Troppi mercanti nel tempio del calcio
“NON POSSIAMO dire tutta la merda che ci sta sotto”.
DALLE TELEFONATE TRA L’EX PRESIDENTE DELLA JUVENTUS, ANDREA AGNELLI E L’AD MAURIZIO ARRIVABENE
SI CITA PIER PAOLO PASOLINI per dire che il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, ma ciò a cui stiamo assistendo sembra piuttosto una messa nera. Officiata dall’ex gruppo dirigente della Juventus anche se non si vede chi possa ergersi a giudice di quei comportamenti che facevano “vomitare” il ds bianconero Federico Cherubini.
Può forse impartire lezioni di etica sportiva quella Federcalcio la cui tattica preferita consiste, da sempre, nel girare la testa dall’altra parte? O quella Lega calcio che ha “venduto” per una barca di soldi il calcio a Dazn-tim, incurante dei problemi tecnici di cui tutti sapevano e chissenefrega degli utenti? Possono fare la morale alla (ex) Real Casa torinese quei presidenti di club probabilmente coinvolti, anch’essi, nello scandalo delle plusvalenze? Gli stessi che dopo avere ricoperto d’oro presunti campioni e allenatori scoppiati poi, con il cappello in mano, implorano dal governo la rateizzazione delle tasse dovute? O vogliamo affidarci all’alto magistero della Fifa, la cui storia è intessuta di malversazioni e corruzione (vedasi l’agghiacciante docufilm su Netflix)? Potentato oggi guidato da Gianni Infantino, testimone silente di quegli accadimenti? E che, assiso nella tribuna d’onore dei Mondiali del Qatar, assiste soddisfatto alla passerella globale dei negatori dei diritti umani?
No, di sacro in questo calcio non c’è rimasto proprio nulla e a furia di bestemmiare in chiesa si corre il rischio di disgustare definitivamente i fedeli. Come già avvenuto per due spettacoli un tempo popolarissimi, come la boxe e il ciclismo. Devastati, rispettivamente, dalle combine e dal doping. Si dirà che, malgrado tutto, gli stadi continuano a essere gremiti e il tifo incessante. Vero, anche se viene in mente l’analogia con i frequentatori dei casinò, consapevoli di essere truffati ma incapaci di sottrarsi all’ingannevole demone. Vedremo se, e in quale misura, “la merda che ci sta sotto” avrà cominciato a disgustare il popolo bue. Al quale, chi scrive, sente di appartenere in pieno diritto. Ma che si scopre per nulla ansioso che il Campionato riprenda (inizio del 2023). Dei Mondiali in corso apprezza, come tanti, l’ardore genuino di Giappone e Corea del Sud. Onore alla dignità dei loro calciatori che mai si lamentano e mai si rotolano urlanti quando appena sfiorati, come accade da queste parti. Chapeau al civismo dei loro supporter che lasciano gli spalti incontaminati. Mentre tocca al Sol Levante tentare di conservare una qualche sacralità al gioco un tempo più bello del mondo, giungono cattive notizie sulla salute di Edson Arantes do Nascimiento, detto Pelè. Forse, non a caso, l’ultimo divinità nel tempio del pallone prima che i mercanti ne facessero scempio.
Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it