Accordo FDI-FI: via la Spazzacorrotti per i colletti bianchi
Icontatti sono stati ai massimi livelli: da una parte la capogruppo al Senato di Forza Italia Licia Ronzulli, per conto di Silvio Berlusconi, dall’altra Palazzo Chigi con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. L’accordo raggiunto – che deve essere solo ufficializzato sotto forma di pareri che saranno dati dal ministro della Giustizia Carlo Nordio – prevede la revisione della legge “Spazzacorrotti” dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede chiesta da Forza Italia, mentre Fratelli d’italia (e in parte anche la Lega) con ogni probabilità otterrà l’irrigidimento dell’ergastolo ostativo per i mafiosi e il rinvio sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione: come ha raccontato Il Fatto, l’emendamento proposto da Forza Italia rischiava di trasformarsi in una norma ad personam per Berlusconi e Giorgia Meloni preferisce non invischiarsi in questo genere di polemiche. “In un momento così complicato ci mancano solo le piazze della sinistra che ci accusa di salvare Berlusconi”, ragiona una fonte di governo.
PER ARRIVARE
allo “scambio” però dobbiamo ricapitolare la questione. Nei giorni scorsi, in commissione Giustizia al Senato, il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha presentato due emendamenti al decreto anti-rave che contiene anche la norma sull’ergastolo ostativo. Il primo emendamento riguarda l’ergastolo ostativo: prevede di eliminare i reati contro la Pubblica amministrazione – dal peculato alla corruzione fino all’abuso d’ufficio – dalla lista di quelli per cui non si potrà accedere ai benefici penitenziari e alle pene alternative al carcere se non si collabora con la giustizia. Nel 2019 era stata la “Spazzacorrotti” a equiparare questi reati a quelli di mafia e terrorismo sulle pene alternative: l’obiettivo era isolare i condannati per corruzione. Forza Italia l’ha sempre considerata “un’abnormità” e così ha provato il blitz. Riuscito. Mercoledì sera Mantovano, giurista prima di arrivare a Palazzo Chigi, si è detto d’accordo: “Paragonare l’abuso d’ufficio alla mafia è un tantino esagerato”. Stessa posizione dello storico avvocato di Berlusconi, Franco Coppi: “È una proposta ragionevole, i benefici vanno concessi”. Per questo, il governo è intenzionato a dare parere favorevole all’emendamento che sarà votato martedì. “Per me è una cosa dovuta – spiega Zanettin – quella di Bonafede è una norma irrazionale, lo ha spiegato anche Giuliano Amato”. FI si è impuntata e su questo non accetterà mediazioni.
IN CAMBIO PERÒ FDI otterrà un irrigidimento sull’ergastolo ostativo per i mafiosi: il governo dirà sì, anche se un po’ riformulato, a un emendamento di Alberto Balboni che chiede che il detenuto che non collabora dimostri al giudice di sorveglianza “le ragioni della mancata collaborazione, l’ammissione dell’attività criminale, il ravvedimento” e l’inizio “di un percorso di giustizia riparativa”. Il messaggio che vuole mandare Meloni è chiaro: garantismo sì, ma pugno duro con i mafiosi. Inoltre FI non otterrà il via libera sul secondo emendamento proposto da Zanettin, cioè l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Una norma che avrebbe favorito anche Berlusconi perché, come ha rivelato il Fatto, si applicherebbe a tutti i processi in primo grado in corso. Quindi anche al Ruby-ter a Milano e al processo Escort a Bari che rischierebbero di saltare. Una norma che ha creato perplessità in FDI. Per questo è stato chiesto a Zanettin di ritirarlo e di trasformarlo in un ordine del giorno: un atto di indirizzo non vincolante. E su questo Forza Italia non farà le barricate: “Con l’ordine del giorno apriremo almeno una riflessione” si accontentano i berlusconiani.