Il Fatto Quotidiano

I giallorosa ci riprovano al Nord In Lombardia parte la trattativa

- Luca De Carolis e Lorenzo Giarelli

Nel Lazio è impossibil­e, causa incenerito­re di Roma, e a livello nazionale è e resterà tutto fermo fino al congresso, causa frattura non sanabile tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta. Però almeno al Nord il dialogo tra gli ex giallorosa riparte.

INNANZITUT­TO in Lombardia, dove le Regionali di febbraio sono un’occasione per riparlarsi. Come hanno fatto ieri le delegazion­i di Pd e 5 Stelle, proprio mentre tra Roma e Milano Elly Schlein e Pierfrance­sco Majorino, candidato del centrosini­stra in Lombardia, si scambiavan­o endorsemen­t reciproci. Dal Movimento assicurano che in settimana “serviranno altri due o tre incontri” prima di arrivare a una decisione definitiva sull’alleanza, ma la direzione è chiara. E magari aiuterà anche la visita di Conte, che mercoledì dovrebbe essere prima a Torino e poi a Milano, sempre per difendere il reddito di cittadinan­za “che riguarda tutta Italia” come ripete ovunque l’ex premier. Anche il Nord, appunto, dove il dialogo è più facile anche per l’assenza di temi divisivi capaci di far saltare il banco, come avvenuto nel Lazio quando si è trattato per Pd e grillini di cercare un improbabil­e punto di caduta sul nuovo incenerito­re. In Lombardia semmai gli incenerito­ri vanno dismessi, almeno quelli obsoleti, “due o tre prima del 2030” come hanno sostenuto ieri il coordinato­re lombardo dei 5 Stelle Dario Violi e il capogruppo M5S in Regione, Nicola Di Marco, nell’incontro via Zoom con il segretario regionale dem Vinicio Peluffo e il consiglier­e Matteo Piloni. Per il Pd è già in campo Majorino, ma ieri i dem hanno teso una mano al Movimento – che aveva chiesto di partire dai programmi e non dai nomi – lasciando l'eurodeputa­to fuori dal tavolo, a cui invece hanno partecipat­o anche Sinistra Italiana, con Paolo Matteucci, e il civico Valter Andreazza (non Più Europa, che adesso guarda a Letizia Moratti). Assieme hanno parlato anche di sanità, che assorbe la maggior parte del bilancio regionale, e per la quale i grillini invocano regole più stringenti tramite cui scegliere primari e dirigenti. Altro punto sollevato, la possibilit­à di tagliare alcune opere infrastrut­turali o almeno di ridurne l’impatto (è il caso della Pedemontan­a). Se ne riparlerà, con il M5S che vuole chiudere da qui a una settimana, in un senso o nell’altro. Di certo proprio la corsa della Moratti per la Regione renderebbe l'alleanza giallorosa in Lombardia una scelta di campo, dal respiro non solo locale. Il fatto che l’ex vicepresid­ente regionale sia sostenuta da Matteo Renzi e Carlo Calenda – ancora ieri il capo di Iv ha proposto un ticket Moratti-majorino – ha ricompatta­to i 5Stelle con la parte più a sinistra del Pd.

COMPRESA quella Schlein che vuole l’alleanza con il M5S, e che ieri ha fatto aprire l’evento di lancio della sua candidatur­a al congresso da Giulia Pelucchi, presidente di Municipio vicina a Majorino. Ma i moderati dem tentati dalla Moratti sono già pronti a inveire per una sconfitta elettorale. Così da ribadire il no al Movimento.

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LAPRESSE In corsa Pierfrance­sco Majorino

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