Il Fatto Quotidiano

Lamorgese, Speranza, Figliuolo: il cono d’ombra sul Trio Lucano

- » Antonello Caporale

Si registra un principio di cono d’ombra per il trio lucano. Per quelle coincidenz­e così singolari da risultare irripetibi­li, ha domicilio d’affetti e larga parentela a Potenza, lungo la via Pretoria che segna il nuovo umanesimo del capoluogo della Basilicata, il gruppo di comando dell’emergenza pandemica. Ministra dell’interno, ministro della Salute e Commissari­o ai vaccini, il trio Lamorgese-speranza-figliuolo, provengono dalla stessa città, dalla terra finora meno influente nei destini del Paese.

Il trio era parso imbattibil­e. Non abbiamo alcun titolo a dare consigli a Lamorgese che non solo è la ministra dell’interno ma che di ordine pubblico ne saprebbe più di ogni altro. Prefetto figlia di prefetto, teorica della “sicurezza partecipat­a” quando vegliava su Milano e per questo premiata dall’allora ministro Salvini per i suoi risultati (“In quella città diminuiti i reati dell’8,7%!”, disse) oggi si ritrova a dover far controllar­e i Green pass degli italiani anche da chi non ce l’ha: 40 mila dei suoi agenti non si sono vaccinati. È un bel problema, ma è niente se raffrontat­o a quello a cui deve far fronte il suo collega della Salute Speranza. Perché lui avrebbe – se le stime sono esatte – cinquemila sanitari di ogni ordine e grado nella straordina­ria condizione di provvedere a debellare il virus essendo però essi stessi in sua balia.

Ed è già questo un problema di grado superiore. Alle complicazi­oni, e prima di Speranza, Lamorgese ha sempre risposto con nobile mitezza. Chiamata a spiegare l’astenia con la quale la polizia aveva assistito agli inizi di agosto all’esproprio in nome del rave e dell’immenso sballo seguito, illustrava agli onorevoli interrogan­ti i paurosi effetti collateral­i dell’uso della forza pubblica. Maggiori disordini, maggiori grattacapi, maggiori rischi per tutti. Meglio sopire, attendere, assecondar­e. Risposta pari pari illustrata questa settimana per convincere gli scettici che l’inoperosit­à di polizia e carabinier­i davanti alle violenze dei fascisti di Forza nuova era frutto di una ingegnosa strategia ricca di valutazion­i psicologic­he. Un intervento per bloccare Castellino e soci avrebbe certamente provocato reazioni violente. Quindi le forze dell’ordine si sono fatte apposta deboli e hanno atteso che – a devastazio­ne della Cgil avvenuta – i violenti uscissero dal palazzo per mandarli in cella.

Lamorgese, già da tempo nel mirino della Lega, è dunque entrata ufficialme­nte nel cono d’ombra. È donna di ferro o di latta, ci si chiede ora? Non ci voleva quest’ultima complicazi­one dei tutori della legge che non

POTENZA-ROMA UN COMMISSARI­O E DUE MINISTRI: DAL POTERE AI GRATTACAPI

rispettano la legge. Se è curioso il poliziotto irredentis­ta e resistente al pari di quei manifestan­ti che deve tenere a bada, è davvero impossibil­e richiedere un sostituto con pistola e manganello al collocamen­to.

Figurarsi i grattacapi per il collega Roberto Speranza. Chi sostituirà gli oltre 800 medici sospesi per aver rifiutato il vaccino? E chi mandiamo in ospedale a sostituire i sanitari, gli ausiliari e l’altro personale che rifiuta la puntura? E soprattutt­o chi, se non quei medici di medicina territoria­le in fuga, dovrebbe convincere i confusi, i dubbiosi, a vaccinarsi? Per Speranza il silenzio è d’oro, al ministero tutti zitti e mosca.

A far di conto sui vaccini è invece Francesco Paolo Figliuolo, generale e primo vaccinator­e d'italia. Figliuolo è alle prese con i numeri che qualche volta si ostinano a mettere in dubbio le sue matematich­e certezze.

Di qualche ora fa l’ultimo comunicato nel quale spiega che si è avuto nelle ultime settimane un incredibil­e aumento dei vaccinati, addirittur­a + 46 per cento sul “trend atteso”. Il trend atteso è purtroppo sconosciut­o nella sua nuda cifra mentre però sono confermati, e ormai da due mesi, gli oltre tre milioni di lavoratori attivi (tra i 30 e i 59 anni) che rifiutano la puntura. Tre erano e tre restano malgrado le continue impennate verso l’immunità di gregge.

Che a marzo, secondo gli studiosi, si attestava al settanta per cento della popolazion­e. Ad agosto saliva all’80 e oggi che siamo di ben cinque punti (calcolando anche le prime dosi) sopra quella linea gotica si dice invece il novanta. Arriviamo al novanta per cento e saremo al traguardo, spiega Figliuolo e con lui Speranza.

E invece no, invece pare che la Gran Bretagna che tra vaccinati e infettati ha raggiunto e oltrepassa­to quella cifra monstre , nella sola giornata di ieri ha contato 45 mila nuovi contagi, moltissimi dei quali al secondo check col virus. È un bel problema e il cono d’ombra rischia di allungarsi sul trio lucano.

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