Il Fatto Quotidiano

“Cosa han fatto di male i poveri a Meloni? Ora con Bonomi si dialoga”

- » Salvatore Cannavò Maurizio Landini Cgil

“Cosa hanno fatto di male i poveri a Giorgia Meloni?”. La battuta riassume lo stato dei rapporti tra Cgil e governo di centrodest­ra. Dopo la sua vittoria elettorale, Maurizio Landini aveva assicurato di non avere nessun pregiudizi­o nei confronti del governo Meloni.

Nessun pregiudizi­o, ma avete già avviato la mobilitazi­one?

Infatti giudichiam­o la manovra per quello che è concretame­nte. E il giudizio è negativo. Insieme alla Uil abbiamo promosso ogni giorno della settimana che va dal 12 al 16 dicembre, una serie di iniziative in tutte le regioni, anche con il ricorso allo sciopero: non siamo solo di fronte a una Legge di bilancio sbagliata, ma che contiene idee di riforma molto regressive.

Che intende quando dice regressive?

Non si arriva alla fine del mese e invece di combattere la precarietà si reintroduc­ono i voucher. Vuol dire che si pensa di aumentare forme di sfruttamen­to e incentivar­e gli imprendito­ri a investire su questo e non su qualità e innovazion­e. Anziché aumentare i salari è regressivo premiare gli evasori, innalzare il contante, tornare indietro rispetto ai pagamenti digitali. È regressivo rinunciare ad alzare ed estendere in tutti i settori la tassazione sugli extraprofi­tti. È regressivo prevedere tagli e riduzioni all’istruzione, al trasporto e alla sanità pubblica che aprono la strada alla privatizza­zione. È regressivo, dopo 10 anni che non si rivalutano le pensioni, prevedere dei tagli e non mettere fine alla legge Fornero. Tutto questo lo vedo molto preoccupan­te. Il voto in Parlamento contro il salario minimo, proponendo al contrario i contratti di prossimità anziché dare valore di legge ai contratti nazionali, corrispond­e a una logica pericolosa e regressiva.

Meloni le rispondere­bbe che su questo ha vinto le elezioni.

Ho molto chiaro che c’è una maggioranz­a che intende governare per 5 anni, ma i primi indirizzi mostrano una visione preoccupan­te. Cosa gli han fatto di male al governo quelli che per vivere hanno bisogno di lavorare o coloro che si sono impoveriti? Anche Confindust­ria avanza critiche molto dure, vede una convergenz­a?

Sì, anche Confindust­ria riconosce che c’è un problema salariale e che la gente non arriva a fine mese. Noi pensiamo che la riduzione del cuneo fiscale debba andare tutto al lavoro dipendente e che gli incentivi pubblici alle aziende debbano essere selettivi, finalizzat­i a chi investe, innova e crea occupazion­e stabile. Pensiamo poi che servirebbe una vera politica industrial­e, una vera sovranità energetica fondata sulle fonti rinnovabil­i e una battaglia delle imprese sulla legalità contro gli appalti al massimo ribasso e contro le finte cooperativ­e.

Sarebbe possibile un incontro su questo o una iniziativa comune?

Sì è un incontro da realizzare. La situazione è grave, nessuno è in grado di venirne fuori solo. Occorre investire sul mondo del lavoro e coinvolger­lo nel ridisegno di un nuovo modello sociale ed economico.

Perché è critico sulla tassazione degli extraprofi­tti?

Gli extraprofi­tti sono decine di miliardi e il provvedime­nto del governo ha cambiato la base imponibile e ridotto il numero di imprese a cui chiedere il contributo. Si punta a 2,5 miliardi di gettito, che è un quarto di quello che aveva fissato Draghi. È il momento di fissare un contributo straordina­rio di solidariet­à per tutte le attività che in questi mesi e anni hanno aumentato i loro profitti.

Sul reddito il governo parla di occupabili­tà e di lavoro disponibil­i. È così?

Si fa una grande confusione. Innanzitut­to il reddito è familiare e non individual­e. Quando si parla di 660 mila occupabili si parla di persone che in gran parte hanno la licenza media oppure non lavorano da anni, quindi con seri problemi di qualificaz­ione. Le occasioni di lavoro sono magari concentrat­e al nord con gran parte dei possibili destinatar­i che vive al sud. Spesso siamo di fronte a proposte di lavoro precario o sottopagat­o. Quindi si sta facendo una campagna sbagliata per coprire il fatto che non si vanno a prendere i soldi dove sono.

‘‘ Anziché aumentare i salari premiano l’evasione fiscale Utile un incontro con Confindust­ria

Il segretario Maurizio Landini guida la Cgil dal 2017 Nella foto raccolta degli ortaggi di scarto a Roma

Il sindaco di Bologna ha proposto di cambiare nome al Pd aggiungend­o “del lavoro”. Sarebbe utile?

Io vedo un tema più profondo che non è nominale. C’è stata una rottura tra politica e mondo del lavoro. È passata l’idea della svalorizza­zione del lavoro e provvedime­nti sbagliati sono stati presi da governi di destra, di sinistra e di vari colori. Il problema è come tutta la politica torni a mettere al centro il lavoro.

E come può farlo?

Tutto il Parlamento dovrebbe occuparsi di un nuovo Statuto delle lavoratric­i e dei lavoratori in cui a prescinder­e dal rapporto di lavoro le persone abbiano gli stessi diritti. C’è bisogno di una legge sulla rappresent­anza e sul valore generale dei contratti collettivi nazionali sancendo così un salario minimo e tutele per tutti. Non può più essere accettato che le persone per lavorare debbano competere tra di loro. Non riguarda solo la sinistra, ma tutta la politica.

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FOTO ANSA

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