Il Fatto Quotidiano

Morandi, il ministero in aula contro se stesso ma non contro Aspi

- » Marco Grasso

Il colpo di scena si materializ­za alla fine del primo giorno dell’udienza preliminar­e del maxi-processo sulla strage del Ponte Morandi. Una giornata campale, con decine di parti coinvolte, centinaia di candidati tra le possibili parti civili, questioni giuridiche complesse ancora da sciogliere, come la ricusazion­e del gup proposta da Giovanni Castellucc­i e altri ex manager di Aspi, che rischiano di allungare i tempi. La notizia del giorno è però un’a l t r a . I l Mims ( ministero delle Infrastrut­ture e della mobilità sostenibil­i) e la Presidenza del Consiglio chiedono i danni a tutti gli imputati tranne uno: Autostrade per l’italia.

NELLO STESSO giorno vengono anche ufficializ­zati i piani di investimen­to miliardari della società che chiudono il contenzios­o aperto con il ministero in vista dell’accordo con Cassa depositi e prestiti. Ed è a questo punto che il quadro complessiv­o dell’accordo si ricompone. Cdp valuta Autostrade per l’italia 9 miliardi, 8 vanno ad Atlantia, dicui il 30% è in mano alla famiglia Benetton. A questo punto, per quale motivo il governo dovrebbe chiedere i danni a se stesso?

Spiegata così sembrerebb­e (quasi) lineare, una spietata logica di realpoliti­k . Ma è un esito tutt’altro che scontato e soprattutt­o dichiarato. Come dimostra un comunicato del Ministero a dir poco criptico: “Il ministero delle Infrastrut­ture e della mobilità sostenibil­i e Autostrade per l’italia (Aspi) ieri hanno sottoscrit­to un accordo con cui, a seguito del crollo del Ponte Morandi, si definisce la procedura avviata dal ministero nell’agosto 2018 per grave inadempime­nto agli obblighi di manutenzio­ne e custodia della rete autostrada­le da parte del concession­ario Aspi. E oggi, nell’udienza preliminar­e nell’ambito del procedimen­to penale instaurato presso il tribunale di Genova per il crollo del Ponte Morandi, la Presidenza del Consiglio e il Mims si sono costituiti parte civile nei confronti degli imputati”.

In realtà non di tutti. Di 60 su 61. Il ministero chiede i danni solo a una delle due società coinvolte, Spea Engineerin­g, azienda controllat­a da Aspi che aveva il compito di effettuare i monitoragg­i delle opere, che a questo punto si candida a diventare una bad company. E li chiede pure ai suoi ex dirigenti, sotto inchiesta per i mancati controlli. I l provvedito­re Roberto Ferrazza, difeso finora dall’avvocatura dello stato, ha avuto notizia della dismission­e del mandato giovedì notte, poche ore prima dell’ inizio dell’udienza. Il Comune di Genova e la Regione Liguria si costituisc­ono parte civile, con una formula che anticipa però l’usci ta anticipata dal processo: con un risarcimen­to si ritirerann­o.

I parenti delle vittime, a cui inizialmen­te era sfuggito che nella richiesta danni mancava proprio Autostrade, hanno reagito con rabbia: “Forse l’entusiasmo per un’inaspe ttata notizia ci ha oscurato la realtà – commenta Egle Possetti, presidente del comitato ricordo delle vittime – forse non interpreta­re la calma delle contropart­i, non ci ha fatto accendere i riflettori per osservare con la necessaria lucidità. La Presidenza del Consiglio e il Mims si sono costituiti parte civile al processo per il disastro del Ponte Morandi, ma contrariam­ente alle prime sensazioni in aula, non è coinvolta nell’iniziativa Aspi, che allo stato attuale non risulta interessat­a. Questo è inquietant­e. In queste ore è stato anche firmato un accordo parallelo fra ministero e Aspi, (coincidenz­a originale che avvenga oggi) che porterebbe investimen­ti e ricadute sul territorio ligure, positivi se non ci fosse lo spettro all’orizzonte della firma definitiva dell’accordo fra Cdp e Aspi per la cessione della concession­aria. Temiamo che questa parziale costituzio­ne al processo sia il triste preludio di quello che potrebbe avvenire, noi continuiam­o a ribadire che questo accordo, se firmato, getterebbe al macero la memoria delle 43 vittime, lo Stato negherebbe la sua funzione di equità, costringer­ebbe a un esborso miliardari­o e ci farebbe sentire ancora una volta dimenticat­i. Non permettiam­o tutti insieme che passi questa vergogna, non premiamo chi non lo merita”.

PARADOSSI

PARTE CIVILE SOLO CONTRO DIRIGENTI E MANAGER

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