Il Fatto Quotidiano

“Il conflitto durerà ancora a lungo: Putin e Zelensky restano distanti”

- » Antonella Ciancio

Il pragmatism­o di chi ha servito per un trentennio nei Marines e lavorato per anni ai bilanci della Difesa emerge nelle previsioni sulla guerra in Ucraina del colonnello Mark Cancian, massimo consulente per la Difesa del Center for Strategic and Internatio­nal Studies, uno dei think tank americani più rispettati.

In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Cancian spiega perché crede che la guerra durerà ancora a lungo.

Dopo la recente apertura del presidente Joe Biden a un colloquio con Vladimir Putin, crede che si stia aprendo una strada per i negoziati tra Russia e Ucraina?

Sfortunata­mente no. La ragione è nelle due posizioni negoziali: gli ucraini hanno detto che vogliono che i russi lascino l’intero loro territorio, inclusa la Crimea. Putin chiarament­e non intende farlo. Non c’è nessun punto su cui trattare e se iniziassim­o i negoziati ora, sarebbe probabilme­nte controprod­ucente. Si alimentere­bbero aspettativ­e di un accordo, la gente in America ed Europa sarebbe impaziente, e i negoziator­i sarebbero sotto pressione ad accettare un accordo fatto male. Lo abbiamo visto in Afghanista­n con i Talebani.

Si aspetta che la guerra di

attrito continui a lungo?

Si, sarà così. E andrà certamente avanti per molti altri mesi. A meno che una delle due parti si ritrovi così esausta da voler accettare condizioni che ora sono inaccettab­ili.

Gli Usa hanno stanziato aiuti militari, economici, e umanitari per l’ucraina per un totale di 68 miliardi di dollari. Di questi, quasi 19 miliardi sono in armi e munizioni. Si teme un esauriment­o delle scorte...

Alcune scorte sono state impoverite.

Non siamo a zero ma al livello minimo necessario. Prendiamo l’esempio dei Javelin. Gli Stati Uniti ne hanno mandati 8.500 in Ucraina, circa il 40% delle riserve. È un limite sotto il quale non si vuole scendere, per poter soddisfare altri piani militari, come in Corea.

Che soluzioni sono state prese nell’immediato?

Riguardo ai Javelin, gli Stati Uniti li stanno sostituend­o con ai missili anti-carro Tow. Sono più pesanti, non possono essere trasportat­i da un solo soldato, ma sono molto efficaci. Lo stesso riguarda le munizioni di artiglieri­a da 155 millimetri. Stiamo mandando altre da 105 mm, e stiamo anche comprando dalla Corea del Sud.

L’invio di armi e munizioni sostitutiv­e non espone gli Stati Uniti a critiche?

Penso che sentiremo delle critiche sul fatto che stiamo fornendo equipaggia­mento non altrettant­o efficace.

La riduzione delle scorte potrebbe impattare su altri teatri sensibili? Si parla di rifornire maggiormen­te Taiwan come deterrenza contro la Cina.

Fortunatam­ente, le armi che mandiamo in Ucraina non sono quelle che useremmo per difendere Taiwan, dove lo scenario è prevalente­mente navale e aereo, e non di terra. I due piani di guerra che probabilme­nte preoccupan­o di più sono la Corea e i paesi Baltici in Europa dell’est contro la Russia.

Biden ha chiesto al Congresso di approvare un altro pacchetto di aiuti all’ucraina da 37.7 miliardi di dollari. Lo stanziamen­to totale salirebbe a 105 miliardi. Vi sono due provvedime­nti legislativ­i con finanziame­nti da approvare entro dicembre. Si rischia uno stallo?

Gli aiuti all’ucraina continuera­nno. C’è sostegno bipartisan. Certo, alcuni progressis­ti e Repubblica­ni si oppongono. I Repubblica­ni riprendera­nno il controllo della Camera a gennaio. Non penso che questo scenario avrà conseguenz­e sugli aiuti militari, ma riguarderà gli aiuti economici e porterà a controlli più stringenti da parte dei Repubblica­ni. Ma raggiunger­anno un accordo. L’idea è approvarli ora per potersi concentrar­e sul nuovo bilancio in primavera.

‘‘ Armi, alcune scorte Usa sono a livello minimo come i proiettili da 155 e i Javelin anticarro

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FOTO LAPRESSE Sulla linea di fuoco Artiglieri ucraini nella zona di Bakhmut

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