Il feudo dell’emilia Romagna: poco “green”, ma molto Fico
Nella storia del centro-sinistra gli emiliano-romagnoli difficilmente hanno raggiunto la cabina di regia. Guido Fanti, l’inventore della “centralità” regionale; Renato Zangheri, nella segreteria di Botteghe Oscure; il deus ex machina Romano Prodi e Pierluigi Bersani, il king maker delle metafore. Poi il nulla. Fino ad ora. Per spezzare la maledizione si è candidato Stefano Bonaccini: la concretezza post-ideologica, l’uomo che ha battuto la Lega senza mettere il simbolo Pd nei propri manifesti. Il Bruce Willis di Campogalliano (copyright di Matteo Renzi) porta in dote al Nazareno una lunga esperienza - iniziata nel 2014 - da amministratore di una regione costantemente promossa per qualità della vita, con tassi di disoccupazione inferiori al resto del Paese e una ricchezza pro capite più alta.
NESSUNA OMBRA, ma forse qualche nuvola all’orizzonte sì. Soprattutto di smog: in Emilia-romagna ci sono nove, tra le cento, città più inquinate d’europa. Le attività agricole sono responsabili della quasi totalità delle emissioni di ammoniaca e contribuiscono in modo sostanziale alle emissioni di metano e di protossido d’azoto. Un regalo degli allevamenti intensivi.
Greenpeace ha diffuso una mappa: l’emilia-romagna è al secondo posto, dopo la Lombardia, con 134 allevamenti che vengono pagati con fondi pubblici, i PAC. Nel 2020 hanno preso 3.220.895 euro producendo in cambio emissioni pericolose e nocive. Il maiale qui è sacro, n’importe quoi. Nella piazza centrale di Castelnuovo Rangone, un paesino del modenese, gli hanno addirittura dedicato un monumento in bronzo “che i bambini si divertono moltissimo a cavalcare” come sottolinea il sito turistico dedicato.
Forse per ovviare a questi problemi, nel dicembre del 2020 Bonaccini e la sua allora vice Elly Schlein presentano il ‘Patto per il clima’, sottoscritto da 51 soggetti e enti del settore. Altri 76 però si rifiutano di firmarlo e scrivono un contro-patto perché “il lavoro istituzionale è giudicato insoddisfacente. Un documento che non ha obiettivi concreti né investimenti o risorse finalizzate al raggiungimento del 100% di energie rinnovabili al 2035”. “Consumo di luogo” è il titolo di un libro di denuncia pubblicato nel 2017 dai migliori urbanisti italiani nel tentativo, fallito, di fermare una legge regionale che decreta “la fine del governo pubblico del territorio” e “consegna ai privati il potere di decidere dove, come e quanto costruire”. Una legge che non diminuirà affatto il consumo di
DAL 2014 LA GUIDA DEM IN REGIONE: L’INQUINAMENTO E IL PARCO-FLOP DI FARINETTI
suolo come promesso: tra il 2019 e il 2020 sono stati cementificati 425 ettari pari all’incirca a 595 campi da calcio. A luglio 2020 una nuova legge sulla pianificazione urbanistica viene votata dal Pd e dal centrodestra ma non dalla sinistra di Coraggiosa (la lista di Schlein, ndr), Verdi e M5S.
POCO green ma molto Fico. Il progetto della Disneyland del cibo ideata da Oscar Farinetti viene presentato con entusiasmo a Milano proprio da Bonaccini: “Fico raccoglierà l’eredità di Expo”. Il bilancio del 2020 si è chiuso con una perdita di più di 4 milioni di euro, che si sommano agli altri 3 bruciati nel 2019. Dei sei milioni di visitatori previsti, ne sono arrivati solo 500mila. Nel mentre sono saltati 90 contratti a termine. Farinetti, che nel 2014 dichiarava al Corriere che “l’imprenditore che non stabilizza i precari è un bastardo”, non si esprime.
Bonaccini sorvola. Come fece nel 2019. Alle ultime elezioni regionali nel suo listino c’era anche Carlo Fagioli, noto alle cronache perché nel 2010 l’azienda di famiglia, Snatt, licenziò 516 lavoratori con un sms. La Snatt tolse l’appalto alla cooperativa perché aveva deciso di applicare il contratto nazionale invece che continuare a lavorare a 4 euro l’ora. Sul caso intervenne anche l’ex presidente Vasco Errani, che sosteneva Coraggiosa: “Non si licenzia con un sms”. Igor Taruffi, capogruppo di Coraggiosa e oggi assessore regionale al posto di Schlein, sintetizzò in maniera filosofica: “Sosteniamo Bonaccini presidente non la lista presidente Bonaccini”.