C’è un cadavere nella Stonehenge sicula: chi ammazza politici e pedofili?
Quanti sanno che la Sicilia ha la sua Stonehenge, con menhir preistorici che rappresentano peni e vagine? “Sembra strano che di un sito così particolare non se ne parli in nessuna opera di nessuna epoca. Come pure è strano che della gente passata da qui per chissà quanti secoli non si è mai trovato niente”. Siamo sull’altopiano di Argimusco, a Montalbano Elicona, tra i Nebrodi e i Peloritani nel Messinese. Qui viene ritrovato il cadavere di uno spacciatore che non solo faceva prostituire la fidanzata, ma poi l’ha anche sfregiata con l’acido. Un bastardo, insomma. In fronte ha tre buchi che formano un triangolo equilatero e l’omicidio è rivendicato da una setta di giustizieri che si definisce la Faina. Stesso rituale per altri due delitti: un onorevole ladro e un pedofilo colpevole lasciato libero.
LE INDAGINI mettono insieme felicemente, senza alcuna forma di rivalità, il commissario Franco Mancuso e il tenente dei carabinieri Fabio Trevisan, di stanza a Palermo. Tre è un thriller siculo unico nel suo genere. Una trama esoterica (ricordate i Beati Paoli?) dalle radici profonde in quel mistero eterno e sempre nuovo che è la Sicilia: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno le faine” (Tomasi di Lampedusa). L’autore è Carlo Barbieri, scrittore eclettico nonché “siciliano di mare aperto” che ha vissuto per lustri in Medio Oriente. Barbieri è anche una sorta di Camilleri d’i picciriddi: la sua serie di Dieci piccoli gialli (Einaudi) ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stata tradotta in Cina. E adesso in libreria arriva il terzo volume con protagonista Ciccio l’investigatore bambino. Tre non è la prima inchiesta del commissario Mancuso, poliziotto con la passione della sublime rosticceria siciliana e che ama Giusi, sovente decisiva per la risoluzione dei casi.