Morandi, il ministero in aula contro se stesso ma non contro Aspi
Il colpo di scena si materializza alla fine del primo giorno dell’udienza preliminare del maxi-processo sulla strage del Ponte Morandi. Una giornata campale, con decine di parti coinvolte, centinaia di candidati tra le possibili parti civili, questioni giuridiche complesse ancora da sciogliere, come la ricusazione del gup proposta da Giovanni Castellucci e altri ex manager di Aspi, che rischiano di allungare i tempi. La notizia del giorno è però un’a l t r a . I l Mims ( ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili) e la Presidenza del Consiglio chiedono i danni a tutti gli imputati tranne uno: Autostrade per l’italia.
NELLO STESSO giorno vengono anche ufficializzati i piani di investimento miliardari della società che chiudono il contenzioso aperto con il ministero in vista dell’accordo con Cassa depositi e prestiti. Ed è a questo punto che il quadro complessivo dell’accordo si ricompone. Cdp valuta Autostrade per l’italia 9 miliardi, 8 vanno ad Atlantia, dicui il 30% è in mano alla famiglia Benetton. A questo punto, per quale motivo il governo dovrebbe chiedere i danni a se stesso?
Spiegata così sembrerebbe (quasi) lineare, una spietata logica di realpolitik . Ma è un esito tutt’altro che scontato e soprattutto dichiarato. Come dimostra un comunicato del Ministero a dir poco criptico: “Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e Autostrade per l’italia (Aspi) ieri hanno sottoscritto un accordo con cui, a seguito del crollo del Ponte Morandi, si definisce la procedura avviata dal ministero nell’agosto 2018 per grave inadempimento agli obblighi di manutenzione e custodia della rete autostradale da parte del concessionario Aspi. E oggi, nell’udienza preliminare nell’ambito del procedimento penale instaurato presso il tribunale di Genova per il crollo del Ponte Morandi, la Presidenza del Consiglio e il Mims si sono costituiti parte civile nei confronti degli imputati”.
In realtà non di tutti. Di 60 su 61. Il ministero chiede i danni solo a una delle due società coinvolte, Spea Engineering, azienda controllata da Aspi che aveva il compito di effettuare i monitoraggi delle opere, che a questo punto si candida a diventare una bad company. E li chiede pure ai suoi ex dirigenti, sotto inchiesta per i mancati controlli. I l provveditore Roberto Ferrazza, difeso finora dall’avvocatura dello stato, ha avuto notizia della dismissione del mandato giovedì notte, poche ore prima dell’ inizio dell’udienza. Il Comune di Genova e la Regione Liguria si costituiscono parte civile, con una formula che anticipa però l’usci ta anticipata dal processo: con un risarcimento si ritireranno.
I parenti delle vittime, a cui inizialmente era sfuggito che nella richiesta danni mancava proprio Autostrade, hanno reagito con rabbia: “Forse l’entusiasmo per un’inaspe ttata notizia ci ha oscurato la realtà – commenta Egle Possetti, presidente del comitato ricordo delle vittime – forse non interpretare la calma delle controparti, non ci ha fatto accendere i riflettori per osservare con la necessaria lucidità. La Presidenza del Consiglio e il Mims si sono costituiti parte civile al processo per il disastro del Ponte Morandi, ma contrariamente alle prime sensazioni in aula, non è coinvolta nell’iniziativa Aspi, che allo stato attuale non risulta interessata. Questo è inquietante. In queste ore è stato anche firmato un accordo parallelo fra ministero e Aspi, (coincidenza originale che avvenga oggi) che porterebbe investimenti e ricadute sul territorio ligure, positivi se non ci fosse lo spettro all’orizzonte della firma definitiva dell’accordo fra Cdp e Aspi per la cessione della concessionaria. Temiamo che questa parziale costituzione al processo sia il triste preludio di quello che potrebbe avvenire, noi continuiamo a ribadire che questo accordo, se firmato, getterebbe al macero la memoria delle 43 vittime, lo Stato negherebbe la sua funzione di equità, costringerebbe a un esborso miliardario e ci farebbe sentire ancora una volta dimenticati. Non permettiamo tutti insieme che passi questa vergogna, non premiamo chi non lo merita”.
PARADOSSI
PARTE CIVILE SOLO CONTRO DIRIGENTI E MANAGER