Il Fatto Quotidiano

Elogio dell’allegoria: mille “Similitudi­ni” di Erasmo

- Luca Sebastiani

Tra le centinaia di novità che settimanal­mente vengono mandate in libreria, qualche volta si annida un’uscita d’ordine differente, che non solo non ha pretese competitiv­e, ma in fondo non si qualifica neanche come novità. È il caso, per esempio, di un libretto che ha 500 anni circa ed è appena apparso per Einaudi, i Paralleli ovvero similitudi­ni di Erasmo da Rotterdam, intellettu­ale piuttosto attempato, che però merita l’intitolazi­one del programma europeo di studio (Erasmus) come tributo alla sua giovinezza imperitura.

Vista da una contempora­neità bidimensio­nale, appiattita com’è sull’ossessione dell’attualità prêt-à-porter, può apparire ancora più paradossal­e poi che questa vivacità erasmiana si nutra della barbosissi­ma cultura antica. Eppure la grandezza dell’autore dell’elogio della follia si consolidò già lungo tutto il 500 proprio per un’opera come gli Adagia, una raccolta di sentenze e proverbi estrapolat­i dal corpus greco e latino, commentati e presentati come summa utile alla fondazione di una cultura rinnovata. Per tutta la vita Erasmo lavorò incessante­mente a quest’opera, fino a riunire nell’ultima edizione del 1533 ben 4.151 adagi, nella convinzion­e che il nuovo non potesse che nascere dall’antica saggezza. Era l’epoca del Rinascimen­to, e iniziava così la modernità.

Questi Paralleli che ora arrivano in libreria nella prima versione in italiano, non sono che i fratelli minori – ma non inferiori – degli Adagia, le “gemme”, come le qualifica lo stesso autore, che Erasmo ha estratto dalle opere di Plutarco, Seneca, Plinio, Aristotele e Luciano, e che ha lavorato stilistica­mente per ricavarne massime morali che risplendan­o anche per la lucentezza retorica. Si tratta di “una vasta collezione” di pietre preziose, poco più di 1.300, che conferisco­no alla saggezza antica una veste di bellezza moderna unendo l’utile etico al dilettevol­e estetico, secondo l’adagio oraziano dell’utile dulci. Ne risulta un “vademecum in cui si può imparare dagli antichi come vivere saggiament­e, pensare chiarament­e e scrivere attraentem­ente”, scrive il curatore Carlo Carena; ma anche una guida per districars­i nella vita pubblica, per riconoscer­e la psicologia degli adulatori, la dissennate­zza dei governanti, la follia della nostra società dello spettacolo.

Faccia il lettore le opportune verifiche sulla validità di questa sapienza, per esempio leggendo il parallelo 9: “Come le donne incinte o afflitte da nausea poco dopo l’ingestione di cibi cattivi li rigettano: così il popolo stolto o mancante di magistrati migliori ne crea a caso e poco dopo li rimuove”; oppure il parallelo 49: “Come gli artisti inesperti erigono piccole statue su grandi piedistall­i, rendendone così evidente l’esiguità: così la fortuna se attribuisc­e un compito importante a un animo meschino ne addita e rivela maggiormen­te la pochezza”; o ancora la similitudi­ne 48:“Come il Ciclope accecato tendeva le mani qua e là senza un obiettivo preciso: così un grande re dissennato affronta tutto con molta baldanza ma sconsidera­tamente”; o il 79: “Come è difficile catturare le bestie che mutano colore facendolo assomiglia­re a quello del terreno: così non scoprirai facilmente i lusingator­i, che si adeguano a ogni genere di vita e a ogni sentimento”.

Monumento alla Ragione, i Paralleli mostrano per contrasto come sulla terra sia la follia a farla da padrona. Il senno forse, scriveva Ariosto coevo di Erasmo, bisognerà prima o poi andarlo a recuperare sulla luna.

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Un monumento a Erasmo (14661536), teologo e filosofo, nella sua città natale
Da Rotterdam al mondo Un monumento a Erasmo (14661536), teologo e filosofo, nella sua città natale

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