Il Fatto Quotidiano

.PERCHÈ BLUFFANO .SULLA PACE UCRAINA.

BUONA VOLONTÀ E FATTI Nelle stesse ore della supposta apertura al dialogo Washington annunciava nuove armi e imputava a Mosca crimini di guerra. Nato e Ue la accusavano di terrorismo e Ursula invocava un tribunale speciale

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una finale escalation, come in Vietnam. Ma resta il fatto che nelle stesse ore in cui Macron incontrava Biden, Washington annunciava nuovi invii di armi e ripeteva che Mosca dovrà rispondere di crimini di guerra in tribunali internazio­nali. La stessa cosa diceva Ursula von der Leyen, presidente della Commission­e Ue, mentre il Parlamento europeo accusava Mosca, il 6 ottobre, di “sponsorizz­are il terrorismo” (unici italiani contrari i 5 Stelle e tre eurodeputa­ti Pd). Intanto Roma e Berlino approvavan­o nuovi invii di armi a Kiev: 50 carri antiaerei Gepard la Germania, dell’italia non sappiamo perché vige scandalosa­mente il segreto.

Ma soprattutt­o un dato avrebbe dovuto mitigare l’inappropri­ata euforia. Appena due giorni prima del viaggio di Macron, il 29 novembre, i ministri degli esteri Nato riuniti a Bucarest avevano emesso un comunicato in cui si “riafferman­o le decisioni prese nel 2008 a Bucarest, insieme a tutte le susseguent­i decisioni concernent­i Georgia e Ucraina” (“Porte Aperte” Nato ai due paesi). Il 25 novembre, il segretario generale della Nato Stoltenber­g giudicava “irricevibi­le il veto russo” sugli allargamen­ti. Non sono stati sufficient­i quindici anni di messe in guardia del Cremlino, più otto anni di conflitto in Donbass, più quasi nove mesi di guerra micidiale in Ucraina, per aprire un po’ le menti di Washington, della Nato, dell’europa. Per capire che almeno quest’ostacolo a un ordine pacifico paneuropeo andava imperativa­mente rimosso.

Incomprens­ibile e illogico è appunto questo: l’illusione, la cocciuta coazione a ripetere che spinge il fronte occidental­e a infrangere sistematic­amente, con qualche effimero ravvedimen­to, quella che Putin ha definito invalicabi­le linea rossa sin dalla Conferenza sulla sicurezza del 2007 a Monaco. Nel vertice Nato di novembre tutti hanno sottoscrit­to il comunicato, Parigi compresa: dov’è il disallinea­mento di Macron?

Non meno illogica è la volontà Usa – dunque atlantica, dunque europea – di lasciare che sia Kiev a decidere l’ora del negoziato. Difficile “parlare con Putin”, se lo ritieni uno sponsor del terrorismo e se lasci che a decidere sia Zelensky, che oggi non può più fare marcia indietro senza perdere la faccia

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