Iran, a morte un’allenatrice Arrestata nuova star del cinema
Lo spietato regime islamico iraniano ha emesso una nuova condanna a morte nell’ambito della sanguinosa repressione di quella che ormai si configura come una rivoluzione guidata dalle donne, che non intendono più accettare la privazione della libertà di espressione e l’obbligo di vestire secondo i dettami degli ayatollah. Questa volta ad attendere di salire sul patibolo è Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli. Arrestata durante una manifestazione a Pakdasht, nella provincia di Teheran, è accusata di essere una delle leader e di aver sferrato calci a un paramilitare Basiji. Anche le star del cinema e della tv considerate “disobbedienti” sono prese di mira dalla magistratura sciita. Le manette sono scattate ieri per Mitra Hajjar prelevata nella sua casa, perquisita a lungo dalla polizia morale. Lo ha riferito Mehdi Koohian, membro del gruppo che monitora gli artisti intimiditi o incarcerati. Le proteste stanno dilagando in tutto l’iran dallo scorso 16 settembre, giorno della morte per abusi avvenuti durante un interrogatorio, di Mahsa Amini, 22enne di etnia curda fermata per aver indossato male il velo lasciando intravedere i capelli. Migliaia di persone sono state arrestate e il mese scorso è finita dietro le sbarre l’attrice Hengameh Ghaziani, che ha espresso solidarietà al movimento di protesta e si è tolta il velo in pubblico. Nel frattempo è stata demolita la casa di famiglia di un’altra atleta, Elnaz Rekabi, campionessa di arrampicata, che alle competizioni internazionali di Seul dello scorso ottobre aveva gareggiato senza hijiab, il velo islamico, in segno di protesta. La demolizione delle case è un metodo di ritorsione inaugurato e ampiamente utilizzato nella storia recente da Israele contro i palestinesi. Da notare che il più imperterrito accusatore dei metodi criminali di Israele è proprio il regime iraniano. Il governo sostiene che i manifestanti uccisi finora siano 200 ma per gli oppositori sarebbero ben 462 tra cui 64 minori.