Un vulcano torna attivo nelle Hawaii: osservatorio in tilt
INIENTE ACQUA LA DEGLACIAZIONE METTERÀ IN DIFFICOLTÀ LE COMUNITÀ TIBETANE E ANDINE
N ITALIA – Il bilancio della tragedia di sabato 26 novembre a Ischia – esito di un nubifragio di rara intensità pari a 170 mm, e di un’edilizia scriteriata – è giunto a 11 morti accertati e un disperso. La perturbazione ha ancora portato piogge intense e vento forte in Sicilia e Calabria tra sabato 26 e domenica 27 (93 mm di pioggia a Ispica, Ragusa) ma senza effetti rilevanti, prima di una pausa asciutta a inizio settimana. Mercoledì 30 una nuova depressione sui mari del Sud ha prodotto un diluvio ben più battente tra la Sila e la costa ionica (305 mm a Cropalati, Cosenza), con frane nell’interno collinare, fiumare in piena, alluvionamento di abitati da Crotone fin verso Sibari e mareggiate. Ora rimane spianata la strada alle perturbazioni atlantiche, una delle quali sta scaricando rovesci abbondanti di nuovo sulle Regioni tirreniche (allagamenti ieri a Roma e oltre mille evacuati dalla zona rossa di Ischia), ma stavolta finalmente anche al Nord-ovest, finora rimasto quasi a secco: le prime consistenti nevicate coprono le Alpi occidentali con oltre mezzo metro sui rilievi cuneesi e sul Monte Rosa. Sulle Regioni settentrionali un novembre ancora troppo mite (2-3 °C sopra media) ha chiuso un autunno che a Torino e Parma è stato il più caldo dall’inizio delle misure rispettivamente nel
1753 e 1878. Arpa Piemonte segnala inoltre che l’anno meteorologico (dicembre 2021-novembre 2022), che permette di considerare per intero l’inverno precedente, è stato il più caldo e il più secco a scala regionale in almeno
65 anni di misure, con deficit di precipitazioni del 65% ed eccesso termico di 1,5 °C; ma a Torino, dove i rilievi sono cominciati a metà Settecento, l’eccezionalità si estende su quasi tre secoli.
NEL MONDO – Non solo il Nord Italia, ma anche il Giappone ha vissuto il suo autunno più caldo in una serie di dati dal 1898. Ora, dopo storiche ondate di caldo tardivo, nell’est asiatico la situazione si è d’improvviso capovolta e mercoledì 30 Pechino si è svegliata con -10,8 °C, temperatura più bassa in novembre in oltre cinquant’anni. Prosegue invece un caldo estremo in Medioriente e Golfo Persico, nuovo record decembrino di 32,0 °C in Kuwait. Violenta sequenza di tornado martedì 29 novembre tra Louisiana, Mississippi e Alabama, distruzioni e due vittime, e nello stato brasiliano di Paranà una frana innescata da piogge intense ha sepolto una trentina di persone, in gran parte ancora disperse. Nelle Hawaii si è risvegliato il vulcano Mauna Loa, e un black-out elettrico che si annuncia duraturo ha interrotto l’attività dell’osservatorio che, a quota 3.397 metri, mantiene dal 1958 la più lunga e importante serie di misura della concentrazione di Co2 nell’aria; era accaduto per un mese anche nel 1984, ai tempi dell’ultima eruzione, ma per fortuna ora le stazioni di questo tipo al mondo sono molte di più. L’organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) avverte che “La Niña” (il periodico raffreddamento del Pacifico tropicale che però non contrasta l’impennata delle temperature globali dovuta alle attività umane) proseguirà, per il terzo anno consecutivo, almeno fino ai primi mesi del 2023, prolungando le piogge eccessive in Oceania e la siccità estrema nel Corno d’africa, causa di una grave carestia e crisi umanitaria. A proposito di acqua, elemento attraverso cui si manifestano i cambiamenti climatici con l’intensificazione di siccità e alluvioni, sempre la Wmo ha diramato il primo rapporto State of Global Water Resources, base per le necessarie azioni di adattamento: nel 2021 le regioni del mondo con fiumi e falde sotterranee in magra sono state ben più ampie rispetto a quelle in abbondanza, e in futuro la deglaciazione metterà in difficoltà soprattutto le comunità tibetane e degli altipiani andini che devono fino a oltre tre quarti della loro disponibilità idrica a un patrimonio nivo-glaciale sempre più in crisi.