SGARBI&GREEN: LA TECNICA DEL RINVIO
Dossier di Sgarbi anche su Gasparri fa intendere quel tal De Caterino, ex collaboratore dell’ex (?) sottosegretario parlandone con Andrea Scanzi. Si gira pagina e leggiamo di un possibile tg Mediaset a Giambruno per “disinnescare” l’ex di Giorgia, “onde evitare che possa metterla in imbarazzo, magari lasciandosi sfuggire particolari su questioni personali o politiche”. “Non sono ricattabile” affermò Giorgia Meloni in una famosa dichiarazione programmatica, e non c’è motivo per dubitarne. Si può dire lo stesso anche per chi le sta intorno? Che siano le solite cattiverie del Fatto Quotidiano non si direbbe a giudicare dalla lettera minatoria del critico d’arte – spedita alla premier tramite Corriere della Sera – contenente allusioni per nulla velate ad “altri conflitti d’interessi” nel governo. Mentre la vicenda del deputato pistolero di FDI per ora giace nel solito pubblico rimpallo di responsabilità: dall’esito, tuttavia, imprevedibile se nel frattempo le privatissime trattative su chi ha sparato non andassero a buon fine. Del resto, a ben vedere, i trattori che assediano Roma non rappresentano forse una forma di ricatto politico di massa del mondo agricolo che si sente a sua volta tradito da un governo di destra che pensava fosse al suo servizio? Comprensibile che l’opposizione si goda lo spettacolo anche se una maggioranza di governo alle prese con rese dei conti, macchinazioni e tentativi di estorsione, e dunque continuamente distratta dai compiti istituzionali, non fa bene a nessuno. La luna di miele trasfigurata rapidamente in luna di fiele dovrebbe insegnare a Giorgia Meloni che con la tecnica del rinvio si finisce solo per incancrenire i problemi. Vale per Bruxelles che dopo avere abbandonato le campagne al loro destino provano a chiudere la stalla (nuovi sussidi e stop alla legge sui pesticidi) quando i buoi sono scappati e, in una riedizione del pensiero maoista, marciano alla conquista delle città. Quanto al nostro cortile di casa, a fermare la Sgarbeide prima che degenerasse non bisognava pensarci in tempo? Così come potrebbe avvenire per i casi Santanchè e Delmastro le cui dimissioni inevitabili, seppur fastidiose per la destra, a quest’ora si sarebbero rimarginate. Tanto poi se lasci che siano l’antitrust o la magistratura a togliere le castagne dal fuoco, le dita te le bruci lo stesso.