“Il conflitto durerà ancora a lungo: Putin e Zelensky restano distanti”
Il pragmatismo di chi ha servito per un trentennio nei Marines e lavorato per anni ai bilanci della Difesa emerge nelle previsioni sulla guerra in Ucraina del colonnello Mark Cancian, massimo consulente per la Difesa del Center for Strategic and International Studies, uno dei think tank americani più rispettati.
In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Cancian spiega perché crede che la guerra durerà ancora a lungo.
Dopo la recente apertura del presidente Joe Biden a un colloquio con Vladimir Putin, crede che si stia aprendo una strada per i negoziati tra Russia e Ucraina?
Sfortunatamente no. La ragione è nelle due posizioni negoziali: gli ucraini hanno detto che vogliono che i russi lascino l’intero loro territorio, inclusa la Crimea. Putin chiaramente non intende farlo. Non c’è nessun punto su cui trattare e se iniziassimo i negoziati ora, sarebbe probabilmente controproducente. Si alimenterebbero aspettative di un accordo, la gente in America ed Europa sarebbe impaziente, e i negoziatori sarebbero sotto pressione ad accettare un accordo fatto male. Lo abbiamo visto in Afghanistan con i Talebani.
Si aspetta che la guerra di
attrito continui a lungo?
Si, sarà così. E andrà certamente avanti per molti altri mesi. A meno che una delle due parti si ritrovi così esausta da voler accettare condizioni che ora sono inaccettabili.
Gli Usa hanno stanziato aiuti militari, economici, e umanitari per l’ucraina per un totale di 68 miliardi di dollari. Di questi, quasi 19 miliardi sono in armi e munizioni. Si teme un esaurimento delle scorte...
Alcune scorte sono state impoverite.
Non siamo a zero ma al livello minimo necessario. Prendiamo l’esempio dei Javelin. Gli Stati Uniti ne hanno mandati 8.500 in Ucraina, circa il 40% delle riserve. È un limite sotto il quale non si vuole scendere, per poter soddisfare altri piani militari, come in Corea.
Che soluzioni sono state prese nell’immediato?
Riguardo ai Javelin, gli Stati Uniti li stanno sostituendo con ai missili anti-carro Tow. Sono più pesanti, non possono essere trasportati da un solo soldato, ma sono molto efficaci. Lo stesso riguarda le munizioni di artiglieria da 155 millimetri. Stiamo mandando altre da 105 mm, e stiamo anche comprando dalla Corea del Sud.
L’invio di armi e munizioni sostitutive non espone gli Stati Uniti a critiche?
Penso che sentiremo delle critiche sul fatto che stiamo fornendo equipaggiamento non altrettanto efficace.
La riduzione delle scorte potrebbe impattare su altri teatri sensibili? Si parla di rifornire maggiormente Taiwan come deterrenza contro la Cina.
Fortunatamente, le armi che mandiamo in Ucraina non sono quelle che useremmo per difendere Taiwan, dove lo scenario è prevalentemente navale e aereo, e non di terra. I due piani di guerra che probabilmente preoccupano di più sono la Corea e i paesi Baltici in Europa dell’est contro la Russia.
Biden ha chiesto al Congresso di approvare un altro pacchetto di aiuti all’ucraina da 37.7 miliardi di dollari. Lo stanziamento totale salirebbe a 105 miliardi. Vi sono due provvedimenti legislativi con finanziamenti da approvare entro dicembre. Si rischia uno stallo?
Gli aiuti all’ucraina continueranno. C’è sostegno bipartisan. Certo, alcuni progressisti e Repubblicani si oppongono. I Repubblicani riprenderanno il controllo della Camera a gennaio. Non penso che questo scenario avrà conseguenze sugli aiuti militari, ma riguarderà gli aiuti economici e porterà a controlli più stringenti da parte dei Repubblicani. Ma raggiungeranno un accordo. L’idea è approvarli ora per potersi concentrare sul nuovo bilancio in primavera.
‘‘ Armi, alcune scorte Usa sono a livello minimo come i proiettili da 155 e i Javelin anticarro