Whirlpool scarica gli operai e il governo: tra una settimana licenzierà 330 persone
I330 licenziamenti alla Whirlpool di Napoli ci saranno. Dopo due giorni di trattative al ministero dello Sviluppo economico tutto ciò che si è riusciti a strappare dalla multinazionale degli elettrodomestici è un nuovo mini-rinvio di una settimana. Ma è un posticipo virtuale, perché in realtà è stato concesso solo dopo che il Tribunale di Napoli ha a sua volta rimandato al 22 ottobre l’udienza della causa avviata dai sindacati contro la procedura di licenziamento collettivo. In pratica, fino a quella data l’azienda non invierà le lettere di benservito ai dipendenti: nell’alea del giudizio rischierebbe di vedersele annullare dopo pochi giorni. Una volta ottenuto il via libera dai magistrati, darà seguito a quello che cerca di fare ormai da due anni e mezzo. Venerdì a notte fonda è terminata l’ultima riunione di 14 ore, presieduta dalla viceministra del Mise Alessandra Todde. Il ministro Giancarlo Giorgetti, pur annunciato come presente, si è in realtà collegato per pochi minuti. Così come il titolare del Lavoro Andrea Orlando. I due erano in costante contatto. “Il tavolo si è concluso con il mancato accordo tra azienda e sindacati – ha spiegato Todde – e con la seguente comunicazione che dopo il 22 ottobre Whirlpool farà partire le lettere di licenziamento”. L’obiettivo era spingere l’impresa ad allungare la procedura fino al giorno in cui il consorzio di imprese al quale partecipa anche Invitalia, pronto a rilanciare il sito napoletano, sarà in grado di riassorbire i lavoratori. Non prima del 15 dicembre, secondo le ultime comunicazioni. “Abbiamo chiesto che questo elemento sia garantito, i lavoratori devono passare da Whirlpool all’assunzione nel consorzio senza tempo in mezzo”, ha detto la segretaria Fiom Francesca Re David. Martedì 19 il prossimo appuntamento, l’ennesimo di una delle vertenze più lunghe e complesse di questi ultimi anni. La decisione di abbandonare Napoli è stata comunicata dalla Whirlpool il 31 maggio 2019; scelta che ha tradito l’impegno preso a ottobre 2018 con il governo di continuare a investire in tutti gli stabilimenti italiani. Le trattative con governo e sindacati hanno solo rinviato i licenziamenti, poi congelati dal blocco imposto dal governo Conte 2 durante la pandemia. Da quando il 30 giugno sono stati sbloccati, la multinazionale ha subito avviato la nuova procedura, senza altre proroghe che pure avrebbe potuto disporre beneficiando di altra cassa integrazione gratuita.