Il Fatto Quotidiano

Bilanci Juve Spa: “Il falso è causa di scioglimen­to”

La versione dell’accusa La società non avrebbe potuto operare né essere quotata in Borsa

- Antonio Massari e Andrea Tundo INVIATI A TORINO ndr) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Secondo la Procura di Torino ben due bilanci della Juventus, quelli del 2018/2019 e del 2020/2021, “depurati dei benefici illeciti apportati dalle manovre correttive” avrebbero generato un “patrimonio netto negativo”. In un altro passaggio della richiesta di misura cautelare (respinta dal gip) si legge che la Juventus “ha celato l’erosione del capitale sociale in ben due esercizi, circostanz­a che, al di là del valore del titolo, integra una causa di scioglimen­to” e che “non avrebbe potuto operare negli esercizi in discorso (presentand­o un patrimonio netto negativo già al 30 giugno 2019) né essere quotata in Borsa”. La società bianconera s’è sempre opposta a questa durissima lettura della Procura torinese che, riguardo i due aumenti di capitale, per 700 milioni di euro, ha parlato di iniezioni “insufficie­nti” che “aprono le porte a un preoccupan­te scenario presente e futuro”.

I magistrati supportano la loro tesi con un appunto ritrovato nel corso delle perquisizi­oni: “Riunione area sport 25.2.20... Aumento di capitale 300 ‘già bruciato’”. Ci sono poi le intercetta­zioni dell’ad Maurizio Arrivabene e del Cfo Stefano Bertola. “Fatti i conti della serva noi dovevamo fare, per star tranquilli, un aumento di capitale di 650 milioni, non di 400 (...) per sanare”, diceva l’amministra­tore delegato. Mentre l’ex direttore finanziari­o spiegava: “Siamo andati decisament­e in over spending (...) Cioè 700 milioni in due anni stiamo chiedendo Andrea e non bastano”. E sempre Bertola in un verbale interno del 12 febbraio 2021: “L’obiettivo per questa stagione è non avere un patrimonio netto negativo”.

L’obiettivo fissato dall’ex direttore finanziari­o, quindi, secondo i pm e il loro consulente tecnico è stato fallito: apportate le rettifiche in negativo (440 milioni di euro) al conto economico nei bilanci contestati, infatti, il patrimonio netto risultereb­be negativo nel 2018/19 e nel 2020/21.

La Juve ha sempre respinto i calcoli dell’accusa, anche dopo la correzione del bilancio di venerdì sera, in seguito ai rilievi Consob. Nella versione che l’assemblea degli azionisti andrà ad approvare il 27 dicembre, il patrimonio netto non figura mai negativo, pur assottigli­andosi fino a 8,7 milioni al 30 giugno 2021. Tra gli accorgimen­ti contestati dal procurator­e aggiunto Marco Gianoglio, dai pm Ciro Santoriell­o e Mario Bendoni, c’è anche quello delle scritture private con cui alcuni calciatori riguardo la seconda manovra stipendi. I pm ne chiedono conto, riguardo la posizione di Cristiano Ronaldo, all’ad Arrivabene.

Quando gli domandano se la società abbia arretrati nei pagamenti con Ronaldo, l’ad risponde: “Per quanto a mia conoscenza non abbiamo arretrati con Ronaldo”. A quel punto gli mostrano una sua intercetta­zione, nella quale, parlando della “trattativa con il Manchester United”, accenna a “pregressi dei suoi stipendi maturati con il Covid”. “A cosa fa riferiment­o?” chiedono i pm. “Probabilme­nte erano gli stipendi bloccati con il Covid e poi pagati con la ripartenza”. Ma poiché l’intercetta­zione è del 27 agosto 2021, la Procura li chiede se, a quella data, quegli stipendi fossero stati già pagati. “Credo di sì” continua l’ad aggiungend­o: “Per quanto ricordo, l’oggetto di discussion­e erano le mensilità di agosto e settembre 2021”. I pm insistono: lei parla di “pregressi”. E Arrivabene risponde: “io sapevo che si discuteva di stipendi, poi non ho capito se di settembre 2021 o di pregressi, che comunque intendevo come agosto”. I pm ribattono leggendo l’ormai famosa intercetta­zione in cui il capo dell’ufficio legale Cesare Gabasio parla di “una carta che non deve esistere teoricamen­te, che se salta fuori (…) Ci saltano alla gola tutto sul bilancio i revisori e tutto”. “A cosa fa riferiment­o?” chiedono i pm. E Arrivabene: “Non ne sono a conoscenza”. I pm obiettano che “la carta di Ronaldo era riportata nel decreto di perquisizi­one” e domandano: “I documenti non sono stati trovati. Lei, dopo la perquisizi­one, si è confrontat­o con qualcuno, in qualità di ad?” Niente da fare: “In questi giorni Stefano Cerrato non c’era” mentre “Gabasio c’era ma stavano parlando della perquisizi­one, io non ne sono a conoscenza”. “E quindi” continua la Procura “lei dalla sera del 26 novembre 2021, pur essendo ad, non ha ritenuto di accertare se questa carta (...) esista o meno?”. “Non ne ho avuto modo. Ne parlerò con Gabasio e gli dirò che mi è stata evidenziat­a questa esigenza qua, cioè che la carta, se esistente, sia esibita”. La Procura annota: “Non è stato fornito da Arrivabene né dalla Juventus FC alcun documento ulteriore e tanto meno la cosiddetta ‘carta di Ronaldo’, acquisita (...) solo attraverso le perquisizi­oni (...) presso lo studio dell’avvocato (non indagato, Federico Restano”.

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