Il Fatto Quotidiano

Un fante italico a guardia d’una teutonica bicicletta

- » Andrea Vitali

Visto e considerat­o che il Covid non c’è mai stato, e se c’è stato è cosa che riguarda il passato e se, invece, c’è ancora, è solo un affare di poca spesa che al massimo procura una specie di influenzet­ta, mi spiego perché la gente, indigena e no, entra senza curarsi di attese e di distanze, per non parlar di mascherine, nel negozietto di alimentari davanti al quale caninament­e attendo onde poi svolgere il mio dovere di portaborse. Sarebbe un’attesa come le solite se questa mattina non mi si rivelasse anche utile a sviluppare relazioni internazio­nali, dimostrand­o la buona volontà della stirpe italica. Accade quando una teutone bicimunita, intuendo al volo il mio ruolo passivo, non si domanda se sono in attesa del mio turno, ma mi chiede di tenere d’occhio il suo biciclo per “uno minuto”. Accetto di buon grado e mi dispiaccio di non conoscere per niente l’aulica lingua di Goethe perché altrimenti l’avrei intrattenu­ta spiegandol­e che ormai il furto di biciclette è cosa rara anche da noi, ben altre essendo le mire dei ladri contempora­nei. L’ultimo di quella stirpe che nella memoria si circonda di un alone quasi glorioso ha lasciato questa mia terra una quindicina di anni orsono, forse di più. Navigato anche nel furto di verdure, salsicce e polli, non disdegnava nemmeno le biciclette delle quali si faceva però ladro “pro tempore”: più che altro era un noleggio senza sborsar moneta che gli consentiva di spostarsi da un luogo all’altro e velocement­e per ragioni di un’urgenza che poteva durare anche un paio di giorni. Esaurita la quale però la bicicletta tornava al suo padrone nel luogo esatto da cui era stata prelevata. Talvolta però si trattava anche di una sola mezzoretta, la stessa misura temporale che l’alemanna ha impiegato per fare la sua spesuccia dentro al negozio nel quale è entrata pure lei senza riguardi e nemmeno mascherina, lasciando il fante italico a guardia del suo mezzo di trasporto. Dopodiché, passato l’intermezzo di gloria, sono tornato ad aspettare le solite borse.

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