I giallorosa ci riprovano al Nord In Lombardia parte la trattativa
Nel Lazio è impossibile, causa inceneritore di Roma, e a livello nazionale è e resterà tutto fermo fino al congresso, causa frattura non sanabile tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta. Però almeno al Nord il dialogo tra gli ex giallorosa riparte.
INNANZITUTTO in Lombardia, dove le Regionali di febbraio sono un’occasione per riparlarsi. Come hanno fatto ieri le delegazioni di Pd e 5 Stelle, proprio mentre tra Roma e Milano Elly Schlein e Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra in Lombardia, si scambiavano endorsement reciproci. Dal Movimento assicurano che in settimana “serviranno altri due o tre incontri” prima di arrivare a una decisione definitiva sull’alleanza, ma la direzione è chiara. E magari aiuterà anche la visita di Conte, che mercoledì dovrebbe essere prima a Torino e poi a Milano, sempre per difendere il reddito di cittadinanza “che riguarda tutta Italia” come ripete ovunque l’ex premier. Anche il Nord, appunto, dove il dialogo è più facile anche per l’assenza di temi divisivi capaci di far saltare il banco, come avvenuto nel Lazio quando si è trattato per Pd e grillini di cercare un improbabile punto di caduta sul nuovo inceneritore. In Lombardia semmai gli inceneritori vanno dismessi, almeno quelli obsoleti, “due o tre prima del 2030” come hanno sostenuto ieri il coordinatore lombardo dei 5 Stelle Dario Violi e il capogruppo M5S in Regione, Nicola Di Marco, nell’incontro via Zoom con il segretario regionale dem Vinicio Peluffo e il consigliere Matteo Piloni. Per il Pd è già in campo Majorino, ma ieri i dem hanno teso una mano al Movimento – che aveva chiesto di partire dai programmi e non dai nomi – lasciando l'eurodeputato fuori dal tavolo, a cui invece hanno partecipato anche Sinistra Italiana, con Paolo Matteucci, e il civico Valter Andreazza (non Più Europa, che adesso guarda a Letizia Moratti). Assieme hanno parlato anche di sanità, che assorbe la maggior parte del bilancio regionale, e per la quale i grillini invocano regole più stringenti tramite cui scegliere primari e dirigenti. Altro punto sollevato, la possibilità di tagliare alcune opere infrastrutturali o almeno di ridurne l’impatto (è il caso della Pedemontana). Se ne riparlerà, con il M5S che vuole chiudere da qui a una settimana, in un senso o nell’altro. Di certo proprio la corsa della Moratti per la Regione renderebbe l'alleanza giallorosa in Lombardia una scelta di campo, dal respiro non solo locale. Il fatto che l’ex vicepresidente regionale sia sostenuta da Matteo Renzi e Carlo Calenda – ancora ieri il capo di Iv ha proposto un ticket Moratti-majorino – ha ricompattato i 5Stelle con la parte più a sinistra del Pd.
COMPRESA quella Schlein che vuole l’alleanza con il M5S, e che ieri ha fatto aprire l’evento di lancio della sua candidatura al congresso da Giulia Pelucchi, presidente di Municipio vicina a Majorino. Ma i moderati dem tentati dalla Moratti sono già pronti a inveire per una sconfitta elettorale. Così da ribadire il no al Movimento.