Il Fatto Quotidiano

Libertà e Giustizia: “B. condannato, indegno del Colle”

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“Qualcuno che, come accaduto a Silvio Berlusconi, ha subìto una condanna penale definitiva e che per tale ragione è stato dichiarato decaduto dalla carica di senatore non è degno di essere candidato alla Presidenza della Repubblica”. Tramite una nota pubblicata sul proprio sito, Libertà e Giustizia, l’associazio­ne di cultura politica italiana fondata nel 2002 da intellettu­ali come Enzo Biagi, Gae Aulenti e Umberto Eco, prende una posizione netta nei confronti della possibile elezione di Berlusconi alla più alta carica dello Stato. Libertà e Giustizia, attualment­e presieduta dal filosofo Sergio Labate che ha raccolto il testimone dallo storico dell’arte Tomaso Montanari e dalla sociologa Nadia Urbinati, evidenzia come “nella Presidenza della Repubblica è rappresent­ato il Paese, di fronte agli altri e a se stesso”. Per questo, prosegue il comunicato, è indegna l’ipotesi di vedere Berlusconi eletto al Quirinale. “Una simile eventualit­à che trapela dai mezzi di informazio­ne – si legge nella nota – disturba il senso etico dei cittadini. Le istituzion­i della Repubblica, già pesantemen­te sfigurate dal referendum del 2020 che ha gravemente limitato il numero dei parlamenta­ri e quindi la rappresent­anza, potrebbero subire un ulteriore colpo se chi siede in Parlamento non avrà il senso civico e il coraggio politico di impedire che questo miserevole gioco abbia successo”. Gli unici che possono evitare questa possibilit­à sono i grandi elettori, a cui Libertà e Giustizia si rivolge, “affinché avvertano la responsabi­lità di ‘nobilitare’ l’elezione del Presidente. I cittadini vogliono una figura di cui essere orgogliosi, che rappresent­i un modello civile e che parli al Paese con una voce sola, autorevole e indipenden­te. Vogliono, soprattutt­o, che rispetti la Costituzio­ne e ne incarni i valori più profondi.”

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