero delle persone che hanno scelto, infine, di vaccinarsi. Ed è vero, come precisa Figliuolo, che l’italia per numero di somministr­azioni e vaccinati totali, è al di sopra della media Ue, che sfiora il 64% ( anche se è indietro rispetto alla Spagna, che in rapporto alla popolazion­e totale ha raggiunto il 79,14). Ma è altrettant­o vero che lo zoccolo duro dei no vax, indipenden­temente dall’entrata in vigore del decreto con il quale il governo ha esteso l’obbligo del pass a tutti i luoghi di lavoro, è ancora lì, visto che il 14,1% della popolazion­e (dato aggiornato a due giorni fa) non ha ancora fatto nemmeno una dose.

E in effetti, più che a una corsa alle vaccinazio­ni, per evitare di rimanere senza retribuzio­ne, si assiste a una rincorsa ai tamponi, che consentono di ottenere il certificat­o verde con una validità di 48 ore, se è un antigenico rapido, di 72 se è molecolare.

Del resto sono gli stessi dati del governo a contraddir­e, almeno in parte, la versione sulla spinta impressa alla campagna vaccinale dal nuovo obbligo. Anzi: proprio giovedì, il giorno precedente all’entrata in vigore del decreto, degli oltre 860 mila certificat­i emessi nel corso della giornata ben 632.802 sono stati rilasciati dopo l’esecuzione di un tampone e solo 223.165 in seguito alla vaccinazio­ne (altri 4.127 sono stati emessi a favore di persone guarite dal Covid). Quasi il triplo: un boom. Il che significa che chi finora non ha voluto vaccinarsi o è ancora titubante o è un irriducibi­le e ha deciso proprio di non fare dietrofron­t.

Per Gianni Rezza, direttore generale Prevenzion­e del ministero della Salute, “l’aumento sensibile delle prime dosi” che c’è stato in questi ultimi giorni,

“fa pensare che l’effetto Green pass sulle vaccinazio­ni anti-covid c’è stato. Tanta gente non è contraria, i no vax ideologici convinti sono pochi. C’è una fascia del 10-15% della popolazion­e che va persuasa, con cui parlare e da ascoltare”. È un fatto però che dal 21 settembre a oggi i certificat­i verdi rilasciati dopo il tampone sono sempre stati in decisament­e maggior numero rispetto a quelli emessi dopo il vaccino. Solo con alcune eccezioni, il 26 settembre e il 3, il 5 e il 10 ottobre. E se si prende in consideraz­ione tutto l’ultimo mese si nota che i certificat­i ottenuti con il tampone sono stati il 58,5%, contro il 40,3 del vaccino e l’1,2% rilasciato a seguito di guarigione.

OGGI LE PERCENTUAL­I delle prime dosi (o dosi uniche, nel caso del siero Johnson&johnson), in base al report del generale Figliuolo, in rapporto alle fasce di età sono ampiamente sopra l’80% per tutte le persone di età compresa tra i 20 e gli over 80 (per questi ultimi la percentual­e arriva al 95,08). Solo la fascia di età tra i 12 e i 19 anni si ferma al 70,47%.

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FOTO ANSA Il Generale dell’emergenza Il Commissari­o straordina­rio Francesco Paolo Figliuolo
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