Il Fatto Quotidiano

Prigionier­i, star dell’wnba libera per il trafficant­e d’armi Bout

- ALESSIA GROSSI

SCAMBIO ”IL MERCANTE DI MORTE” STA MOLTO A CUORE A MOSCA

Il destino di due americani detenuti in Russia potrebbe dipendere da ciò che gli Stati Uniti deciderann­o di fare con un trafficant­e d’armi di Mosca in carcere in Illinois: il “Mercante della morte”, le cui imprese hanno ispirato il film con Nicolas Cage. Viktor Bout, 55 anni, ex traduttore militare sovietico sta scontando una condanna a 25 anni per aver cospirato per uccidere cittadini statuniten­si e per aver venduto armi alle Forze armate rivoluzion­arie della Colombia (Farc). Dopo una grossa campagna del Cremlino per il suo rilascio definito “illegale”, i media russi hanno lasciato intendere che potrebbe essere scambiato con la star della Wbna Brittney Griner e l’ex marine Paul Whelan. Venerdì Griner è apparsa in un tribunale russo per difendersi dalle accuse di traffico di droga. Whelan, invece, è stato accusato di spionaggio nel 2018. Non sarebbe la prima volta che Usa e Russia si scambiano prigionier­i dall’inizio dell’invasione. Ad aprile, l’ex marine Trevor Reed detenuto a Mosca, è stato rilasciato in cambio di un russo condannato negli Usa. Bout è stato arrestato in Thailandia nel 2008 in un blitz dopo aver passato anni a schivare mandati d’arresto internazio­nali e il congelamen­to dei beni. Il fulcro del processo a Manhattan era il ruolo di Bout nella fornitura di armi alle Farc. Ma il “mercante della morte” ha una storia ancora più lunga di traffici di armi in alcuni dei luoghi più pericolosi e poveri del mondo. La sua relazione negli anni ‘90 con i talebani ha portato il Los Angeles Times a parlarne nel 2002, citando un ex funzionari­o del governo degli Stati Uniti che lo ha descritto come il “Donald Trump o il Bill Gates” del traffico di armi. Era anche noto per avere legami con Moammar Gheddafi. Lui ha sempre negato definendos­i semplice pilota. Anche i funzionari russi sostengono che Bout sia un imprendito­re preso di mira ingiustame­nte per motivi politici ed è diventato un caso nazionale, con gli edifici governativ­i a Mosca che hanno esposto le sue opere d’arte realizzate in prigione. Ma in molti ritengono che Bout avesse legami con il governo russo che gli hanno permesso di prendere piede nel contrabban­do internazio­nale di armi. Pare inoltre che Bout sia “davvero importante per l’intelligen­ce militare”.

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