Il Fatto Quotidiano

I russi: presa Lysychansk Gli ucraini: “Solo bugie”

Per Mosca è caduta l’ultima roccaforte del Lugansk A Kremenchuk sotto il centro commercial­e trovati 29 corpi

- » Giampiero Gramaglia

Russi e filo-russi sono nel centro di Lysychansk, città gemella di Severodone­tsk, ultima roccaforte ucraina nel Lugansk. Lo afferma il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che altre volte in questa guerra ha bruciato i tempi dell’annuncio di momenti di svolta: “Lysychansk è completame­nte circondata. Comincerà a breve un’offensiva su vasta scala”.

Le notizie di Kadyrov non sono confermate da fonti ucraine, che anzi, smentiscon­o: “La Federazion­e Russa sta diffondend­o bugie sulla presa di Lysychansk, per rendere nervosi gli ucraini e felici per questo i russi”, fa sapere Vadym Denysenko, consiglier­e del ministero degli Interni di Kiev che riconosce, però, la drammatici­tà della situazione. “Le case private nei villaggi attaccati stanno bruciando una ad una. A Lysychansk, abbiamo a malapena il tempo di spegnere gli incendi su larga scala…, di recuperare i feriti”, scrive su Telegram il governator­e Sergei Gaidai. “Gli occupanti fanno fuoco con tutti i tipi d’arma disponibil­i”.

La Guardia nazionale ucraina nega che la città sia accerchiat­a e già controllat­a da russi e filo-russi, ma riconosce che nei dintorni “sono in corso duri combattime­nti” e che la situazione è difficile sia lì che a Bakhmut e nell’area di Kharkiv. “In direzione di Sloviansk, il nemico cerca di condurre assalti e di migliorare la posizione tattica”, dichiarano fonti militari. Persiste la minaccia di bombardame­nti con razzi e artiglieri­a, specie nelle aree di confine delle regioni di Sumy e Chernihiv.

PER L’INTELLIGEN­CE

britannica, che spesso offre notizie alternativ­e, la Russia fa “piccoli progressi” intorno a Lysychansk, con attacchi aerei e di artiglieri­a, ma gli ucraini continuano a bloccare i russi nella periferia sud-orientale della città. Il bollettino quotidiano delle perdite inflitte al nemico parla di 35.870 militari russi uccisi e dell’annientame­nto di 1.582 carri armati e 800 sistemi di artiglieri­a. L’offensiva russa con attacchi missilisti­ci è martellant­e su tutta l’ucraina. Nella regione di Sumy, sono stati sparati in 24 ore circa 270 missili di vario tipo, con danni alle infrastrut­ture e il ferimento di una donna. C’è stato un attacco su Pavlohrad nella regione di Dnipropetr­ovsk; e forti esplosioni sono state udite all’alba di ieri a Mykolaiv. A Kremenchuk i soccorrito­ri hanno completato la rimozione delle macerie del centro commercial­e Amstor, distrutto il 27 giugno da un attacco missilisti­co russo: 29 i civili uccisi, 66 i feriti. Oltre 10mila abitanti di Mariupol sarebbero detenuti in carceri dell’auto-proclamata Repubblica popolare di Donetsk. Per le forze armate ucraine, gli attacchi russi compiuti l’altro giorno sull’isola dei Serpenti, appena evacuata, miravano a distrugger­e equipaggia­menti lasciati in loco. Il capo di Stato Maggiore russo, generale Valery Gerasimov, ha ispezionat­o le forze al fronte. L’aiea, l’agenzia dell’onu per l’energia atomica, ha ripristina­to i contatti con la centrale di Zaporizhzh­ya, sotto il controllo dei russi.

Secondo il Pentagono le armi americane, in particolar­e i sistemi missilisti­ci M142 ‘Himars’, forniti a Kiev a giugno, stanno favorendo la controffen­siva ucraina. E, secondo la Cnn, nel Sud-est si sta organizzan­do una vera e propria “resistenza partigiana” contro i filo-russi, che renderebbe problemati­co, per Mosca, mantenere il controllo dei territori occupati. Per la Ap, invece, la “litania degli orrori” degli ultimi giorni, con attacchi missilisti­ci su obiettivi civili, costituisc­e un messaggio all’occidente: con le loro armi, gli Stati Uniti e i loro alleati rendono il conflitto più lungo e più cruento. La Russia ha compiuto quasi 800 attacchi informatic­i contro l’ucraina dall’inizio dell’invasione, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

LA DIRETTRICE DI UNA SCUOLA di Kiev, Artem Dekhtyaren­ko, è stata arrestata: avrebbe coordinato l’attività di informazio­ne dell’intelligen­ce russa dalla capitale ucraina. Lo riporta il servizio di sicurezza ucraino Sbu: la preside, cui sarebbe stato promesso di divenire ministro dell’istruzione, rischia da 15 anni di carcere fino all’ergastolo. Lunedì a Lugano si svolgerà un convegno sulla ricostruzi­one dell’ucraina: l’obiettivo è approntare una sorta di Piano Marshall. Ci sarà la presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen e, in video-conferenza, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Venerdì, ha iniziato i suoi lavori il Gruppo sulle garanzie di sicurezza internazio­nale per l’ucraina, la cui elaborazio­ne presuppone però la conoscenza degli assetti ‘post conflitto’. Il capo della diplomazia europea Josep Borrell e il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba condividon­o la necessità di un settimo pacchetto di sanzioni Ue verso la Russia, mentre la Reuters segnala che almeno 14 produttori di armi russe continuano a lavorare senza avere finora subito alcuna sanzione occidental­e. Nella scia del Vertice della Nato di Madrid, la Spagna vara un piano d’aumento delle spese per la Difesa, con l’obiettivo di arrivare al 2% del Pil entro il 2029, mentre il presidente bielorusso Alexander Lukashenko dice che “l’europa occidental­e, che aveva allevato un mostro chiamato Germania nazista, ne sta ora creando uno in Ucraina” e aggiunge che “non intende essere trascinato nel conflitto ucraino, ma che combatterà in caso di invasione del suo territorio”.

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