Ora Salvini se la prende col treno del Festival per colpire Meloni & C.
Dopo il trattore, il treno. Matteo Salvini passa da un mezzo all’altro con un unico obiettivo: infilarsi nelle difficoltà di Fratelli d’italia e in particolare del ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida. Scaramucce elettorali con un occhio a nomine pubbliche e futuri rimpasti di governo, nell’attesa che le proteste degli agricoltori diventino materia parlamentare: fiutata l’aria in maggioranza, Matteo Renzi presenterà una mozione di sfiducia individuale nei confronti del cognato di Giorgia Meloni.
Un passo alla volta. Ieri alla Camera è toccato al solito ministro per i Rapporti con il Parlamento di FDI, Luca Ciriani, fare da punching ball alle opposizioni durante il question time, quando Iv lo ha interrogato sulle conseguenze delle proteste del movimento dei trattori. Ciriani ha allargato le braccia giurando che “il governo è sensibile alle istanze del mondo agricolo” e ha assicurato che “è allo studio una misura volta a prevedere esenzioni Irpef per quegli agricoltori che necessitano di un effettivo sostegno”. Meloni dall’abruzzo fa sapere di averli “sempre difesi”. Nel Milleproroghe la destra verrà incontro al settore, ma trovare la quadra sui conti non è facile e infatti il Mef – che ipotizza aiuti solo per i redditi più bassi – non ha ancora chiuso il testo. Il tutto con FDI che, con Augusta Montaruli, prende le distanze dai “toni violenti” di Danilo Calvani, uno dei leader delle proteste, difendendo Lollobrigida.
POI CI SI METTE, di nuovo, Salvini. Dopo aver fomentato per giorni la rivolta dei trattori, al punto che oggi incontrerà alcuni manifestanti in Abruzzo, il ministro se la prende con Trenitalia e la Rai per il treno charter che domenica ha portato da Roma a Sanremo la “truppa” della Rai e una sessantina di giornalisti accreditati. Il servizio dei treni charter, spiega Trenitalia, è “regolarmente offerto” ai clienti privati che fanno richiesta. Ma a Salvini non è certo questo che interessa. C’è semmai un tema di potere, visto che il leghista lamenta di essere stato scavalcato e non ha per nulla gradito le manovre di due dei viaggiatori: Giampaolo Rossi, dg Rai che punta a fare l’ad, e di Luigi Corradi, numero 1 di Trenitalia con mire su Ferrovie dello Stato dove vorrebbe fare le scarpe a Luigi Ferraris. Non a caso Salvini ha voluto incontrare ieri Corradi, che era considerato vicino alla Lega prima che il Carroccio guardasse con sospetto i suoi ammiccamenti a FDI.
Una nota del ministero riferisce “il grande stupore” con cui il leghista ha appreso dell’accordo tra Rai, Rai Pubblicità e Trenitalia “per la promozione rispettivamente del 74esimo festival di Sanremo e del servizio ferroviario Frecciarossa”. Dal ministero ribadiscono la “libertà commerciale di stipulare contratti” del genere, ma resta la “perplessità” per “un accordo che ha totalmente bypassato il ministro nonostante le implicazioni sulla circolazione ferroviaria e il diverso trattamento rispetto ad altri viaggiatori”. Dai Trasporti pretendono quindi di conoscere i dettagli del contratto, ma ciò che più conta è il messaggio politico, visto che riaprire la voragine della gestione Trenitalia è un modo per riesumare anche le polemiche su Lollobrigida e la fermata ad hoc concessa al ministro quando pretese di scendere a
Ciampino visto che il treno per Napoli su cui viaggiava era in ritardo. A un Lollobrigida in crisi sul suo terreno, quello dell’agricoltura, non farà certo piacere che la Lega si intesti una battaglia su corse e fermate speciali dei Frecciarossa.
In questo contesto, arriva la mossa parlamentare di Renzi. Mentre in Senato la capogruppo di Iv Raffaella Paita incalza Salvini (“Venga a chiarire chi ha pagato il Roma-sanremo e perché non ci possono salire i viaggiatori comuni”) l’ex premier infilza il fedelissimo di Meloni: “Lanciamo la richiesta di dimissioni di Lollobrigida. All’italia serve un ministro e non un cognato a cui dare l’agricoltura. Presenteremo una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti e la presenteremo in Senato, dove la introdurrò personalmente io”. A poco servono, secondo Renzi, i tentativi di FDI di scaricare sull’ue le proteste di questi giorni: “I trattori in tutta Europa sono contro la politica di Bruxelles, ma in Italia sono contro chi ha aumentato le tasse sull’agricoltura. Meloni e suo cognato hanno rimesso l’irpef agricola e l’hanno giustificata in Parlamento. Lanceremo una petizione per le dimissioni di Lollobrigida”.
Lotta continua Il ministro fa circolare una nota contro il convoglio per i vertici Rai e i giornalisti. Dietro c’è anche lo scontro sulle nomine di FS