Intesa, dopo Unicredit, sbanca con gli utili: +7,7 mld e zero euro alla tassa extraprofitti
Dopo Unicredit anche Intesa Sanpaolo presenta il suo bilancio record 2023 per la gioia dei suoi azionisti. Il gruppo guidato da Carlo Messina chiude l’anno come il migliore di sempre, con un utile netto in crescita del 76,4% a 7,7 miliardi di euro, grazie anche al forte impulso dato dall’aumento dei tassi d’interesse. Un risultato che consentirà una generosa distribuzione agli azionisti con una cedola complessiva di 5,4 miliardi e un riacquisto di azioni (buyback) da 1,7 miliardi di euro. Buone le previsioni per il 2024 e il 2025 che vedono un “utile netto superiore agli 8 miliardi”, afferma l’ad Messina. Nel secondo anno di realizzazione del piano d’impresa la banca ha superato gli obiettivi previsti al 2025. Per quest’anno “proseguiremo nel disegnare le nuove strategie di leader europeo, mantenendo l’impegno verso il più importante progetto per la coesione sociale nel Paese”, aggiunge Messina. Guardando al conto economico, il 2023 ha registrato interessi netti per 14,64 miliardi di euro (+54,2%) e le commissioni che sfiorano i 9 miliardi. L’esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita dell’82% (circa 3 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. Elementi che sono stati accolti positivamente dalla Borsa, con il titolo che ha chiuso in rialzo dell’1,27% a 2,9 euro. Un 2023 di forte crescita che consente di mettere in campo una robusta politica di remunerazione per gli azionisti che, tra dividendi e riacquisto di azioni, ammonta a 7,1 miliardi. Sul fronte dei dividendi ci sarà una distribuzione complessiva di 5,4 miliardi di cui 2,6 miliardi di acconto pagato a novembre scorso e 2,8 miliardi a saldo con la cedola che sarà staccata a maggio di quest’anno. Nell’incontrare i giornalisti, Messina non si sottrae al raffronto con i risultati di Unicredit e, con una battuta, fa i complimenti “per i conti, hanno fatto un buon lavoro”.
Chi non riceverà nulla invece è lo Stato che ha di fatto rinunciato all’applicazione di una tassa sugli extraprofitti garantiti dalle politiche monetarie della Banca centrale. Per l’insieme delle banche italiane il 2023 dovrebbe chiudersi con profitti per 40 miliardi di euro. Nei prossimi giorni le cifre degli altri big Mps, Bper e Banco Bpm.