Il Fatto Quotidiano

La Cgil: “Niente chiacchier­e: serve un atto concreto per sciogliere Fn”

- Vincenzo Bisbiglia

Una piazza così gremita nella Capitale non si vedeva da anni, almeno dai tempi delle proteste contro il Jobs act e l’abolizione dell’articolo 18. “Siamo 200 mila” dicono gli organizzat­ori; “al massimo 60 mila”, correggono dalla Questura nel ricorrente balletto di cifre. Fatto sta che la marea rossa – con chiazze di verde e blu – che si è riunita ieri a San Giovanni al grido di “mai più fascismi” ha legittimat­o il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, a invocare un salto di qualità del governo nella battaglia contro l’estremismo di destra: “Le forze che si richiamano al fascismo e che usano violenza devono essere sciolte”. Tradotto: è ora di sciogliere Forza Nuova. “Questa piazza chiede atti concreti e non chiacchier­e o impegni – ha gridato Landini dal palco – Dalla solidariet­à si deve passare all’azione concreta. È il momento che lo Stato dimostri la sua forza democratic­a nel far applicare le leggi e la Costituzio­ne”. E ancora: “Si è

L’assalto (al lavoro) Dopo l’irruzione nella sede, 200 mila manifestan­o in difesa di “tutto il sindacato”

antifascis­ti per garantire la democrazia di tutti e i principi della nostra Costituzio­ne”.

PROPRIO LA CGIL, come noto, era stata colpita al cuore sabato 9 ottobre, con l’assalto alla sede nazionale di Corso d’italia avvenuto al termine della manifestaz­ione “No Green Pass” svoltasi a piazza del Popolo. In testa al corteo i leader del partito di estrema destra, il segretario Roberto Fiore e il suo vice Giuliano Castellino, accompagna­ti dall’ex Nar Luigi Aronica. I tre sono finiti in carcere insieme ai “movimentis­ti” Pamela Testa, Biagio Passaro e Salvatore Lubrano, e sono tuttora accusati di istigazion­e a delinquere. “Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi”, arringava Castellino davanti ai “circa 3000 manifestan­ti” davanti alla sede del sindacato, come riporta il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.

LA RISPOSTA alle immagini dell’assedio, che hanno fatto il giro del mondo, è stata fluviale. “Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945”, recita lo striscione del corteo che ha preceduto la manifestaz­ione. “A me, Luigi e Pierpaolo sono bastati cinque minuti per decidere di chiamare a raduno tutti coloro che difendono la democrazia”, ha detto dal palco Landini, visibilmen­te emozionato, riferendos­i ai colleghi di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardier­i: “L’att a cco di sabato scorso non è stato solo alla Cgil, ma a tutto il sindacato”. Una solidariet­à che non è arrivata solo dalla cosiddetta Triplice, ma anche da altre sigle. “Ai fascisti del nuovo millennio diciamo che non passeranno. Noi li fermeremo”, ha gridato Luca Visentini, segretario generale della Ces, Confederaz­ione sindacale europea. In piazza anche bandiere della Usb, storicamen­te lontana dalle posizioni della Cgil.

Landini durante il suo discorso ha affrontato anche temi di stretta attualità sul fronte sindacale, dalle morti sul lavoro alla riforma fiscale per aumentare il netto in busta paga, passando ovviamente per Whirlpool e Alitalia. Ma l’obiettivo del “padrone di casa” era indubbiame­nte quello di spingere le forze politiche in Parlamento a votare la mozione per sciogliere Forza Nuova. “Mi sembra non sia solo una manifestaz­ione sindacale ma di popolo – ha detto – che conferma la domanda di democrazia che c’è nel Paese. Penso che sia una manifestaz­ione che parli a tutto il Paese, anche al governo e alle forze politiche”. La traduzione dal politiches­e la fa Stefano Fassina, deputato di Leu, in piazza con i manifestan­ti: “Ha ragione Landini: la mozione per sciogliere Forza Nuova deve essere condivisa da tutti i partiti e movimenti politici presenti in Parlamento. Altrimenti, non funziona”.

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