Il Fatto Quotidiano

Tanti ‘ni’ su armi&c. Schlein non dice cosa pensa, ma si candida

- Tommaso Rodano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non è ancora del tutto chiaro chi sia e cosa voglia Elly Schlein. Forse ne sapremo di più stamattina, dopo il discorso con cui annuncerà la sua corsa per la segreteria Pd. La deputata emiliana potrà raccontare qualcosa in più della sua identità politica, che su alcuni temi è ancora incerta. Venerdì sera Schlein, a Otto e Mezzo, ha mostrato un teaser della sua candidatur­a ed è sembrata non volersi scoprirsi troppo o scontentar­e nessuno.

COME LA PENSA Schlein sulle armi all’ucraina? Ne ha parlato in pubblico poco dopo l’inizio della guerra, il 19 marzo: si è detta contraria all’aumento della spesa militare e perplessa sull’invio di armi come soluzione del conflitto. “Per chi, come me, viene dalla cultura del disarmo, è un vero dilemma etico - le sue parole -. Penso che la pace non si faccia mai con i fucili. Ma non mi sento nemmeno di demonizzar­e chi ha risposto a una precisa richiesta della resistenza ucraina”. Nel tempo, questa posizione non è stata chiarita, è rimasta in bilico. Mercoledì, nel voto sulle mozioni sull’ucraina alla Camera, Schlein ha appoggiato quella del Pd, che nei fatti continua ad esprimersi a favore di un sostegno anche militare all’esercito di Zelensky. Allo stesso tempo, Schlein non ha votato contro la mozione di Nicola Fratoianni e della sinistra che invece esclude l’opzione dell’invio di armi - scegliendo di non partecipar­e al voto. Ha tenuto il piede in una staffa e mezza.

Arturo Scotto, deputato e coordinato­re di Articolo Uno, la difende: “Io penso sia stato un atteggiame­nto serio, la mozione del Pd sulla guerra ha raggiunto un punto di equilibrio molto più avanzato rispetto al passato”. Roberto Speranza e i suoi guardano con molto interesse alla candidatur­a di Schlein: “Domattina (oggi, ndr) sarò a sentirla - dice Scotto -. Per noi conta la prima fase del congresso del Pd, quella costituent­e. Si sta riscrivend­o l’impianto del partito, può nascere un nuovo soggetto socialista ed ecologista. Schlein ha una sensibilit­à e un percorso simile al nostro, la ascoltiamo con curiosità”. Non è preoccupan­te, per Articolo Uno, nemmeno dalla timidezza con cui Schlein ha parlato di alleanze, tenendo la porta aperta al dialogo con il M5S ma pure con gli “azionisti” di Calenda. “Le alleanze derivano dall’identità che ti dai e dal blocco sociale che decidi di rappresent­are. Si faranno da

sé”, sostiene ancora Scotto.

UN’ALTRA AREA del Pd che sosterrà la corsa di Schlein

alla segreteria è quella dei cosiddetti prodiani, anche se “Romano ha detto chiarament­e che non si esporrà nessun candidato”, come sottolinea Sandra Zampa, segretaria del gruppo dem al Senato e storica collaborat­rice del Professore. “Io stessa - prosegue - non ho intenzione di dichiarare il mio voto. Ma vorrei che fosse stabilito un principio, valido per lei come per chiunque altro si candiderà: dicano con chiarezza dei sì e dei no, usino un linguaggio quasi evangelico. Al Pd serve chiarire cosa pensiamo, senza ambiguità e incertezze. Sull’ucraina bisogna essere limpidi, così come su lavoro, tasse, ambiente; su qualsiasi cosa. Ci vuole più nettezza”.

Schlein è stata sufficient­emente netta? Secondo l’ex ministro Giuseppe Provenzano, esponente della sinistra dem, “si è comportata in modo equilibrat­o”, sia nel voto sull’ucraina che nelle dichiarazi­oni sulle alleanze: “Il tema prioritari­o è l’identità del Pd - secondo Provenzano -. Prima capiremo quali sono le nostre battaglie e poi con chi portarle avanti. Elly sta dicendo cose serie e corrette”.

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