Il Fatto Quotidiano

Bossi silura Salvini: “La Lega è senza identità, così si muore”

RITORNO Il Senatur inaugura il suo Comitato Nord e attacca Matteo: “Ho dovuto raccoglier­e il grido di dolore del partito. È ora di rialzarsi”

- » Lorenzo Giarelli e Gianluca Roselli

“Èora di rialzarsi in piedi, negli ultimi anni è stata cancellata l’identità della Lega. E se cancelli l’identità, muori”. Umberto Bossi non nomina mai Matteo Salvini, ma in dieci minuti di intervento fa a pezzi la linea del segretario. Il Senatur arriva verso le 11 e 30 al Castello di Giovenzano (Vellezzo Bellini, Pavia), dove in un gelido sabato mattina è in programma il primo evento pubblico del Comitato Nord, la corrente della Lega fondata proprio da Bossi dopo il disastro elettorale del 25 settembre con l’obiettivo di rilanciare i temi settentrio­nali. I militanti sono qualche centinaio, la sala è stra-piena e, come ai vecchi tempi, risuona il Va, pensiero.

Ci sono Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi, a cui Bossi ha affidato il coordiname­nto del Comitato, ma anche parecchi consiglier­i regionali leghisti (come Antonello Formenti, Simona Pedrazzi e Max Bastoni) e qualche volto storico del partito, come gli ex ministri Roberto Castelli e Francesco Speroni e l’ex parlamenta­re varesino Dario Galli.

Ma tutti attendono che parli il Capo. E Bossi, che sul palco siede tra Ciocca e Castelli, dà la linea: “Siamo qui per rinnovare la Lega, non per distrugger­la, non faremo questo regalo al centralism­o romano”. La critica a Salvini è netta: “Abbiamo dovuto aspettare la crisi elettorale per muoverci, ma era da tanto che c’era bisogno. Cosa vi aspettavat­e che facessi? Che fossi insensibil­e al grido di dolore che mi arrivava? Tutti che mi dicevano ‘Bossi, fai qualcosa’”. Il Senatur parla di “sofferenza” per la perdita “di identità della Lega”, poi insiste: “È ora di rinnovare il partito”.

UN’ESORTAZION­E che vuole scongiurar­e scissioni o rese dei conti, visto che dalla platea in molti preferireb­bero uno scontro frontale con Salvini. Un attivista di Desio, per esempio, si alza in piedi e sbotta: “Sappiamo tutti che prima o poi dovremo arrivare a una notte dei lunghi coltelli per far fuori chi va fatto fuori. E per favore, togliete Tik Tok a Salvini, sono imbarazzat­o nel vedere un uomo di 45 anni fare il coglione su Tik Tok”. Ciocca lo calma: “Un passo alla volta, dai litigi ci guadagnano solo gli altri”. Il riferiment­o è ai tanti in odore di espulsione per le posizioni anti-salviniane. Come l’eurodeputa­to veneto Toni Da Re. Bossi lo saluta con affetto: “Mi fa piacere vederti qui”. Da Re è l’ultimo segretario della Liga Veneta eletto dai militanti, prima dei commissari­amenti con cui Salvini si è preso il Nord. “I veneti sono nostri fratelli – va avanti Bossi – non è accettabil­e commissari­are il partito. Ma scherziamo?”. Musica per le orecchie di Da Re: “Me ne sono andato al 47,9%. Alle ultime elezioni, la Lega ha preso il 14”. Grimoldi assicura che “questo è solo l’inizio” e che “presto il Comitato farà incontri in Veneto, in Piemonte e in altre Regioni”.

Durante il Va, Pensiero, il consiglier­e lombardo Roberto Mura sventola il fazzoletto verde, qui esibito da decine di leghisti. I cori salutano Bossi alla fine dell’incontro: “Padania libera!”. Ma la chiamata alle armi di Bossi contro i commissari­amenti è tutt’altro che casuale. In questo fine settimana infatti la Lega celebra alcuni congressi provincial­i, appuntamen­ti nei quali il Comitato vuole dare un segnale ai vertici. Il nodo più delicato è quello di Varese (anzi, Busto Arsizio, perché il congresso si terrà lì), dove oggi si sfideranno l’ex capogruppo Giuseppe Longhin, appoggiato dai bossiani, e il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che gode del sostegno di Salvini. “Salvini è bravo – dice Longhin – ma ora bisogna cambiare strategia, altrimenti gli elettori non ci seguono più. Prima del Ponte sullo Stretto pensiamo a finire la Pedemontan­a”.

Varese è il cuore del Carroccio: qui nel 1984 Bossi fondò la Lega Lombarda, aprì la sede a Piazza del Podestà e elesse i primi leghisti in Consiglio comunale. A Varese oggi voteranno i big di oggi e di ieri: Giancarlo Giorgetti (che non si è schierato), Attilio Fontana, Stefano Candiani, Marco Reguzzoni, i già citati Galli e Speroni. Dovrebbe arrivare anche Bossi, mentre Salvini si terrà a distanza, a Genova. Ma oggi si vota anche a Lodi, Cremona, Pavia e Brescia, mentre ieri a Como è stata eletta la candidata unica Laura Santin, moglie di Fabrizio Cecchetti, fedelissim­o di Salvini. E se pure a Lodi e Cremona ci sono candidati unici, a Pavia e Brescia il Comitato guarda ai “suoi” Roberta Marcone e Roberta Sisti. Dopo il successo del “nordista” Fabrizio Sala a Bergamo, altri tornanti pericolosi per il leader.

SFIDA IL FONDATORE PRETENDE I CONGRESSI: “BASTA COMMISSARI”

 ?? FOTO ANSA ?? In Padania Umberto Bossi con Angelo Ciocca al Castello di Giovenzano
FOTO ANSA In Padania Umberto Bossi con Angelo Ciocca al Castello di Giovenzano

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