Il blues di Poggi e Pesce, un antidoto (naturale) per combattere amarezza e afflizione
“La paura può farti prigioniero, la speranza può renderti libero”. È da questa frase tratta dal film Le ali della libertà che Fabrizio Poggi e Enrico Pesce si sono lasciati ispirare per comporre il loro primo album assieme intitolato Hope, in cui le anime artistiche dei due musicisti si mescolano, si influenzano, si sfidano. Nella sua lunga carriera, l’armonica a bocca è stata per il bluesman lombardo Fabrizio Poggi, la chiave che gli ha spalancato le porte della grande musica, regalandogli la possibilità di collaborare con artisti di fama internazionale e di potersi aggiudicare premi prestigiosi. In questo nuovo disco, col pianista Enrico Pesce si mettono sulle orme di Nina Simone, John Lewis del Modern Jazz Quartet, Oscar Peterson e Keith Jarrett, combinando blues, jazz e musica classica e il risultato è un sound ipnotico e sensuale, tra peccato, redenzione e spiritualità. Come nella inaspettata The house of the rising sun, brano che unisce i postriboli di New Orleans alle case di tolleranza della Napoli del Novecento, quella descritta nel romanzo La Pelle da Curzio Malaparte, che nei giorni che seguirono la liberazione dai nazifascisti, divenne abisso di vergogna e di dolore, un inferno di abiezione. In quei luoghi, spesso, si ritrovavano i grandi musicisti di jazz e i grandi compositori napoletani. Un omaggio alla musica europea che risuonava nelle stanze delle grandi case padronali che sovrastavano le piantagioni di cotone è invece Leave me to sing the blues. “È una rilettura in chiave blues e jazz di una celebre aria del Settecento – spiega Fabrizio Poggi – che si avvale di un’inedita scrittura pianistica di Enrico Pesce. Con l’aggiunta di nuove liriche il brano si è trasformato in un antico canto di libertà dalla schiavitù”. L’incessante impegno per i diritti civili che contraddistingue Fabrizio Poggi trova il suo naturale respiro in Every life matters il brano originale che apre il disco. “So che è difficile ma ti prego, non arrenderti, ce la faremo, io credo ancora nel sogno di Martin Luther King”. Insieme, Poggi e Pesce si incamminano su un sentiero già esplorato da grandi musicisti, prendendo qualcosa dal passato per creare qualcosa nel futuro. Del resto, in ciò è racchiusa l’essenza del blues. Il messaggio ben si evince dai testi delle canzoni: “Hope è un disco che vuole essere d’aiuto per guarire l’amarezza e l’afflizione: in fondo – conclude Poggi – la speranza deve avere una controparte a cui trasmetterla, perché non ci sarebbe se non condivisa. Abbiamo cercato di farlo con musiche e parole che trasmettano conforto, ma soprattutto speranza, che serve molto in un periodo come questo”.