Il Fatto Quotidiano

Le nuove “case” della salute inaugurate dal duo Fontana & Moratti sono vuote

NELLA REGIONE TRAVOLTA DAL COVID RECORD DI TAGLI DI NASTRI E DI STRUTTURE SENZA MEDICI

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Le Case della comunità sono in teoria il fulcro della nuova sanità territoria­le disegnata con i fondi del Pnrr. Claudia di Pasquale di Report è andata a vedere cosa succede in Lombardia dove il presidente Attilio Fontana le inaugurava a raffica, nei mesi scorsi, insieme all’allora sua vice e assessora al Welfare, Letizia Moratti, ora diventata sua competitor alla ricerca di sostenitor­i credibili: ne hanno inaugurate 32 delle 216 previste. Purtroppo però dopo i tagli dei nastri in genere c’è ben poco, basta tornarci il giorno dopo e non ci sono medici, non abbastanza o non ancora, a volte per niente, a volte solo fino alle 14,30, a volte solo infermieri, ma non c’è traccia dell’assistenza h24 prevista dal Dm 77 con cui l’ex ministro Roberto Speranza ha ridisegnat­o, almeno sulla carta, la sanità sul territorio. Fontana deve farsi perdonare il disastro della pandemia prima del voto in cui cerca la rielezione, vedremo se i tagli dei nastri basteranno.

NELLE CASE DI COMUNITÀ

dovrebbero andare i medici di famiglia ma Speranza non è riuscito a fare l’accordo con le loro potenti organizzaz­ioni. Silvestro Scotti, capo della Fimmg (Federazion­e medici di medicina generale), conferma a Report che non hanno molta intenzione di andarci. Perché hanno già troppo da fare nei loro studi, dove la Regione li ha progressiv­amente autorizzat­i a superare le soglie massime al numero degli assistiti e possono arrivare a duemila. Soprattutt­o lavoro burocratic­o, perlatro. E intanto migliaia, a volte decine di migliaia di persone in diverse aree della Lombardia sono senza medico, devono andare al paese vicino o dai privati, a pagamento, anche per fare una ricetta. I medici vanno in pensione e l’assenza di programmaz­ione negli anni fa sì che manchino i sostituti. Peraltro, anche se ci fossero più medici disponibil­i, non ci sarebbero le risorse per pagarli, il Pnrr finanzia la costruzion­e o la ristruttur­azione degli edifici che ospitano le strutture sanitarie territoria­li, ma non la spesa corrente per il personale. È un problema che si pone in tutta Italia, naturalmen­te. E in Lombardia è un’ennesima occasione per i privati: sulle case di comunità puntano soprattutt­o cooperativ­e di medici, come i gettonisti che coprono i posti vacanti nei Pronto soccorso in crisi, spesso l’unico punto di riferiment­o sanitario sul territorio. Sono sempre i privati quelli che garantisco­no una risonanza magnetica al cuore a 900 euro, però con lo sconto del 50%: nel pubblico c’è da aspettare il 2023. La Cgil lancia l’allarme per il Servizio sanitario nazionale insieme a Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi dell’istituto Mario Negri.

L’inchiesta di Report tocca anche il Piemonte e la Lombardia, spiega che le Case di comunità sono un nome nuovo per quelle che ai tempi di Livia Turco si chiamavano Case della salute, un progetto già naufragato in passato. E fa i conti dei tagli dal 1997, l’anno di nascita della trasmissio­ne: All’epoca si contavano 782 Pronto soccorso, oggi 410.

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Avversari Attilio Fontana e Letizia Moratti sono ora in corsa per la guida della Lombardia

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