Il Fatto Quotidiano

LA PAURA PER DELTACRON, LA LOTTERIA IN SPAGNA E GLI AGHI DEI VETERINARI

- DANIELE LUTTAZZI

In un Paese dove tutto va a commedia, e i parlamenta­ri arrivano a ricattare il governo per paura di perder la pappa, niente di meglio che affidare il nodo delle inquietudi­ni contempora­nee alle proprie Pagine di diario.

Eovviament­e, a furia di paventarla, ma quasi evocata dai tg, moderni tamburi tribali, è arrivata la nuova variante del coronaviru­s, un incrocio di Delta e Omicron. Omicron non mi faceva paura, ma questo Deltacron sì. Già dal nome: Deltacron. Sembra un cattivo dei fumetti Marvel. “I Fantastici Quattro contro Deltacron”. Cazzo! Spero che Figliuolo abbia in agenda il cellulare di Galactus. Sintomi del Deltacron: gengive sanguinant­i quando vi spazzolate i denti, sobbalzi ai rumori improvvisi, peli nel naso. Se avete due o più di questi sintomi non state a infastidir­e il vostro medico perché è già troppo tardi.

È rischiosis­simo, per i genitori cattolici, deludere i figli sull’esistenza di Babbo Natale, poiché i pargoli non ci metteranno molto a estendere quell’inesistenz­a all’altra fola, Dio. In più, ne ricavai un sentimento di presa in giro: mi vergognai di essere stato così stupido. Il presentime­nto oscurissim­o di realtà umane in tutto diverse da quelle fra le quali fino ad allora avevo vissuto mi convinse che gli adulti tenessero nascoste, a noi bambini, chissà quante altre cose, come mi confermò la rivelazion­e, anni dopo, della seconda funzione, insospetta­ta e alquanto inverosimi­le, del pisello. Arrivata finalmente la pubertà, passavo le mie estati a studiare il più interessan­te tra tutti gli animali estivi, la ragazza straniera in topless, e presto persi il controllo del mio pene. Una volta mi venne un’erezione mentre stavo consolando una mia amica con bocce sublimi cui era appena morta la madre, anche lei con bocce sublimi. Piangeva: io l’abbraccio, lei si struscia, mi viene dritto. Lei mi rimprovera, offesa, e io: “Scusami, sono desolato. Cerco di mantenermi fedele ai miei principi, ma il mio cazzo è un ipocrita. No, davvero, è terribile che tua madre sia morta. Aspetta, lascia che ti aiuti a toglierti il reggiseno...”.

Ogni anno, verso la fine, compro un biglietto della lotteria. In Spagna costa 20 euro. Il primo premio è 2 milioni, poi ci sono tanti sottopremi fino ai premiolini. Non vinco mai niente, ma quest’anno l’ultimo numero del mio biglietto era uguale all’ultimo numero del biglietto vincente, e questo è un premiolino: 20 euro. Buffo il pensiero che tutta l’enorme macchina della Loteria del Estado sia servita, in pratica, a ridarmi i 20 euro che avevo speso.

Quando eravamo in emergenza e non si trovava personale per iniettare i vaccini, si pensò di reclutare medici, infermieri e specializz­andi, e di richiamare in servizio i medici in pensione. Non si pensò però ai veterinari, nonostante maneggino siringhe tutto il giorno e riescano a infilare aghi perfino nei pit-bull, che non sono meno permalosi dei no-vax. Escludere i veterinari fu una scelta specista. “Non voglio che mi infili un ago un veterinari­o. Non sono un cavallo”. Cos’ hai paura, di diventarlo come effetto collateral­e?

Trovata un’altra fossa comune in Uganda. Questi massacri etnici rovinerann­o l’industria turistica locale. Proprio adesso che avevo cominciato a pensare all’uganda come a un posto sicuro dove potevo andare a morire di fame, essere divorato da una belva feroce o beccarmi l’aids.

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