Soldi del principe a Sgarbi E lui offre posti al ministero
“Non sono formalizzate. Domani torna la Meloni e gliele porto”. Continua la telenovela “Il sottosegretario mezzo-dimesso”. Da tre giorni Vittorio Sgarbi minaccia ricorsi al Tar, ieri ha invece annunciato che non appellerà la pronuncia dell’agcm sui suoi conflitti di interessi, pur ribadendo: “Non ho mai contaminato la mia funzione di Stato con la mia attività privata”. Eppure saltano fuori nuovi indizi del contrario: appena arrivato al ministero, tentò di piazzarci l’uomo che gestisce i beni della fondazione che lo paga come direttore artistico. Il contratto era per il genovese Claudio Senzioni, 76 anni, ex carabiniere, cancelliere del consolato monegasco a Genova, amministratore del patrimonio del principe Domenico Antonio Pallavicino
e suo “autista” a tempo perso. Non andò in porto, ma mica per il conflitto di interessi: l’interessato non aveva alcuna intenzione di trasferirsi e “timbrare il cartellino”.
A novembre il Fatto aveva dato notizia di due bonifici di Pallavicino in favore del sottosegretario da 50 mila euro. Citando quei versamenti, l’articolo ricordava come il 2 gennaio 2023 Sgarbi avesse preso parte alla disputa su un parcheggio in prossimità del Palazzo assai sgradito al principe, chiedendo espressamente la testa del sovrintendente che lo aveva autorizzato. In un video mostrava le foto del cantiere non riuscendo a nascondere il nome del mittente: Claudio Senzioni, il tenutario del Principe, presidente della Tauride Srl, società che gestisce 16 milioni di euro di patrimonio immobiliare e già consigliere della “Il Palazzo Srl”, la società che lo valorizza a partire dalla perla più preziosa, il cinquecentesco palazzo-museo “Interiano Pallavicino” che è adiacente all’area dei lavori e sede della fondazione. La contestazione estetica di Sgarbi (“immondo cubotto”) era però la punta dell’iceberg. Il Principe aveva scoperto che i 29 posti in costruzione erano già tutti occupati rendendogli impossibile acquistarne un paio, denuncerà poi i costruttori, sostenendo che la gara per realizzarli fosse viziata.
Il Fatto scopre poi che quattro mesi dopo l’intemerata, il sottosegretario riceverà un primo bonifico da 24.400 con indicazione “fattura 20/23 dell’11 maggio 2023”.
Un mese dopo altri 30 mila, stavolta a titolo di “regalia”, segno di una consapevole criticità del versamento.
Il Fatto è ora in grado di provare, documenti alla mano, che pochi mesi prima del video (e dei successivi bonifici), Sgarbi chiese al ministero di contrattualizzare il fiduciario del Principe che disponeva i versamenti in suo favore. La richiesta di un incarico di collaborazione diretta risale all’11 novembre 2022 e viene formalizzata al capo di Gabinetto il 18 gennaio, due settimane dopo il video.
Incontriamo Senzioni a Genova insieme a Report davanti al portone del palazzo in piazza Fontane Marose.
Racconta che il suo legame con Sgarbi risale al 1992, uno era capo di gabinetto della Commissione politiche comunitarie, l’altro presidente della Commissione Cultura, “avevamo l’ufficio di fianco”. Trent’anni di amicizia restano. A dicembre 2022 Senzioni pubblica un libro sull’aeroclub di Genova, sua grande passione, con prefazione del sottosegretario. Ma forse c’è di più, perché sulla sua pagina facebook l’amico dichiara: “Lavora presso il ministero della Cultura”. E che ci fa qui? Senzioni sostanzia in qualche modo: “Sono accreditato virtualmente, si può dire, con Vittorio. Se c’è bisogno di qualcosa... perché mi ha detto ‘guarda io vado al ministero, vieni un po’ che ti inserisco nella segreteria’”. E poi? “Aveva fatto pure il decreto, ma avrei dovuto fare l’orario dalle otto e timbrare il cartellino”. Non è strano che il direttore artistico della Fondazione del Principe che paga Sgarbi sia poi chiamato da Sgarbi a lavorare nella sua segreteria? “Ma io sono il suo autista! – rivela con l’aria di chi ha imboccato la via d’uscita – Da sette-otto mesi ho l’autorizzazione della Prefettura di Roma come agente di pubblica sicurezza di Sgarbi per portare la macchina quando è a Genova”. Dove è anche direttore artistico in conto-principe.
IL RIFIUTO “MA IO NON VOGLIO TIMBRARE IL CARTELLINO”