“Milano torna a riconoscere i figli delle coppie omosesessuali”
Milano tornerà a riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali nati in Italia. L’annuncio di Giuseppe Sala è arrivato dal palco del Pride sotto le cui insegne ieri 300mila persone hanno sfilato per chiedere più diritti. “Abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali - ha detto il sindaco -. È con grande gioia che ho firmato il provvedimento”. Quello attuale, ha aggiunto, è “un momento storico molto difficile”, nel quale “un diritto come l’aborto viene cancellato. Ora qualcuno cercherà di lavorare sulle discriminazioni ed è per questo che noi dobbiamo riconoscere tutti i diritti a tutti”. Il Comune aveva proceduto con i riconoscimenti fino al 2020 quando era arrivato lo stop della Cassazione, che aveva imposto ai Comuni di smettere la pratica perché si doveva colmare il vuoto legislativo sul tema.
L’onda arcobaleno ha travolto anche Napoli, Bari, Catania, Sassari e domani Padova. “Ancora un fine settimana attraversato dalle rivendicazioni di diritti e uguaglianza - ha sottolineato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay -. Se l’italia non arretrerà non è per le promesse di qualche politico, ma perché le persone non lo permetteranno. La retromarcia sui diritti qui non passerà”. “Si deve lottare ancora per la completa applicazione dell’uguaglianza delle persone come scolpito in Costituzione, di fronte a un Parlamento che non ha la volontà di prevedere diritti per coloro che ne sono ancora privi”, ha detto Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli, sceso in piazza nella sua città. La pensa allo stesso modo Antonio Decaro, sindaco di Bari, dove hanno sfilato in 6mila: “Bari è la città dei diritti scrive -. Il diritto di amare. Il diritto di essere se stessi”. Quello che è stato negato a Cloe, la prof suicida, cui i Sentinelli hanno dedicato un flashmob: “Voi esultate, Noi moriamo”, il messaggio scritto sui cartelli innalzati dagli attivisti, mentre dal carro dell’associazione venivano diffuso le risate e gli applausi che hanno riempito in Senato quando è stato bocciato il Ddl Zan.