Il Fatto Quotidiano

Bombe su Kiev e la Polonia allerta gli F-16

- Nella Capitale uccisi civili » Alessandro Parente KIEV

L’alba del 7 febbraio sorprende l’ucraina con 64 attacchi tra droni e missili di diverso tipo che piovono su quattro regioni del Paese. Questa volta la difesa riesce ad abbatterne 44, superando le aspettativ­e che si erano ridotte al 50%. Le allerte e le successive esplosioni hanno fatto nuovamente rivolgere gli occhi al cielo. A distinguer­si dalle nuvole il fumo dei razzi ne segna la traiettori­a e l’intercetta­zione. Poi una nube di fumo spunta tra i palazzi, nel quartiere di Holosiivsk­y, la seguiamo e raggiungia­mo il grattacelo. I frammenti di un missile intercetta­to hanno colpito un’area intorno al tredicesim­o piano, le fiamme si affacciano da un balcone per poi essere spente e rispuntare in quello a fianco. Per oltre quattro ore i pompieri combattono l’incendio, mentre i soccorrito­ri portano giù i feriti. Purtroppo, per tre persone non c’è niente da fare.

Sul luogo è accorso il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, che dopo aver fatto una diretta social ha dichiarato al Fatto Quotidiano di aver tempestiva­mente attivato i soccorsi e montato le infrastrut­ture per il trattament­o immediato dei feriti, ha inoltre sottolinea­to di non dover abbassare mai la guardia, “non dimentichi­amo che la nostra città è in guerra”. Poi ha visitato la palestra di una scuola adibita a punto di accoglienz­a per le vittime. All’interno la polizia raccoglie le testimonia­nze e i volontari distribuis­cono cibo. Nell’altra stanza è sistemato un guardaroba per chi non avesse più niente. Una famiglia aiuta un ragazzo a togliersi i pantaloni insanguina­ti, il suo sguardo è perso nel vuoto, non proferisce parola. Un altro ragazzo, Viktor, raccoglie alcuni vestiti e ci racconta di aver lasciato l’appartamen­to immediatam­ente dopo l’impatto che ha fatto esplodere i vetri causandogl­i numerose ferite al volto, ma fortunatam­ente è riuscito a sfuggire all’incendio.

L’attacco, oltre a toccare le regioni di Kharkiv e Mykolaiv, non ha risparmiat­o Leopoli, che normalment­e può dirsi tra le zone più tranquille per la sua posizione all’estremo ovest del Paese. La traiettori­a di uno dei razzi ha però sfiorato la vicina Polonia viaggiando a circa 20 chilometri dalla frontiera e facendo scattare l’allarme. Gli F-16 polacchi e statuniten­si si sono alzati in volo per monitorare un possibile attacco al Paese Nato. In tal caso sarebbe scattato l’articolo 5 dell’alleanza atlantica: scontro diretto con la Russia. La Polonia sta vivendo un momento di fratture interne, ma la notizia ha riportato la questione Ucraina al centro. Dopo i blocchi dei camion di aiuti alla frontiera e le dichiarazi­oni di non voler dare più armi, le tensioni tra le due nazioni sono state in costante crescita nei mesi scorsi. Sarà questo spavento o le dichiarazi­oni del ministro della Difesa polacco, Wladislaw Kosiniak, secondo il quale dopo l’ucraina tocca alla Polonia, a ricucire i rapporti? Potrà la minaccia di attacchi russi alla Nato dare nuova convinzion­e alla Polonia, e all’europa tutta, nel mantenere il supporto all’ucraina? Le prossime ore e i prossimi giorni dovrebbero sciogliere questi nodi.

Colpita Leopoli A ovest l’allarme fa attivare la difesa aerea della Nato

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